Il Mar Rosso rischia una nuova Exxon Valdez, a fuoco petroliera con 150mila ton di greggio
La petroliera Sounion, battente bandiera greca e con 150.000 tonnellate di petrolio greggio contenute nelle cisterne (tankers), continua a bruciare in mezzo al Mar Rosso ed è facile intuire gli effetti e richiamare l’enorme pericolo che ciò rappresenta per l'ambiente marino dell’intera area.
I militari della missione Aspides (a guida italiana) hanno confermato che larga parte della sovrastruttura della Sounion resta ancora in fiamme e che i focolai d’incendio sono stati osservati in almeno cinque punti differenti, posti sul ponte principale della nave.
Una fuoriuscita di greggio, a questo punto assai probabile, assumerebbe il carattere di un inquinamento marino delle proporzioni della Torrey Canyon o della Exxon Valdez, solo per citare alcuni tra i più grandi disastri ambientali registrati nella storia navale di tutti i tempi, senza dimenticare la tragedia della petroliera Haven che i più anziani ricordano bene.
In quella zona di Mar Rosso non sono prontamente reperibili né unità specializzate per il contrasto antincendio e il successivo rimorchio della petroliera in fiamme né, tanto meno, dispositivi idonei a recuperare l’inquinante finito in mare o, almeno, a ridurne il devastante impatto con gli ecosistemi marini.
Nel nostro modesto modo di farci carico della situazione emergenziale in atto nel Mar Rosso, abbiamo tentato di interagire con la Comunità internazionale in ambito Onu (come testimonia l’e-mail qui sotto riportata), sfortunatamente ancora senza risposta, dal 20 luglio scorso in cui venne colpita un’atra petroliera: la Chois Lion, battente bandiera liberiana.
Friendly Secretariat,
I would like to inform you about the environmental crises in the Red Sea as a result of oil slick spilled from the tanker “Chois Lion” flagged liberian following the attack of Houti carried out with boat drone. The world media have reported oil slick more than 200 km long has been spotted near an oil tanker struck by Houthi explosive drone boats in the Red Sea, satellite images revealed on Wednesday. For these reagions as a European citize, I woud like to propose a joint action to fight marine pollution by setting up a special task force. For these reasons, it could be very useful establish a contact with EMSA (European Martitime Safety Agency) to organize a joint action in the theater of environmental disaster.
Non resta che sottolineare la necessità di un costante pungolo dei media, nella speranza possa indurre il livello decisorio (di Washinton o di Bruxelles) ad assumere la responsabile consapevolezza che il Mar Rosso non è un mare distante. Ci riguarda da vicino tutti, facendo di fatto parte di un “Mediterraneo allargato”.