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In Italia è tornata ad aumentare l’evasione dell’Iva, a quota 24,2 miliardi di euro l’anno

Osservatorio sui conti pubblici: «Rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al decennio scorso»
 |  Green economy

In base all’ultimo rapporto Vat gap in the Eu, pubblicato dalla Commissione Ue su dati 2023, si stima che in corso d’anno l’evasione dell’Iva sia aumentata dal 10,6 al 14,7%, ovvero in aumento a quota 24,2 miliardi di euro rispetto ai 16,3 stimati per il 2022.

Nell’analisi prodotta dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani c’è comunque spazio anche per il bicchiere mezzo pieno, dato che nel 2021-2022 l’evaso dell’Iva rispetto al dovuto aveva toccato il minimo dal 2010, e il dato del 2023, sebbene in aumento, continua a essere ben al di sotto dei valori registrati nello scorso decennio. Se i dati fossero confermati, rimarrebbe quindi valida la riduzione tendenziale dell’evasione-

Nonostante ciò, per l’Osservatorio il sensibile aumento stimato nel 2023 «desta qualche preoccupazione» per almeno due motivi: «Primo, perché rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al decennio scorso (Fig. 1); secondo, perché, rispetto al dovuto, è l’aumento più alto dell’intera Unione (Fig. 2), il che inciderà negativamente nella classifica dei Paesi dove si evade maggiormente l’imposta, dove già ora l’Italia è sopra a tanti altri Paesi. Infatti, se guardiamo al 2022 (anno in cui abbiamo i dati per tutta l’Unione), l’Italia è risultata all’ottavo posto in Ue per evaso rispetto al dovuto, al di sopra sia della media Ue (8,7%) che degli altri principali Paesi dell’Unione, come la Francia (6%), la Spagna (4,6%) e la Germania (4,3%)».

Dati che suggeriscono l’urgenza di tornare a rafforzare la lotta all’evasione, ma anche di riprendere in mano la struttura stessa dell’imposta sul valore aggiunto, attorno alla quale ormai da anni si sollecita – l’ultima volta da Assoambiente, in chiusura 2024 – di imperniare una rivoluzione fiscale per il riciclo: per sostener l’economia circolare vanno infatti ripensati i regimi a sostegno di questi beni, prevedendo strumenti come il credito d’imposta per l’economia circolare, l’Iva agevolata su materie prime seconde e la revisione della tassazione ambientale.

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Redazione Greenreport

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