Aumentano le emissioni di protossido di azoto. A rischio obiettivo 1,5° C, strato di ozono e salute umana
Il nuovo “Global Nitrous Oxide Assessment“, pubblicato da Clean Air Coalition (CCAC), United Nations environment programme (Unep), Fao, Nitrogen Management System (INMS) e Montreal Protocol Ozone Secretariat, avverte che «Il protossido di azoto (N2O), un potente gas serra, sta rapidamente accelerando il cambiamento climatico e danneggiando lo strato di ozono».
Il protossido di azoto è un gas climalterante circa 270 volte più potente dell'anidride carbonica e attualmente è responsabile di circa il 10% del riscaldamento globale netto dalla rivoluzione industriale. E’ emesso principalmente da pratiche agricole come l'uso di fertilizzanti sintetici e letame, l’N2O è il terzo gas serra più significativo e la principale sostanza che impoverisce l'ozono ancora rilasciata nell'atmosfera.
Presentato alla COP29 Unfccc in corso a Baku, in Azerbaigian, il rapporto segnala che «Le emissioni stanno aumentando più rapidamente del previsto e che è necessaria un'azione immediata per frenare gli impatti ambientali e sulla salute di questo super inquinante».
All’Unep dicono che «I risultati della valutazione sono chiari: un'azione urgente sull'N2O è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici e, senza una seria riduzione delle emissioni, non esiste una strada praticabile per limitare il riscaldamento a 1,5° C nel contesto dello sviluppo sostenibile, come delineato nell'Accordo di Parigi».
David Kanter, professore associato di studi ambientali alla New York University e presidente della International Nitrogen Initiative, sottolinea che «Ridurre le emissioni di N2O potrebbe evitare fino a 235 miliardi di tonnellate di emissioni equivalenti di CO2 entro il 2100. Questo equivale a 6 anni di emissioni globali di anidride carbonica da combustibili fossili».
Il Global Nitrous Oxide Assessment identifica le strategie di abbattimento pratiche e intersettoriali che potrebbero ridurre le emissioni di N2O di oltre il 40% rispetto ai livelli attuali e fa notare che «Trasformando i sistemi di produzione alimentare e ripensando gli approcci sociali alla gestione dell'azoto, si potrebbero ottenere riduzioni ancora più profonde, offrendo un'opportunità essenziale per avvicinare il mondo ai suoi obiettivi climatici, ambientali e sanitari».
Inoltre, dimostra che Le emissioni di N₂O provenienti dall'industria chimica possono essere ridotte in modo rapido ed economico e che ; le pratiche agricole e industriali influenzano il ciclo naturale dell'azoto, determinando un aumento delle emissioni di N2O.
Akkihebbal Ramaiah (Ravi) Ravishankara, chimico e scienziato atmosferico della Colorado State University e co-presidente dell’assessment steering committee, fa notare che «Un approccio sostenibile alla gestione dell'azoto non solo riduce le emissioni di ossido di azoto, ma impedisce anche il rilascio di altri composti azotati nocivi. Questo potrebbe migliorare la qualità dell'aria e dell'acqua, proteggere gli ecosistemi e salvaguardare la salute umana, il tutto mantenendo la sicurezza alimentare».
Il protossido di azoto è attualmente la sostanza emessa nell'atmosfera che più di tutte lede lo strato di ozono. Il rapporto dimostra che «Affrontare in modo proattivo l'N2O sosterrebbe anche il continuo recupero dello strato di ozono, aiutando a evitare un futuro in cui gran parte della popolazione mondiale sia esposta a livelli UV dannosi».
Megumi Seki, Segretario esecutivo del Montreal Protocol Ozone Secretariat dell’Unep, ricorda che «Lo strato di ozono è fondamentale per tutta la vita sulla Terra. Per decenni, le parti del Protocollo di Montreal hanno lavorato duramente per salvaguardarlo. Questa valutazione evidenzia la necessità di una vigilanza, un impegno e un'azione continui affinché lo strato di ozono torni il prima possibile ai livelli precedenti al 1980»
Martina Otto, responsabile della segreteria della CCAC, aggiunge: «Questa valutazione suona l'allarme su un super inquinante relativamente dimenticato che contribuisce notevolmente al cambiamento climatico e all'inquinamento atmosferico. Utilizzando gli strumenti di abbattimento evidenziati nella valutazione che sono già a nostra disposizione, possiamo ottenere molteplici benefici in termini di clima, aria pulita e salute».
IL rapporto sostiene che «La riduzione simultanea delle emissioni di ossido di azoto e ammoniaca migliorerebbe significativamente anche la qualità dell'aria, evitando potenzialmente fino a 20 milioni di morti premature a livello globale entro il 2050. Le misure di abbattimento migliorerebbero anche la qualità dell'acqua, la salute del suolo e proteggerebbero gli ecosistemi dagli impatti del deflusso di azoto».
Per Kaveh Zahedi, direttore dell'ufficio per i cambiamenti climatici, la biodiversità e l'ambiente della Fao, «Affrontare le emissioni di protossido di azoto è essenziale per garantire un'agricoltura sostenibile, inclusiva e resiliente che aiuti contemporaneamente i paesi a raggiungere i loro obiettivi climatici e di sicurezza alimentare. Come mostra chiaramente la valutazione, ci sono modi per produrre di più con meno, migliorando l'efficienza dell'uso dell'azoto in agricoltura e riducendo l'applicazione eccessiva di azoto».
Il Global Nitrous Oxide Assessment conclude sottolineando «La necessità di un'azione immediata e ambiziosa per ridurre le emissioni di N2O, come parte di una strategia più ampia per contrastare i super inquinanti che, insieme agli sforzi per raggiungere emissioni di anidride carbonica net zero, possono mettere il mondo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi a lungo termine in materia di clima, sicurezza alimentare e salute».