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Nuova uscita del podcast di greenreport, si parte con il Forum Euromediterraneo sull’acqua

E poi: l’audizione in Parlamento di Draghi, le alluvioni in Toscana, la possibile alleanza tra ambientalisti e agricoltori, la settima puntata della storia sul Ponte e tanto altro ancora
 |  Green economy

Nuovo appuntamento con il podcast di greenreport. E la prima segnalazione del direttore responsabile del nostro sito, Maurizio Izzo, che come ogni settimana ne cura la realizzazione, è dedicata al Forum Euromediterraneo sull’acqua, che per la prima volta coinvolge tutti i 45 Stati dell’Unione europea e dei Balcani, e vedrà anche la presenza dei Paesi della penisola arabica e dell’Africa subsahariana. Il Comitato “One Water” sta organizzando una serie di eventi già a partire dal 2025 per dedicare l’attenzione che merita a una risorsa e a un problema che accomuna tutte le nazioni coinvolte.

A proposito di acqua, prosegue Izzo nel podcast: il 20% del Pil italiano dipende dalle risorse idriche e il valore ha superato 383 miliardi di euro, come emerge dal Blue Book 2025 realizzato dalla Fondazione Utilitatis e promosso da Utilitalia, e dal Libro Bianco 2025 “Valore Acqua per l’Italia”.  Certo, viene sottolineato, esiste un problema obsolescenza per le infrastrutture idriche; con un’età media di 58 anni per i grandi invasi e una rete idrica in cui il 22% delle condutture ha oltre mezzo secolo, il rischio di inefficienze e sprechi è altissimo.

«Abbiamo ascoltato con interesse l’audizione in Parlamento di Mario Draghi», prosegue Izzo. Oltre alle questioni riguardanti la sicurezza, l’ex premier italiano ha affrontato il tema dei costi energetici, particolarmente alti nell’Ue in confronto a Stati Uniti e Cina. Cosa fare? Una delle ricette di Draghi riguarda la necessità di «accelerare lo sviluppo di generazione pulita», un’altra è «investire estesamente nella flessibilità e nelle reti», ma occorre anche, sottolinea, «disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta dalle rinnovabili e dal nucleare da quello dell’energia di fonte fossile, e non possiamo però aspettare unicamente le riforme a livello europeo».

La segnalazione successiva è per la settima puntata dell’«affascinante storia del Ponte sullo Stretto», dedicata agli anni della ricostruzione, quando arrivano sismologi e geologi, ingegneri e architetti, ma anche «maghi di ponti» e venditori di «ponti omerici»,  quando addirittura c’è chi va annunciando che «la Sicilia non sarà più un’isola!», quando nascono società e comitati incaricati di seguire progetti che non porteranno mai a nulla. «E la storia continua», chiosa Izzo.

Altra questione richiamata nel podcast: È possibile un’alleanza tra ambientalisti e agricoltori? Il responsabile Agricoltura di Legambiente Angelo Gentili dice che si può costruire e che «molti agricoltori sono pronti ad adottare pratiche innovative, purché ci siano strumenti adeguati di sostegno e semplificazione». Nell’intervista a greenreport Gentili sottolinea che è «fondamentale garantire un dialogo costante con il mondo agricolo e le realtà che già sperimentano modelli sostenibili, con l’obiettivo di costruire politiche pubbliche basate su esigenze reali. Serve inoltre rendere più accessibili e chiari gli incentivi per agroecologia, agricoltura biologica e agricoltura integrata di fascia alta, affinché gli imprenditori possano investire con maggiore sicurezza».

L’ultima segnalazione del podcast non poteva che essere per le giornate caratterizzate dalle alluvioni e delle frane in Toscana, dove ci sono state 6 grandi alluvioni in 18 mesi e dove a Firenze in un solo giorno è caduta più pioggia di un mese intero. Ora nella Regione ogni Comune dovrà elaborare un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che dovrà contenere, ha spiegato il presidente della Regione Eugenio Giani, «indicazioni su tutti gli interventi che servono nei vari territori per fronteggiare i nuovi fenomeni meteorologici: dalla regimentazione dei fiumi e della rete idrica minore (compresi argini, fossi o ponti da modificare) alle modifiche o agli spostamenti di manufatti o strutture pubbliche che devono cambiare collocazione perché si sono dimostrati non idonei». Un analogo Piano a livello nazionale è di fatto fermo al palo: approvato nel gennaio 2024 dal Governo Meloni dopo lunghissima gestazione, ha individuato 361 azioni settoriali da mettere in campo ma manca di fondi e governance per attuarle.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.