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Arera rivoluziona il settore rifiuti

Sul tavolo una vera e propria riforma strutturale: si parte con la regolamentazione dell’unbundling contabile, poi il nuovo sistema tariffario MTR3 per gli anni 2026/29, l’articolazione tariffaria fra i diversi tipi di utenti ed infine la regolazione della qualità tecnica nella gestione dei rifiuti urbani
 |  Green economy

Interessante webinar sull’unbundiling (separazione) contabile nel settore rifiuti sulla base del documento di consultazione di ARERA, promosso da Energia Media, in collaborazione con Ref Ricerche e Agenia.

Il regolatore nazionale ARERA, ha sfornato nel 2025 un “pacchetto” di documenti di consultazione (almeno 4) destinati a comporre una vera e propria “riforma strutturale” del settore della gestione dei rifiuti urbani.

Si parte con la regolamentazione dell’unbundling contabile (DCO 146/2025/R/rif), poi il nuovo sistema tariffario MTR3 per gli anni 2026/29, (DCO 180/2025/R/rif), l’articolazione tariffaria fra i diversi tipi di utenti, ed infine la regolazione della qualità tecnica nella gestione dei rifiuti urbani (DCO 147/2025/R/rif “Orientamenti per l’aggiornamento della qualità tecnica nel settore rifiuti”).

Una manovra “concentrica” che punta a mettere in ordine sia gli aspetti tecnici, che quelli tariffari, che quelli economici e contabili, destinata a “cambiare” strutturalmente il settore nei prossimi 10 anni.

L’azione di ARERA sull’unbundling contabile era prevedibile, fa parte della “genetica” regolatoria fin dall’inizio della sua attività, un’azione “preliminare” già utilizzata nei settori energia e acqua. In fondo il presupposto è chiaro: non si può regolare un settore senza avere posto le basi di trasparenza e omogeneità di organizzazione dei dati contabili, dei costi e dei ricavi, individuando con chiarezza i centri di costo e riducendo al minimo le “contaminazioni” contabili fra singole commesse e fra il perimetro regolato ed altre attività svolte dallo stesso gestore e riducendo i fenomeni di sussidio incrociato.

Già dal settembre 2019 ARERA aveva dettato l’agenda della nuova regolazione tariffaria nel settore (nuovo per ARERA), mettendo il tema della trasparenza contabile e quindi della separazione come preliminare a tutte le altre azioni (nella legge che assegna ad ARERA la competenza sui rifiuti urbani nel 205/2017) che avrebbero riguardato la qualità tecnica, la certezza dei costi, la tutela degli utenti.

In realtà nel 2021 (4 anni fa) proponendo il sistema tariffario MTR2, ARERA non aveva inserito il tema della trasparenza. Un rallentamento e uno stop alla fisiologia del percorso regolatorio, dovuto alle difficoltà di avvio dell’azione regolatoria in un settore molto complesso, aggravate dal biennio COVID prima e dalla crisi economica ed energetica poi. Insomma si è attesa una “maturazione” del sistema, per inserire nel sistema un’azione forte di trasparenza contabile che oggi invece può partire.

Si tratta di una misura che impatterà fortemente sui gestori in termini di organizzazione interna dei dati e delle infrastrutture gestionali, in un settore in cui coesistono gestori pubblici e privati, che in molti casi operano su più “commesse” a livello nazionale, articolato in servizi stradali e gestione impianti, non sempre integrati, con una forte contaminazione fra attività in monopolio e attività di mercato, con alcune aree che rimangono ancora non definite esattamente. Sono diversi gli scopi della separazione contabile.

Prima di tutto la trasparenza servirà ad individuare con chiarezza i centri di costo di un gestore per separare il perimetro regolato da quello non regalato (rifiuti speciali, attività di mercato). Poi la separazione contabile consentirà su basi omogenee e non “sporche” le attività di benchmark di costo dei singoli servizi (raccolta differenziata, indifferenziata, spazzamento, impianti) promuovendo l’efficienza e verificando l’efficacia delle aree di mercato rispetto a quelle in privativa e consentendo la attivazione di meccanismi di recupero di efficienza regolatoria. Una attività che punta ad individuare meccanismi di remunerazione per servizio “cost reflective”, da porre alla base di una futura definizione di costi standard e di definizione quindi di costi efficienti.

La separazione contabile sarà anche la base della corretta applicazione del principio di Responsabilità Estesa del produttore, individuando con chiarezza (a differenza di quanto accade oggi nel settore degli imballaggi e dei RAEE) i costi efficienti che devono essere coperti dai contributi dei soggetti deputati (Consorzi). Probabilmente su questo punto la delibera sarà ancora “vaga” e il tema sarà rinviato nel dettaglio al successivo biennio.

Infine la separazione contabile sarà la base di una corretta allocazione dei costi agli utenti domestici e non domestici, favorendo una applicazione del principio chi inquina paga e pay as you throw, lo sviluppo delle tariffe puntuali e di una appropriata articolazione tariffaria, a tutela degli utenti e promuovendo tariffe più omogenee a livello nazionale, come opzione strategica, riducendo gli effetti distorsivi chiaramente esistenti oggi, in mancanza di regole chiare di contabilizzazione.

Come si nota quindi la separazione contabile è “la base” di tutti gli strumenti di regolazione.

Del resto basta analizzare i dati di costo per servizio che da anni ISPRA pubblica nel Catasto Rifiuti Urbani sulla base dei dati dei PEF comunali o di ATO e che indica con chiarezza una grande dispersione dei valori a tonnellata ad abitante e a tonnellate nei diversi servizi fra le varie regioni, con differenze fra valori minimi e valori massimi che in molti casi possono essere il doppio ed il triplo.

A che punto siamo?

Si è chiusa la fase della consultazione sul DCO e presto ARERA pubblicherà la delibera (prevista per agosto). Si avvierà una fase sperimentale di unbundling con i dati contabili degli anni 2026 e 2027, con un primo periodo di “allenamento”, che i gestori dovranno cominciare ad affrontare da subito, considerata la complessità del processo.

Il DCO fa riferimento alla integrazione della attuale normativa Integrazione del Testo integrato unbundling contabile (TIUC) al settore rifiuti urbani. Ancora non è chiara l’architettura di dettaglio della struttura di separazione ma sicuramente si provvederà ad una separazione sia economica che patrimoniale (in cui si applicherà un principio di proporzionalità). Viene introdotta una forte gerarchia delle fonti che devono essere usate: la contabilità generale, poi la contabilità analitica, infine la misurazione fisica dei processi produttivi. Si potranno usare solo questi tre criteri adattando i software esistenti.

Come già fatto in altri settori la separazione punta a separare prima di tutto i dati delle attività interne al perimetro regolato da quelle fuori perimetro.

All’interno delle aree del perimetro vanno individuati i vari “ambiti tariffari” in cui il gestore è coinvolto e quindi i diversi settori di attività (FOC), come la raccolta, il trasporto, gli impianti, i costi comuni.

Cuore della separazione è la introduzione di criteri più chiari nella attribuzione dei costi comuni ai diversi settori di attività e nella ripartizione fra attività di perimetro e fuori perimetro. Saranno previsti Driver specifici da applicare per la ripartizione dei costi dei servizi comuni con uno schema di riferimento più rigido di quello normalmente utilizzato oggi, per cui si potranno utilizzare solo i diversi criteri che saranno indicati nella delibera, scegliendo uno di quelli previsti. Prevista anche una regolamentazione della separazione contabile dei costi infragruppo, nei casi di gruppi industriali. Prevista la possibilità di scegliere, nei limiti del TIUC, fra le linee guida OCSE e il metodo “cost plus”, probabilmente più flessibile ed utilizzabile dai gestori dei rifiuti.

Non si tratterà solo separazione dei dati sui costi ma anche separazione delle informazioni: infatti il settore è caratterizzato da performance diverse nei diversi segmenti, a partire dalla quantità e qualità delle raccolte differenziate, ma anche dalla tipologia e dimensione degli impianti.

Ma la separazione riguarda anche gli Enti di Ambito che grazie ad una maggiore trasparenza dei dati e delle informazioni potranno meglio definire le loro pianificazioni, individuare correttamente i costi e quindi gli incrementi tariffari.

Insomma si apre una fase complessa per i gestori, chiamati a “rileggere” i propri meccanismi di contabilità analitica ed industriale alla luce delle indicazioni di ARERA che presto pubblicherà la delibera, in modo da affrontare bene e per tempo la fase sperimentale con i dati 2026/27. Tutte le 4 delibere relative ai 4 DCO sopra richiamati, probabilmente daranno pubblicare ad agosto, quindi il “pacchetto” arriverà tutto insieme, anche in vista dello scioglimento dell’attuale Collegio ARERA, che intende concludere il proprio mandato con questa ultima “sfornata” significativa di provvedimenti regolatori, un lascito importante al prossimo Collegio.

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).