Inquinamento da plastica, l’appello di Guterres in vista del vertice di Busan: «Soffochiamo, bisogna agire»
«L’inquinamento da plastica è tutto intorno a noi e anche dentro di noi, dai nostri mari al nostro sangue e al nostro cervello». Mentre è ancora in corso in Colombia la Cop16 sulla biodiversità, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, guarda già avanti e scrive sulla piattaforma social X: «Il mese prossimo le Nazioni unite avranno la possibilità di concordare un trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica, una volta per tutte. Un accordo ambizioso, credibile e giusto è l’unico modo». La questione riguarda infatti tanto l’attuale summit quanto i prossimi appuntamenti internazionali.
Ieri Guterres ha incontrato un gruppo intergovernativo incaricato di elaborare uno strumento internazionale legalmente vincolante sull’inquinamento da plastica sulla terra e nell’acqua, partendo da un presupposto che il segretario generale Onu ha messo subito in chiaro: «Stiamo soffocando con la plastica. Ogni anno, l’umanità produce oltre 460 milioni di tonnellate di plastica. Metà è progettata per scopi monouso, usata una volta e gettata via. Entro il 2050, potrebbe esserci più plastica nell’oceano che pesce».
Guterres, nel corso dell’incontro, ha evidenziato il fatto che le persone di tutto il mondo «stanno chiedendo» un’azione sull’inquinamento da plastica, il Segretario generale ha esortato i negoziatori riuniti a Cali a concludere un accordo entro la fine del 2024 - come gli Stati membri si sono nuovamente impegnati a settembre, quando hanno emesso il Patto per il futuro.
Dopo le discussioni in Colombia, che arrivano a seguito di diversi cicli di incontri multilaterali che si sono svolti da quando gli Stati membri hanno concordato nel 2022 di lavorare su una soluzione globale per porre fine all’inquinamento da plastica, un quinto e potenzialmente ultimo incontro è previsto a Busan, in Corea del Sud, dal 25 novembre al 1° dicembre.
Sebbene le discussioni non siano state finora semplici, raggiungere una soluzione concordata a livello globale è «vitale» per l’umanità e il pianeta, ha insistito il capo delle Nazioni Unite, mentre osservava quanto rilanciato anche via social, ovvero che l’inquinamento da plastica «è ovunque, tutto intorno a noi e anche dentro di noi»: «Abbiamo bisogno di azione. La gente lo chiede. Questa è un’opportunità per dimostrare che il multilateralismo, sebbene non sempre facile, può dare risultati per le persone, per la salute, per l’ambiente».
Molti paesi riconoscono già l’importante ruolo svolto dai raccoglitori di rifiuti nella gestione della spazzatura urbana. Secondo l’International Alliance of Waste-pickers, le imprese di questo settore raccolgono circa il 60 per cento di tutta la plastica destinata al riciclaggio a livello globale.
In linea con l'appello del capo delle Nazioni Unite per un trattato globale equo che tenga conto delle esigenze dei raccoglitori di rifiuti e di altri soggetti che si guadagnano da vivere con la raccolta della plastica, l'Alleanza ha fatto pressione per il riconoscimento internazionale della vulnerabilità di molti lavoratori che spesso provengono da comunità povere ed emarginate; altri sono anche sopravvissuti ad abusi, minoranze etniche e rifugiati climatici. Queste vulnerabilità sono citate nella storica risoluzione UNEA-5/14 dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente per porre fine all’inquinamento da plastica che riconosce il «contributo significativo» dato dai raccoglitori di rifiuti nella raccolta, smistamento e riciclaggio della plastica in molti paesi.