
Più risorse per l’Ue, come? «Si parta tassando super-ricchi, profitti del fossile e transazioni finanziarie»

Domani e venerdì si riunisce a Bruxelles il Consiglio europeo, che tra le altre cose dovrà discutere come individuare e realizzare nuovi modi per raccogliere le risorse necessarie per attuare le misure decise in ambito comunitario. L’Unione europea si trova infatti ad affrontare una crisi di investimenti e non a caso con il suo Rapporto sulla competitività Mario Draghi ha richiesto un aumento significativo degli investimenti pubblici e privati, invitando l’Ue a investire 800 miliardi di euro aggiuntivi all’anno. Gran parte di questi investimenti sono indispensabili per sostenere la politica industriale europea e raggiungere gli obiettivi verdi e sociali concordati. L’Ue deve inoltre rispettare gli impegni assunti nei confronti dei Paesi partner a basso e medio reddito, comprese risorse sostanziali per il nuovo obiettivo di finanziamento del clima dell’Unfccc e per far progredire gli obiettivi dell’Agenda 2030. Sono tra l’altro necessarie nuove entrate fiscali per mantenere solide le finanze pubbliche e colmare il divario di investimenti per garantire solide fondamenta alle generazioni future.
Ebbene, ora un nutrito gruppo di associazioni attive a livello internazionale ha scritto una lettera ai vertici del Consiglio europeo per proporre una serie di «modi innovativi» per aumentare gli investimenti in ambito comunitario. «La Commissione europea ha presentato valide proposte per nuove risorse proprie nel 2023, e ci rammarichiamo che tali proposte non siano state finora concordate. Le proposte della Commissione europea includono una tassa sulle transazioni finanziarie coordinata dall'Ue, che potrebbe raccogliere tra i 17 e i 43 miliardi di euro all'anno». Oltre agli attuali suggerimenti della Commissione europea in materia di risorse proprie, le associazioni invitano il Consiglio europeo a prendere in considerazione ulteriori proposte innovative «e vorremmo attirare la vostra attenzione in particolare su tre opzioni di tassazione aggiuntive». Quali? Eccole, in tutta la loro semplicità. La prima: una tassa sulla ricchezza estrema. La seconda: una tassa sui profitti e sulla proprietà dell'industria dei combustibili fossili. La terza: tasse sull'aviazione.
Nella lettera si sottolinea che queste misure contribuirebbero a garantire che i costi della trasformazione economica siano sostenuti principalmente dai super-ricchi e dai maggiori inquinatori, rendendoli dunque socialmente accettabili. «Oggi in Europa i giovani, i lavoratori e gli emarginati sono i più colpiti dall'inflazione, mentre l'aliquota fiscale effettiva a carico dei più ricchi è inferiore a quella della classe media. Anche se le autorità nazionali attuassero queste opzioni fiscali, la loro introduzione dovrebbe essere coordinata a livello europeo per ridurre le possibilità di pianificazione fiscale aggressiva e di elusione fiscale all'interno dell'Ue. Il gettito raccolto dovrebbe essere destinato ai bilanci nazionali, al rimborso del debito dei servizi pubblici nazionali e alla mobilitazione di risorse aggiuntive per il prossimo bilancio dell'Ue, compreso il sostegno ai Paesi partner».
Dopo quattro anni di sospensione delle regole fiscali dell'Ue, sostengono i firmatari della lettera, la Commissione europea potrebbe proporre di sospenderle nuovamente per gli investimenti nella difesa, a dimostrazione del fatto che quelle norme non sono adatte alle sfide del XXI secolo. «È fondamentale che tale sospensione, anche se dovesse avvenire, vada di pari passo con progressi tangibili nel reperimento di risorse aggiuntive. Questo è l'unico modo per assicurarsi che questi investimenti non vengano fatti a spese di impegni verdi, sociali e globali, e che le risorse siano disponibili in tempo per servire il debito pubblico nazionale e dell'Ue».
A firmare il documento sono una ventina di associazioni impegnate in ambito comunitario e non solo, da Oxfam a Can Europe, da Aidsfonds all’European environmental bureau e tante altre. «È il momento di avere coraggio e una direzione chiara per l'Europa in questo contesto geopolitico straordinariamente impegnativo – scrivono – Contiamo sulla vostra determinazione e sulla vostra visione a lungo termine».
