Nel nuovo podcast, quel che dovrebbe farci paura e quel che dovrebbe farci ben sperare
Cosa dovrebbe farci paura nel medio periodo? Si apre con questa domanda il nuovo podcast greenreport. Ognuno avrà la sua risposta, dice il direttore responsabile Maurizio Izzo, che come sempre ha curato la selezione di notizie, ma i 900 esperti che hanno realizzato l’ultimo rapporto del World economic forum segnalano che al primo posto ci sono le guerre.
Tra i rischi segnalati però, novità dei nostri tempi, c’è anche la disinformazione. Cioè una volontaria attività di costruire notizie false per un determinato scopo. Ciò ha molto a che fare con le battaglie ambientali, sottolinea Izzo, che sono spesso oggetto di queste campagne di disinformazione. Non solo: nel lungo periodo, viene sottolineato attingendo dal report, uno dei rischi più probabili sarà quello di eventi meteo estremi.
Ci sono anche buone notizie, ricorda Izzo, come il fatto che nell’ultimo anno le rinnovabili sono state record in Italia, arrivando a coprire il 41,2% della domanda elettrica, ma sono ancora pochi nuovi impianti. E poi non ci sono molte altre belle notizie, perché Oltreoceano sono andati in fumo 16 mila ettari di terreno a causa degli incendi divampati in California e, in casa nostra, il Wwf segnala che in Sicilia sono riscontrabili tutti gli effetti drammatici della crisi climatica: nel 2024, anno più caldo mai registrato, ci sono stati 1.288 incendi.
Un buon segnale arriva in compenso dalla Toscana, dove è stato approvato il Piano per l’economia circolare, che adesso si farà in tra: servono infatti presto i nuovi impianti di chiusura del ciclo per indifferenziato e scarti del riciclo. È insomma l’avvio di un percorso, sottolinea Izzo, non proprio una conclusione.
Ultima segnalazione da parte del direttore responsabile di greenreport: Mauro Romanelli ha raccontatol’incontro che si è svolto a Firenze per dar vita a una coalizione ecologista che dia voce alla maggioranza silenziosa. «Si tratta di una svolta per l’ecologismo anche a livello nazionale e – chiosa Izzo chiudendo il podcast – noi ovviamente siamo con loro».