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Il Regno Unito ha vietato l’esportazione di animali vivi. Ma l’Italia non vuole farlo

Anche gli animali votano, la campagna per le elezioni europee firmata da più di 50 candidati italiani
 |  Green economy

Il 14 maggio, il disegno di legge prevede il divieto di esportazioni di animali vivi dal Regno Unito ha superato la fase finale in Parlamento e sarà convertito in legge. Per Compassion in world farming (Ciwf UK), «questo è un giorno davvero importante per gli animali d'allevamento e da celebrare! Una volta entrato in vigore, l'Animal Welfare (Livestock Exports) Act impedirà che gli animali allevati possano essere esportati da e attraverso la Gran Bretagna per la macellazione o l’ingrasso. Avrà così ufficialmente fine questo commercio orribile, inutile e obsoleto, che per decenni ha causato la sofferenza, lo sfinimento e persino la morte di milioni di animali stipati all'interno di camion in lunghi e stressanti viaggi, causando sofferenza, stanchezza e persino morte, finirà ufficialmente».

Ogni anno dal Regno Unito vengono esportati in tutto il mondo fino a 1,6 milioni di animali, affrontando viaggi lunghi ed estenuanti. Stipati nei camion con poco spazio per muoversi, questi animali soffrono di fame, disidratazione, ferite, stanchezza e stress. Le condizioni estreme, comprese le temperature eccessive, non fanno altro che aggravare le loro sofferenze. La decisione fa seguito a una consultazione del governo del 2020 che ha rivelato un sostegno schiacciante al divieto da parte dei cittadini, con l’87% degli intervistati a favore della misura. Un risultato che riflette la crescente consapevolezza pubblica del benessere degli animali e il rifiuto delle pratiche crudeli dell’industria dell’allevamento. 

Ciwf UK ricorda che «l’approvazione di questa legislazione è il culmine degli sforzi incessanti dei nostri incrollabili sostenitori da oltre cinquant’anni. Durante questo periodo, nei porti si sono svolte proteste ampie e vivaci, alle quali si sono uniti sostenitori di tutti i ceti sociali per dare voce agli animali. Oltre ad organizzare manifestazioni molto partecipate in cui parlamentari e sostenitori di alto profilo hanno parlato, abbiamo avviato indagini sotto copertura, evidenziando l'orrore delle esportazioni di animali vivi. Abbiamo anche organizzato numerosi altri eventi per aumentare la consapevolezza, inclusi roadshow, e portato avanti numerose petizioni per chiedere al governo del Regno Unito di porre fine a questo commercio».

Philip Lymbery, Direttore Generale di Ciwf , ha dichiarato: «Questo è un momento storico, atteso da molto tempo. Per decenni, gli animali allevati hanno sopportato queste esportazioni insensate e stremanti verso l'Europa continentale – ma ora è finita! Sono incredibilmente orgoglioso dei nostri sostenitori e sostenitrici che, con la loro dedizione e perseveranza, hanno contribuito a questa vittoria. E’ stato complicato ottenere questa legge, abbiamo incontrato molti ostacoli lungo il percorso. È un sollievo vedere che questa pratica terminerà ora una volta per tutte, e ci congratuliamo con il Primo Ministro e il nostro Governo per averla resa possibile».

Yvonne Birchall, della Kent action against live exports (Kaale), ha sottolineato che «per 29 anni, Kaale e i suoi sostenitori hanno manifestato fuori dai porti del Regno Unito mentre le spedizioni di animali vivi venivano caricate su navi dirette in Europa. È stato davvero straziante vedere questi animali stipati nei camion. Qualunque fosse il tempo, qualunque fosse l’ora del giorno, Kaale ha partecipato a queste partenze e i nostri membri sono gli ultimi volti amichevoli che milioni di animali vedevano prima di essere esportati. Siamo lieti che la legge finalmente vieterà questo commercio crudele e che la popolazione del Kent non avrà più bisogno di opporsi ad esso». 

La legislazione adottata dalla Gran Bretagna si aggiunge allo slancio crescente in tutto il mondo per tutelare il benessere di milioni di animali sottoposti a viaggi lunghi e ingiustificati: recentemente, il Brasile ha vietato le esportazioni di mucche e vitelli vivi e in Nuova Zelanda è entrato in vigore un divieto per porre fine a tutte le esportazioni di animali vivi via mare. In tutto il mondo i governi stanno adottando maggiori tutele nei confronti degli animali.

In Europa, anche grazie alla pressione esercitata dalle organizzazioni per la protezione degli animali, il Parlamento europeo ha espresso la necessità di modificare il regolamento CE 1/2005 – “Regole dell’Unione europea sulla protezione degli animali durante il trasporto”. Animal Equality Europa sottolinea che «diversi stati europei hanno inoltre già preso posizione a favore degli animali, ma non l’Italia, che attraverso le parole del Governo ha espresso l’intenzione di mantenere questa pratica crudele e ha ribadito di reputare sufficienti le normative e i controlli esistenti».

Per Ciwf Italia «questo traguardo storico deve rappresentare un esempio da seguire per tutti i governi, e noi continueremo a batterci per far sì che tale divieto venga replicato ovunque. Le prossime elezioni europee, in tal senso, rappresentano un’occasione d’oro: eleggendo un Parlamento composto da persone realmente interessate al tema del benessere animale, possiamo far sì che la vittoria della Gran Bretagna diventi una vittoria di tutta l’Ue».

Oltre 50 candidate e candidati italiani alle elezioni hanno sottoscritto il Manifesto “Anche gli animali votano" promosso da una coalizione di associazioni animaliste, prendendo impegni concreti in difesa del benessere animale, nell’ambito della campagna europea Vote for Animals lanciata da Eurogroup for Animals.

Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa, conclude: «Anche se il divieto del Regno Unito rappresenta un passo importante, si prevede che la nuova legge dovrà affrontare l’opposizione dell’industria zootecnica. Per questo è fondamentale continuare a sollecitare la politica per garantire che il divieto venga attuato in modo efficace e che tutti gli animali siano protetti dalla crudeltà dei trasporti in tutto il mondo».

Redazione Greenreport

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