Proteggere lo strato di ozono per le persone, la natura e la stabilità climatica
Pubblichiamo il discorso inaugurale di Elizabeth Maruma Mrema - segretaria generale aggiunta delle Nazioni Unite e vicedirettrice esecutiva dell’United Nations Environment Programme (Unep) in occasione della riunione congiunta dalla 12esinma Conferenza delle parti della Vienna Convention e del 35esimo Meeting of the Parties to the Montreal Protocol.
Ci troviamo in un periodo intenso ed entusiasmante legislativo da parte della comunità ambientale internazionale. Entro poche settimane avremo avuto la COP della Convention on Biological Diversity COP, la Climate Change COP 29 , la Desertification COP e i negoziati su uno strumento giuridicamente vincolante per porre fine all'inquinamento da plastica, anche nell'ambiente marino. Oltre, naturalmente, a questo evento congiunto per la Vienna Convention COP e il Montreal Protocol MOP on the Depletion of the Ozone Layer.
Ma questo evento è diverso dagli altri. Perché? Perché qui abbiamo un esempio lampante di cosa può realizzare un'azione multilaterale con pieno impegno e risorse appropriate.
Il grande astronomo e scienziato planetario Carl Sagan una volta disse: «Il buco nello strato di ozono è una specie di scrittura celeste. All'inizio sembrava descrivere la nostra continua compiacenza di fronte a un miscuglio di pericoli mortali. Ma forse racconta davvero di un nuovo talento nel lavorare insieme per proteggere l'ambiente globale».
Abbiamo visto concretamente come i trattati sull'ozono abbiano dimostrato che la cooperazione funziona e può produrre risultati.
Ad oggi, l'implementazione globale del Protocollo di Montreal ha portato all'eliminazione graduale del 99% delle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono. Questo corrisponde alla riduzione di circa 12,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente, poiché la maggior parte delle ODS sono anche potenti gas serra.
Supponendo che il Protocollo continui a essere rispettato, si prevede che l'ozono antartico tornerà al suo stato precedente al 1980 entro il 2066 circa e a livello globale entro la metà del secolo.
Questo sta dando al pianeta un po' di respiro vitale.
Con il ripristino dello strato di ozono, abbiamo scoperto di più sul suo ruolo cruciale e sul suo contributo nell'attenuare gli effetti peggiori del cambiamento climatico.
Entro la fine del secolo, urrah! Lo strato di ozono sano dovrebbe aiutarci a evitare un ulteriore riscaldamento globale medio della superficie terrestre di 0,5-1,0° C, proteggendo il pozzo di carbonio terrestre dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette.
Di sicuro, possiamo fare di più. Grazie all'emendamento di Kigali, che si concentra sulla riduzione graduale degli idrofluorocarburi.
In occasione del World Ozone Daydi questo settembre, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ricordato al mondo che l'emendamento di Kigali «può contribuire a far progredire gli sforzi di mitigazione del clima, proteggendo le persone e il pianeta… Se pienamente ratificato e implementato, l'emendamento di Kigali potrebbe aiutare a evitare fino a 0,5 gradi Celsius di riscaldamento globale entro la fine di questo secolo».
Se la riduzione graduale degli HFC fosse accompagnata da un miglioramento dell'efficienza energetica nel settore del raffreddamento, potremmo addirittura raddoppiare il beneficio climatico, portandolo a 1,0° C.
Attualmente, 160 delle 198 parti del Protocollo di Montreal hanno ratificato l'emendamento di Kigali. Abbiamo l'entusiasmante opportunità di ottenere la ratifica universale entro il suo decimo anniversario nel 2026. Noi dell'Unep promettiamo il nostro pieno supporto, sia a livello politico che tecnico, per raggiungere questo obiettivo. Allo stesso modo, la nostra porta è aperta per supportare quei Paesi pronti ad avviare il loro processo consultivo nazionale per la ratifica. Fatecelo sapere e saremo con voi.
Sarebbe un grande risultato e un regalo di compleanno da portare in occasione delle celebrazioni del 40° anniversario del Protocollo di Montreal nel 2027.
E ci sarà molto da festeggiare. Oltre a proteggere il nostro pianeta e i suoi ecosistemi, il Protocollo di Montreal ha avuto un impatto significativo sulla salute e il benessere umani.
Si stima che, entro il 2030, il Protocollo di Montreal preverrà circa 2 milioni di casi di cancro alla pelle ogni anno. La protezione dalle radiazioni UV previene anche milioni di casi di cataratta e malattie degli occhi.
Filtrare i dannosi UV protegge anche i raccolti e le catene alimentari. Questo è un passo importante per raggiungere gli SDG, in particolare l'Obiettivo 2, «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile».
I risultati dei trattati sull'ozono dimostrano che con un focus e un percorso d'azione chiaramente definiti, i MEA (Multilateral Environmental Agreements, ndt) possono essere strumenti di precisione. Il segretariato dei trattati sull'ozono è un'operazione "lean and mean", composta da soli diciassette membri dello staff, che supportano voi, le parti e gli altri stakeholder, per rendere il Protocollo di Montreal un MEA di grande successo.
Siamo orgogliosi di ospitarli a Nairobi: la loro presenza ha contribuito a rafforzare la reputazione di Nairobi come "capitale mondiale dell'ambiente".
Il successo dell'attuazione del Protocollo di Montreal è dovuto in larga parte anche al meccanismo finanziario del Protocollo, che comprende il Fondo multilaterale, il cui segretariato è anch'esso ospitato dall'Unep a Montreal.
Desidero ringraziare voi e tutti i membri della famiglia dell'ozono per il vostro impegno in questa causa vitale. Vi esorto a continuare la vostra vigilanza per preservare e amplificare i progressi dei trattati sull'ozono.
E invito gli altri MEA e la comunità internazionale a imparare dai successi del Protocollo di Montreal. Tra questi, include un obiettivo chiaramente definito, un riconoscimento delle esigenze dei Paesi in via di sviluppo e la collaborazione tra scienziati e decisori politici.
Continuiamo tutti ad affrontare le sfide rimanenti ed emergenti che ci attendono, tra cui la piena attuazione dell'emendamento di Kigali.
Elizabeth Maruma Mrema