Goletta dei Laghi: i dati sui laghi di Lugano e Como
Da Goletta dei Laghi sono arrivati dati parzialmente positivi per il lago di Lugano (Ceresio) e la qualità delle sue acque. Il 19 giugno le volontarie e i volontari di Legambiente hanno campionato 4 punti nel lago: la foce del fiume Telo di Osteno a Claino con Osteno e la foce del fiume Rezzo a Porlezza in provincia di Como, mentre per la sponda varesina del lago, sotto osservazione sono state le foci del torrente Vallone e del rio Bolletta a Porto Ceresio. La foce del torrente Vallone è risultata quest’anno fortemente inquinata: un riscontro negativo dopo il biennio 2022-2023, quando invece il sito aveva mostrato valori a per la prima volta dal 2013, ossia l’anno che segna l’inizio dei monitoraggi di Goletta dei Laghi nel punto. Le altre tre foci sono risultate nei limiti di legge. Un miglioramento per la foce del fiume Telo di Osteno, risultata inquinata nel 2023 e fortemente inquinata nel 2022. La foce del rio Bolletta, sotto la lente d’ingrandimento dal 2010, è sempre stata caratterizzata da forti criticità, fino allo scorso anno, quando è invece risultata nei limiti di legge. Infine, la foce del fiume Rezzo, un punto di campionamento che Goletta dei Laghi ha introdotto lo scorso anno nei suoi monitoraggi, ha confermato valori a norma. Per quanto riguarda la segnaletica relativa al divieto di balneazione, i volontari e le volontarie di Legambiente non ne hanno notato la presenza in nessun punto.
Confrontando poi i dati con i monitoraggi passati, l’unico punto che nel 2024 conferma una tendenza positiva in linea con il 2023 è la foce del fiume Rezzo, analizzato per la prima volta da Goletta proprio lo scorso anno. Andamento invece altalenante per i punti storici campionati. In miglioramento nel 2024 la foce del fiume Telo di Osteno che nel 2023 era risultata inquinata e nel 2022 fortemente inquinata; e la foce del rio Bolletta, campionata dal 2010, che dopo aver mostrato sempre forti criticità, nel 2024 e nel 2023 è risultata nei limiti di legge. Peggiora la foce del torrente Vallone, che dopo il biennio positivo 2022-2023 segnato da valori a norma per la prima volta dal 2013 (anno che segna l’inizio dei monitoraggi di Goletta dei Laghi nel punto), quest'anno ha registrato un peggioramento passando a “fortemente inquinato».
Emilio Bianco, portavoce di Goletta dei Laghi di Legambiente, ha commentato: «L’oscillazione dei risultati nei punti di campionamento storici nel lago di Lugano ci indica che il bacino non è esente da criticità Quest’anno i dati del monitoraggio hanno evidenziato alla foce del torrente Vallone dei livelli di batteri fecali di molto superiori ai limiti previsti dalla normativa. Lo stesso punto è tornato fortemente inquinato dopo due anni di risultati positivi e, anche se la causa potrebbero essere le intense piogge degli ultimi mesi, sarà fondamentale continuare a tenere sotto osservazione i punti critici di questo importante lago prealpino condiviso da Italia e Svizzera».
Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia, aggiunge: «Dopo aver denunciato per anni una situazione che non faceva onore alla sponda italiana del Lugano abbiamo assistito a un cambiamento importante nella qualità delle acque grazie all’impegno delle istituzioni, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione degli sfioratori di piena. La grande variabilità climatica a cui andiamo incontro, dove ad anni di siccità seguono stagioni molto piovose come questa, non permette comunque di stare tranquilli. La strada per il buono stato delle acque del lago è ancora lunga e necessariamente deve tener conto della crisi climatica».
Notizie non buone per il Lago di Como e per la qualità delle sue acque. Il 14 e il 17 giugno, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato 11 punti sulle sponde del lago di Como, quattro nel comune di Como e sette in quello di Lecco. I risultati delle analisi microbiologiche mostrano che 7 di questi punti hanno concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali ben al di sopra dei limiti di legge. A essere risultati fortemente inquinati sulla sponda comasca sono le foci del torrente Cosia, nei pressi del Tempio Voltiano, e quella del torrente Albano a Dongo, mentre per il versante lecchese del lago, ben oltre i limiti consentiti dalla legge sono le foci del torrente Inganna a Colico, quella del torrente Esino a Perledo, la foce del torrente Meria a Mandello del Lario, del torrente Caldone e in ultimo, la foce del torrente Gallavesa. Le quattro foci risultate nei limiti sono invece, le foci del torrente Telo ad Argegno e quella del torrente Breggia a Cernobbio, entrambe in provincia di Como, mentre le foci del torrente Valle dei Mulini a Bellano e la foce del rio Varrone a Dervio sulla sponda lecchese.
Rispetto al 2023, i punti con concentrazioni al di sopra dei limiti di legge sono aumentati: solo 3 dei punti campionati (foci torrente Cosia, torrente Albano e Meria) confermano alte concentrazioni microbiologiche, mentre i rimanenti quattro, ossia le foci dei torrenti Inganna, Esino, Caldone e Gallavesa nel lecchese erano risultati, lo scorso anno, tutti a norma. Per quanto riguarda la segnaletica relativa al divieto di balneazione, i volontari e le volontarie di Legambiente ne hanno notato la presenza solo presso la foce del torrente Cosia, sulla sponda comasca.
Bianco ha sottolineato che «Sul lago di Como continueremo a insistere con i monitoraggi, perché sul bacino lacustre persistono alcune criticità che riscontriamo da anni e che, al di là dell’eccezionale momento metereologico che continua a interessare il Nord Italia, richiedono particolare attenzione».
I Circoli Legambiente di Bellano e Lecco e di Como concludono: «Purtroppo, dobbiamo constatare che poco è cambiato rispetto alle criticità evidenziate negli anni precedenti dalle analisi di Goletta dei Laghi Una fotografia che, a fasi alterne, si ripresenta puntuale soprattutto nei punti dove, ancora oggi non sono state messe in atto azioni per potenziare le reti fognarie, i collettori o il recapito finale ai depuratori. Periodi di forte siccità o, al contrario, di piogge intense pongono un interrogativo ancora più stringente rispetto agli investimenti che ancora mancano e a quelli fatti finora. Emblematiche continuano a essere le situazioni della città di Como con il torrente Cosia, ricettacolo di scarichi non controllati, del torrente Caldone a Lecco che riceve, evidentemente, reflui non collettati. Chiediamo di accelerare i controlli e i conseguenti interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica».