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Dalla Bussola per la competitività al Fondo per l’economia circolare: all’Ue mancano 27 mld di euro

Mensi (Fead): Pronti a collaborare con la Commissione su misure concrete che sostengano un Mercato unico europeo competitivo, sostenibile e circolare»
 |  Green economy

Lo sviluppo dell’economia circolare, in Italia come in Ue, sta attraversando una fase di lunga stagnazione. Mettendo in fila i dati sul tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo (Cmu) – pur con tutti i difetti di questo indicatore –, l’impronta di materia, i rifiuti generati e quelli riciclati, l’Agenzia europea dell’ambiente osserva che le performance Ue in quest’ambito sono stabili da circa un decennio.

Anche la Relazione annuale sul mercato unico e la competitività 2025, pubblicata ieri dalla Commissione Ue, certifica che «diversi fattori stanno ostacolando la transizione verso un’economia circolare. Le restrizioni economiche possono scoraggiare l'adozione di modelli di business circolari, poiché spesso comportano costi iniziali più elevati, e le materie prime seconde risultano generalmente più costose rispetto ai materiali vergini. Inoltre, i rischi legati all'innovazione, l’incertezza sui ritorni sugli investimenti e le difficoltà di scalabilità e replicabilità delle soluzioni in un mercato frammentato rendono meno evidente il valore economico della circolarità. Ad esempio, le disparità tra i quadri normativi degli Stati membri dell’Ue, in particolare per quanto riguarda i criteri di cessazione della qualifica di rifiuto (end-of-waste), rendono difficile la libera circolazione dei rifiuti all’interno del Mercato unico».

eea economia circolare stagnante

Adesso però la necessaria accelerazione potrebbe arrivare dalla Bussola per la competitività, presentata sempre ieri dalla Commissione Ue, che tra le altre cose si propone di «promuovere tecnologie pulite e nuovi modelli aziendali circolari», con la volontà di predisporre un Circular economy act – compresi requisiti di eco-design per gruppi di prodotti – che possa valorizzare l’economia circolare: «Si stima che il potenziale del mercato europeo della rigenerazione circolare possa crescere dal suo valore attuale di 31 miliardi di euro a 100 miliardi entro il 2030, creando 500.000 nuovi posti di lavoro», osserva la Commissione Ue.

Come evidenziato anche da Mario Draghi, oggi ci troviamo in una realtà in cui le materie prime vergini sono più economiche di quelle riciclate, a discapito dell’ambiente e del clima. Secondo Enrico Letta, il futuro del nostro Mercato unico include un Mercato unico circolare, la cui base “risiede nel garantire condizioni di parità per materiali, prodotti e servizi circolari”.

«Sebbene il nuovo Circular economy act debba servire a catalizzare gli investimenti nella capacità di riciclo e a incoraggiare l'industria europea a sostituire efficacemente i materiali vergini, sarà necessario un sostegno finanziario per spingere questa transizione – spiegano nel merito dalla Fead, la Federazione europea per la gestione dei rifiuti, che in vista delle ultime elezioni Ue ha già elaborato un Manifesto in materia – La Commissione europea ha identificato un deficit di investimenti pari a 27 miliardi di euro per l’economia circolare. Per questo motivo, Fead sostiene con forza la creazione di un Fondo per l’economia circolare».

Per concretizzarlo, la Fead propone dunque di inserire una voce di bilancio dedicata all’interno del nascituro Fondo europeo per la competitività, e nei prossimi giorni pubblicherà la sua visione per una strategia sul Mercato unico circolare dell’Ue.

«Fead è pronta a collaborare strettamente con la Commissione europea per tradurre la Bussola per la competitività in misure concrete che sostengano un Mercato unico europeo competitivo, sostenibile e circolare», dichiara nel merito la presidente della Federazione, Claudia Mensi. L’Italia si è già portata avanti sul finire dello scorso anno, avanzando – attraverso l’associazione delle imprese di settore, Assoambiente – un’agenda in cinque punti: completamento del mercato unico europeo per i prodotti riciclati; riconoscimento del contributo del riciclo alla decarbonizzazione; rivoluzione fiscale per il riciclo; rafforzamento delle attività complementari al riciclo; ripensamento normativo e amministrativo delle regole per il riciclo.

Redazione Greenreport

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