FragilItalia, il 44% degli italiani consuma prodotti a basso impatto ambientale
Anche i consumi italiani registrano in modo sempre più evidente l’influenza della crescente attenzione alla transizione ecologica, cui guardano con favore 8 italiani su 10, secondo quanto emerge dal nuovo report “FragilItalia” – elaborato dall’area studi Legacoop e Ipsos col supporto di Circular economy network-Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
Se si guarda alla classifica dei prodotti percentualmente più acquistati, le prime due posizioni sono occupate dai prodotti made in Italy (dichiara di acquistarli il 61% degli intervistati, con punte del 75% tra gli over 65, e del 67% nel Nord Ovest e nel ceto medio), e dai prodotti a KM. 0 (acquistati dal 52%, che sale al 61% tra gli over 65 e al 57% nel ceto medio).
In terza posizione si collocano i prodotti ecosostenibili, a basso impatto ambientale e i prodotti light, entrambi acquistati dal 44% (ma i primi in diminuzione di 1 punto percentuale, i secondi in aumento di 4 punti).
Dal lato opposto, le prime tre posizioni sono occupate dal 76% (che sale all’87% nel ceto popolare) di chi ha diminuito gli acquisti di prodotti di marca (determinandone il calo, già ricordato, di 54 punti percentuali), dal 54% (che sale al 70% nel ceto popolare e al 66% tra gli under 30) di chi ha ridotto i prodotti biologici (che, come numero di acquirenti, calano di 20 punti percentuali nelle risposte degli intervistati in controtendenza rispetto al volume complessivo degli acquisti) e dal 51% di chi ha ristretto gli acquisti di prodotti etnici (il cui calo è di 32 punti).
«Sostenibilità, territorio, qualità sono ormai elementi cruciali nelle scelte di consumo dei cittadini – commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop – in questo senso l’esperienza del Covid ha accelerato tendenze già in corso e il costante aumento dei prezzi ha agito come ulteriore leva del cambiamento nelle scelte dei cittadini consumatori. In questa dicotomia (cittadino, che pensa al bene comune, e consumatore, che guarda al proprio portafoglio), i modelli collaborativi possono essere fondamentali. Le imprese cooperative da sempre sono attente all’ambiente, alla comunità ed alla sostenibilità dei consumi. Ma il modello cooperativo può essere anche una soluzione utile per attivare processi di economia circolare».
Sotto questo profilo è utile evidenziare come il 52% degli intervistati dichiari che aumenterà l’attenzione alla salubrità e naturalezza dei prodotti; il 50% alla riciclabilità delle confezioni ed al basso impatto ambientale dei prodotti; il 47% alla provenienza dei prodotti da filiera locale e alla loro capacità di far riscoprire antichi sapori; il 45% all’eticità dei prodotti che dovranno in primo luogo essere rispettosi dei diritti dei lavoratori.
«In linea con quanto emerso dalla nostra rilevazione dello scorso anno, questi dati confermano l’attenzione dei consumatori alla sostenibilità dei prodotti, con particolare riguardo alle produzioni locali e al packaging – conclude Edo Ronchi, presidente del Circular economy network – una consapevolezza che deve fare i conti con l’inflazione e i maggiori costi per alcune categorie di prodotti ecocompatibili. In linea con quanto sta facendo l’Europa, ad esempio sugli imballaggi e sull’ecodesign, servono anche nel nostro Paese politiche che orientino il mercato in modo da premiare i prodotti da filiera corta e quelli progettati per essere più facilmente riciclabili. Con benefici per la salute umana, l’ambiente e l’economia».