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La qualità dell'aria migliora nei Paesi ricchi, peggiora in quelli poveri

Immagini che rendono visibile il “killer invisibile”, mostrando i cambiamenti nell'inquinamento da particolato nel corso dei decenni
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Le Air Quality Stripes, create dall'università di Leeds, dall'università di Edimburgo, dalla North Carolina State University e dal Met Office del Regno Unito, evidenziano i significativi miglioramenti della qualità dell'aria in gran parte d'Europa  in contrasto con il preoccupante deterioramento in alcune parti dell'Africa e dell'Asia centrale. I risultati del progetto evidenziano sia i successi sia le sfide attuali nella lotta all'inquinamento atmosferico in tutto il mondo.

Kirsty Pringle dell'EPCC dell’università di Edimburgo e co-direttrice del progetto, ha ricordato che «L'inquinamento atmosferico è spesso definito il “killer invisibile”, ma queste immagini rendono visibile l'invisibile, mostrando i cambiamenti nell'inquinamento da particolato nel corso dei decenni".

Jim McQuaid, della School of Earth and Environment dell’università di  Leeds , che ha lavorato al progetto Air Quality Stripes con la Pringle, aggiunge: «La conclusione è che l'inquinamento atmosferico è uno dei principali fattori di rischio di morte al mondo e si ritiene che contribuisca a un decesso su dieci a livello globale. Le nostre Air Quality Stripes mostrano l'enorme gamma di trend e concentrazioni in tutto il mondo. Le strisce dimostrano che c'è ancora molto lavoro da fare per ridurre l'esposizione delle persone alla scarsa qualità dell'aria e, in alcuni luoghi, molto di più! Le abbiamo create per cercare di illustrare i dati complessi generati dai modelli informatici, trasformandoli in qualcosa di molto più facile da comprendere. Stranamente, uno dei nostri maggiori grattacapi è stato lo schema dei colori. Alla fine abbiamo optato per il blu e il nero, che rappresentano i bei cieli azzurri e puliti, fino al nero per i livelli estremamente elevati di inquinamento.  Alla fine abbiamo contattato un collega negli Stati Uniti (Douglas Hamilton) e lui ha lavorato con uno del suo team per creare uno schema di colori usando una ricerca su Internet di immagini contrassegnate come "inquinamento atmosferico" e sono arrivati ​​a quello che abbiamo infine scelto. Era molto simile a quello che avevamo già, ma è stato fantastico ottenere una convalida esterna. Per me è tutto incentrato su quel momento di illuminazione quando qualcuno capisce; quell'improvviso “oh sì, ora ho capito!” Volevo che fosse abbastanza semplice da consentire ai non esperti di guardarlo e di capirlo senza aver fatto scienza da quando hanno lasciato la scuola».

Steven Turnock, scienziato senior del Met Office del Regno Unito che ha fornito i dati per il progetto Air Quality Stripes, ha detto che «Presentare questi dati scientifici come strisce della qualità dell'aria mette davvero in evidenza il netto contrasto tra i trend della qualità dell'aria e l'esposizione delle persone a una scarsa qualità dell'aria a seconda di dove vivono».

Ci sono Air Quality Stripes per le capitali di tutti i Paesi del mondo (Roma non va benissimo rispettto agli standard europei) con due città in  più per Cina, India e Stati Uniti. Il team di ricerca ha incluso anche le città britanniche di Leeds, Edimburgo ed Exeter. Le barre blu più chiare soddisfano le linee guida sulla qualità dell'aria dell'Organizzazione mondiale della sanità, introdotte nel 2021, mentre tutti gli altri colori superano i valori guida.

I ricercatori sono stati ispirati dalle  climate warming stripes  e hanno creato una loro illustrazione per tracciare i trend mutevoli nelle concentrazioni esterne di quel he è noto come inquinamento atmosferico da particolato, un mix di minuscole particelle liquide o solide come polvere, sporcizia, fuliggine o fumo, presenti in tutta l'atmosfera. Il particolato, o PM2.5, ha un diametro inferiore a un trentesimo della larghezza di un capello umano e può penetrare facilmente in profondità nei nostri polmoni. Le particelle più piccole attraversano il flusso sanguigno e influenzano la nostra salute, e alcune sono state persino rilevate nel sangue di bambini non ancora nati.  Possono provenire da fonti naturali come vulcani e deserti, ma sono anche prodotte da attività umane come l'industria, le automobili, l'agricoltura, la combustione domestica e gli incendi causati dai cambiamenti climatici. Il PM2.5 è stato collegato a un'ampia gamma di problemi di salute, che vanno da problemi respiratori come l'asma, a una ridotta salute polmonare, a una maggiore probabilità di sviluppare cancro e malattie cardiache e a un rischio maggiore di sviluppare numerose malattie, tra cui diabete, Alzheimer e Parkinson.

L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che la concentrazione media annuale di PM2.5 non superi una concentrazione di 5 microgrammi per metro cubo di aria (5 ug/m³), generalmente classificata come qualità dell'aria molto buona, ma non esiste un livello sicuro di PM2.5 riconosciuto dalla scienza medica.  Attualmente, il 99% della popolazione mondiale vive con concentrazioni superiori a questo valore; i livelli più elevati di PM2,5 si riscontrano solitamente nei Paesi a basso e medio reddito. 

Le strisce AQ utilizzano una media annuale per tenere conto degli alti e bassi dovuti ai cambiamenti nei modelli meteorologici durante l'anno e per semplificare il confronto tra le località. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che anche un'esposizione a breve termine a livelli molto elevati può rapidamente avere effetti acuti sulla salute che richiedono un trattamento medico.

I dati provenienti da simulazioni al computer e osservazioni satellitari sono messi insieme per stimare le mutevoli concentrazioni di particolato dall'inizio della rivoluzione industriale, con la tavolozza di colori per le strisce ideata da un artista che ha analizzato oltre 200 immagini online di "inquinamento atmosferico" per identificare le tavolozze di colori dominanti.

Risultati principali sono:

Progressi della qualità dell'aria in Europa: le immagini mostrano sostanziali riduzioni nei livelli di particolato nella maggior parte dell'Europa (prevalentemente Europa occidentale). Normative più severe sulla qualità dell'aria e progressi tecnologici hanno ridotto con successo le concentrazioni di particolato nella maggior parte delle città europee (ad esempio Londra, Bruxelles, Berlino).

Condizioni in peggioramento in Asia centrale e in alcune parti dell'Africa: le visualizzazioni rivelano un preoccupante aumento dell'inquinamento da particolato in molte città dell'Asia centrale e dell'Africa (ad esempio Islamabad, Delhi, Nairobi). La rapida urbanizzazione, la crescita industriale e i quadri normativi limitati stanno contribuendo a questa preoccupante tendenza, che pone rischi significativi per la salute delle popolazioni locali.

Disparità globali: le immagini evidenziano le notevoli disparità nei progressi della qualità dell'aria tra le diverse regioni, sottolineando la necessità di sforzi internazionali mirati per affrontare la crescente crisi dell'inquinamento atmosferico nelle aree più colpite.

In alcune località l'influenza delle fonti naturali è stata particolarmente evidente: tra queste fonti rientrano la polvere del deserto e gli incendi boschivi; la vicinanza alla costa era spesso piuttosto evidente, con località come Jacarta che presentavano livelli inferiori a quanto ci si potrebbe aspettare.

La Pringle  conclude: «Le immagini mostrano che è possibile ridurre l'inquinamento atmosferico; l'aria in molte città europee è molto più pulita ora rispetto a 100 anni fa, e questo sta migliorando la nostra salute. Ci auguriamo davvero che simili miglioramenti possano essere ottenuti in tutto il mondo».

Redazione Greenreport

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