Verdi europei: un’alleanza del Partito Popolare con Giorgia Meloni ucciderà il Green Deal
In occasione della sua visita a Padova per partecipare alla campagna elettorale per le elezioni europee, il principale candidato dei Verdi europei Bas Eickhout ha avvertito che «I voti per i partiti di destra e di estrema destra segneranno la fine del Green Deal e delle cruciali politiche climatiche necessarie per contrastare condizioni meteorologiche estreme come siccità e inondazioni in Europa».
Eickhout ha evidenziato il grave impatto dei temporali e delle forti piogge in molte parti del nord Italia, con Veneto e Lombardia particolarmente colpite dalle inondazioni: «Le forti piogge hanno causato gravi danni e sofferenze ai cittadini, agli agricoltori locali e all’economia. Le condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici stanno diventando sempre più frequenti».
Il candidato leader dei Verdi europei, ha dichiarato: «Il Green Deal è necessario più che mai, ad esempio per evitare che gli eventi meteorologici estremi diventino più frequenti. Un Green Deal dovrebbe essere sociale e includere un importante piano di investimenti per finanziare infrastrutture verdi, energie rinnovabili e servizi pubblici. In questo modo creeremo posti di lavoro, ridurremo i costi energetici e miglioreremo gli standard di vita in tutta Europa. La transizione verde non è astratta, migliora la vita delle persone. Significa nuove linee ferroviarie, nuove fabbriche, nuove opportunità, migliore salute. E i Verdi prestano attenzione alle pratiche agricole sostenibili di piccola e media dimensione, che sono partner nella protezione dell’ambiente dalle condizioni meteorologiche estreme”.
Eickhout ha messo in guardia contro una potenziale alleanza tra partiti di destra e di estrema destra a livello europeo: «Minaccia il futuro del Green Deal. Abbiamo già visto come i partiti conservatori e di estrema destra al Parlamento europeo abbiano iniziato a smantellare elementi chiave del Green Deal, come la Nature Restoration Law. i Verdi sono pienamente impegnati a difendere il Green Deal e gli interessi degli agricoltori e dei cittadini dagli impatti climatici. Gli agricoltori soffrono a causa dell’attuale modello insostenibile. Il Green Deal è la soluzione, non il problema. Abbiamo bisogno di un accordo verde e sociale che dia priorità alle persone e al pianeta rispetto ai profitti».
In questo i Verdi sono in sintonia con la vicepremier spagnola e capolista alle elezioni europee per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) che ha denunciato il falso dibattito creato dalla destra su agricoltura e ambiente: «Non c'è un solo agricoltore in Spagna che non sappia che il peggio che gli può capitare è la siccità o temperature estreme e che nessuno risolve o anticipa i suoi problemi».
La Ribera, probabile candidata al ruolo di commissaria europea per l’energia ha chiarito che «Qualsiasi tipo di accordo politico con la premier italiana e leader del gruppo ECR Giorgia Meloni o con qualsiasi altra forza “estremista” in Europa è fuori discussione. Non ho mai aperto la porta a un patto con la Meloni. L’estrema destra è sempre estrema destra Sarebbe un errore pensare che l’S&D (Socialisti e Democratici, ndr) possa anche solo prendere in considerazione un patto con una forza di estrema destra».
La Ribera ha messo così fine alle voci che sono state fatte circolare a Madrid sull’ipotesi di un possibile patto tra S&D ed ECR, il gruppo parlamentare europeo del quale fanno parte Fratelli d’Italia e l’estrema destra spagnole di VOX, diventata terza forza del Parlamento spagnolo alle ultime elezioni.
La Ribera ha ribadito che «La posizione del gruppo S&D è stata chiara fin dall’inizio. Quel di cui abbiamo bisogno è che la destra tradizionale (PPE) recuperi la convinzione di quanto sia importante continuare a costruire un progetto europeo per tutti».
Mentre la destra pensa a possibili patti e rimescolamenti di gruppi tra l’ECR e Giorgaia Meloni e il gruppo Identità e Democrazia (ID) di Marine Le Pen, considerato più “fascista” dell’ECR, Feijóo del Partido Popular (PPE), ha suscitato polemiche in Spagna per aver detto di non considerare la Meloni un’estremista. Poi ha cerca di rimediare in un’intervista alla radio Onda Cero nella quale, mostrando uno spericolato equilibrismo, ha detto che «Il PPE non dovrebbe fare patti con l’estrema destra», ma di non considerare la Meloni parte di questo gruppo, in quanto “europeista”. Peccato che la Meloni fosse fino al giorno prima di diventare presidente del consiglio la leader indiscussa dell’estrema destra dell’ECR con la quale Feijóo non vorrebbe fare accordi, anche se in Spagna con ineo-franchisti di Vox, che hanno ospitato la Meloni a tutti i recenti summit dell’estrema destra europea, Feijóo le alleanze ce le ha fatte, eccome.
Poi il leader del PPE ha ulteriormente precisato che «Meloni difende lo Stato di diritto, ha firmato il patto sull’immigrazione e si dichiara europeista. E in questo contesto, continuo a dire che Meloni non è equivalente a Orban». Peccato che il premier ungherese Viktor Orban sia un carissimo amico di Giorgia Meloni che ha più volte detto di ispirarsi a lui per le sue politiche migratorie e sovraniste.
Feijóo sembra voler lasciare aperta alla Meloni e Fratelli d’Italia la porta l spalancata dalla presidente uscente della Commissione europea, la demov cristiana tedesca Ursula von der Leyen, in cerca di una riconferma cambiando alleanza e imbarcando al posto dei socialdemocratici il gruppo ECR di Meloni, che comprende VOX e il partito iperconservatore polacco Diritto e Giustizia (PiS).
La Ribera ha concluso: «Il PPE e von der Leyen hanno fatto un primo errore. Non so se ne stiano rendendo conto o meno, ma so che questo deve essere fermato nelle urne».