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Dove la leader è donna, cala l’inquinamento atmosfera e migliora la qualità dell’aria

Gianmoena (Università di Pisa): «Quando occupano posizioni di potere, le donne tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità»
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Con le donne alla guida delle istituzioni, statisticamente la qualità dell’aria è migliore: è quanto emerge da un nuovo studio condotto dall’Università di Pisa attraverso 230 regioni di 27 Paesi Ue, che arriva proprio quando il presidente Usa Biden ha rinunciato alla sua corsa alla ri-elezione in favore della vice Kamala Harris.

«I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega la co-autrice Lisa Gianmoena – Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale».

In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.

«Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena – abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato».

Certo, non basta il genere da solo a definire le scelte politiche di una leader. Nell’Italia guidata da Giorgia Meloni, ad esempio, ancora non sappiamo con precisione l’andamento delle emissioni (i dati Ispra si fermano al 2022, mostrando leggeri cali), ma è certo che il Paese non sia ancora in traiettoria verso gli obiettivi né per i gas climalteranti né per quelli inquinanti.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.