Il petrolio delle Falkland-Malvinas e il dilemma israeliano di Milei
Il governo del Regno Unito progetta di estrarre almeno 500 milioni di barili di petrolio dal tempestoso mare intorno al suo territorio di oltremare delle Isole Falkland, che l’Argentina rivendica da sempre come Islas Malvinas, il cui possesso nel giugno 1982 scatenò una breve ma sanguinosa guerra tra il governo conservatore di Margaret Thatcher e la giunta militare golpista e fascista di Buenos Aires. La guerra la perse rovinosamente l’Argentina che da allora non ha mai smesso di leccarsi le sue ferite nazionaliste.
La scoperta che i fondali delle Falkland/Malvinas nascondono giacimenti di idrocarburi ha riacceso la disputa e il nuovo presidente argentino. l’”anarco-liberista” Javier Milei – dopo qualche dichiarazione contraddittoria delle sue – ha confermato che l’Argentina non rinuncerà mai alla sovranità sulle isole e sul mare e i fondali che le circondano.
Ma il governo autonomo delle Falkland sta cercando il consenso degli abitanti dell’Arcipelago riguardo al piano che punta a estrarre il petrolio dal giacimento Sea Lion e, a quanto scrive il portale di notizie iraniano Pars Today, «La compagnia israeliana Navitas Petroleum ha acquisito la maggior parte dei diritti sul giacimento, con i profitti principali destinati ai suoi azionisti in Israele e negli Stati Uniti. E la decisione nonostante la campagna mediatica di Londra, non porterà a un boom economico per gli abitanti locali.
La partecipazione israeliana allo sfruttamento di un giacimento che si stima contenga circa 1,7 miliardi di barili di petrolio, molto più grande di Rosebank, il più grande progetto del Regno Unito previsto per il Mare del Nord (300 milioni di barili di petrolio), è una bella grana per il vulcanico Milei che, dopo essere stato eletto si è convertito all’ebraismo, è volato a Gerusalemme per incontrare e abbracciare calorosamente il premier Benjamin Netanyahu e diversi ministri di estrema destra. Milei, buon amico di Giorgia Meloni che lo ha invitato anche al G7, è uno dei pochi presidenti sudamericani ad appoggiare senza se e senza ma la guerra israeliana a Gaza e l’occupazione dei territori palestinesi.
Il precedente presidente dell’Argentina, Alberto Ángel Fernandez ha presentato una denuncia contro Navitas Petroleum e ora Milei si trova a dover fronteggiare gli storici nemici britannici alleati con quelli che credeva essere i suoi nuovi amici israeliani.
La Falkland/Malvinas erano già strategiche per la loro posizione geografica che apre la strada verso l’Antartide – e permette al Regno Unito di rivendicarne gran parte - e tiene sotto controllo 5 stretti importanti del mondo. Ora, la scoperta di petrolio e gas ha reso le remote Falkland ancora più strategiche e Londra non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sovranità di questo e di altri arcipelaghi subantartici che rappresentano alcuni degli ultimi brandelli del suo impero coloniale.
Milei, che ha appena rotto con i suoi alleati della destra antiperonista dell’ex presidente Mauricio Macri (che però si erano già trasferiti in gran parte, armi e bagagli nel suo gruppo parlamentare), ora dovrà scegliere tra la storica rivendicazione nazionalista delle Malvinas o consentire ai suoi ammirati amici israeliani di buttare ancora altro sale mischiato a petrolio sulla ferita inguaribile della guerra delle Falkland.