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Rifiuti urbani, da Uni e Utilitalia la nuova prassi di riferimento per calcolare gli obiettivi di riciclo

Gli operatori della filiera potranno ottenere la certificazione di parte terza dei flussi di materiali provenienti dalla raccolta differenziata e dare evidenza del loro corretto trattamento
 |  Green economy

L’Ente italiano di normazione (Uni) e Utilitalia – la Federazione che riunisce le imprese dei servizi pubblici – hanno pubblicato la nuova edizione della prassi di riferimento UNI/PdR 132:2025 ai fini della rendicontazione per il calcolo degli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani, coinvolgendo nel gruppo di lavoro Ispra, il Consorzio italiano compostatori (Cic), i principali operatori e associazioni del settore, oltre a Conai e i Consorzi di filiera.

«Questa nuova edizione della prassi è la conferma della capacità della normazione tecnica volontaria di adattarsi alla veloce evoluzione di temi nuovi, ancora molto fluidi, ma non per questo da lasciare scorrere senza riferimenti che ne indirizzino positivamente lo sviluppo», spiega il presidente di Uni, Giuseppe Rossi.

L’edizione 2025 del documento introduce in particolare le regole di certificazione di parte terza con marchio Uni e la rivisitazione della parte dedicata agli indicatori del riciclaggio del rifiuto organico; la prassi permette il monitoraggio e la verifica dei dati ai fini della rendicontazione degli obiettivi europei a beneficio dell’intera filiera, obiettivi che sono fissati sull’effettivo recupero di quanto raccolto e non più sulla sola raccolta differenziata. Gli operatori della filiera potranno quindi ottenere la certificazione di parte terza dei flussi di materiali provenienti dalla raccolta differenziata e dare evidenza del loro corretto trattamento a tutti gli stakeholder.

Un tema particolarmente delicato per il nostro Paese, che – come già osservato su queste colonne – solo col Rapporto rifiuti urbani del 2024, pubblicato da Ispra su dati del 2023, ha chiarito finalmente il “mistero” del raggiungimento o meno da parte dell’Italia dell’obiettivo del 50% di riciclo dei rifiuti urbani al 2020.

«Con questa revisione – commenta il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – la Federazione continua nel proprio impegno per offrire al settore nella sua interezza un punto di riferimento certo per raggiungere un obiettivo fondamentale della funzione di servizio pubblico delle imprese associate: dare evidenza di quanto l’impegno dei cittadini per una corretta gestione dei propri scarti è supportato da una corretta raccolta e da un modello industriale di gestione, in grado di garantire un effettiva seconda vita ai rifiuti nel rispetto della gerarchia gestionale nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi europei».

Obiettivi che nel mentre si fanno più sfidanti. Per il target del 2025 si dovrà esclusivamente utilizzare il nuovo metodo di calcolo stabilito nel 2019 dalla Commissione europea. E quel criterio (che considera la percentuale di riciclo di tutti i materiali sul totale dei rifiuti urbani) ci dice che siamo appena sopra il 50% al 2023, e dovemmo quindi fare un balzo del 5% in due anni.

Redazione Greenreport

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