Per le imprese europee 5,2 trilioni di dollari in opportunità legate al clima
Mentre, nella sua sconsolante comparsata da frenatrice alla COP29 di Baku, Giorgia Meloni conferma le politiche procrastinatrici e fossili della destra italiana, un’analisi di CDP, l'organizzazione non-profit che gestisce il sistema mondiale di divulgazione ambientale, basata sulle società quotate che rappresentano oltre due terzi del valore del mercato azionario globale e migliaia di aziende private, rivela che le imprese europee stanno andando velocemente in tutt’altra direzione e che «Stanno guardando più che mai alle opportunità di business derivanti dalla lotta al cambiamento climatico». Anche perché «Hanno identificato un totale di 5,2 trilioni di dollari in potenziali guadagni».
Le imprese segnalano che queste opportunità possono essere realizzate attraverso un costo significativamente inferiore di 8,2 miliardi di dollari in totale.
Mentre la nuova Commissione europea sta preparando l'imminente Clean Industrial Deal, i dati del CDP dimostrano che «Il potenziale impatto finanziario per le aziende europee derivante dalle opportunità legate al clima rappresenta quasi un terzo del totale di 16 trilioni di dollari di opportunità in tutto il mondo identificate lo scorso anno. Questa cifra equivale finanziariamente al PIL di Germania, India e Giappone messi insieme. Le aspettative sono aumentate notevolmente. Quando si esamina una selezione delle 500 aziende più grandi del mondo, hanno aumentato i potenziali benefici finanziari che vedono da 2,1 trilioni di dollari nel 2018 a 4,8 trilioni di dollari nel 2023, più che raddoppiando ( 127% ) negli ultimi 6 anni».
Sherry Madera, CEO di CDP, evidenzia che «Le imprese vedono sempre di più la lotta al cambiamento climatico come un investimento per il futuro, ed è così che i governi devono iniziare a vedere i loro NDC prima del prossimo anno. Questa analisi mostra che ci sono trilioni di opportunità nell'economia globale. Le imprese ora hanno bisogno che i governi definiscano piani con dettagli sufficienti affinché il mercato agisca, realizzi questi guadagni e dia il via alla crescita verde. Con l'attenzione dei negoziati COP29 sulla finanza, crediamo che l'unica strada per il successo sia vedere pratiche commerciali ambiziose e l'obiettivo di 1,5 °C lavorare mano nella mano».
Ma l'analisi di CDP rivela anche «Un lento progresso aziendale nell'allineare le attività aziendali principali con gli obiettivi climatici, con la quota media dichiarata di investimenti (CapEx) spesi per realizzare piani aziendali di transizione climatica che si attesta a circa il 27% tra le aziende europee. Nel frattempo, solo il 15% delle aziende genera la maggior parte dei propri ricavi da prodotti low-carbon, strettamente allineati alla media del businesses a livello globale. I dati mostrano che le imprese hanno difficoltà a realizzare aspettative di opportunità ottimistiche adattando il loro portafoglio di prodotti e servizi, il che suggerisce che sono necessari NDC e quadri politici più forti per aiutare a mobilitare il capitale privato. In caso contrario, si prospettano rischi aziendali significativi».
L’Italia rischia di rimanere indietro, a rimorchio di Donald Trump e di una Confindustria che ispira le politiche “prudenti” e fossili del governo, in questa corsa verso l’innovazione che sembra guidata dalle principali 500 imprese lobali, per le quali i dati CDP mostrano una maggiore consapevolezza dell'impatto finanziario dei rischi climatici: «Le imprese analizzate hanno identificato oltre 1,3 trilioni di dollari in rischi correlati al clima, un aumento del 29% rispetto al 2018, con regolamentazione, impatti di mercato e rischi fisici acuti come principali preoccupazioni».
La trasparenza sui progressi e le ambizioni delle aziende in materia di clima è un contributo fondamentale alle Conferenze delle parti Unfccc come quella in corso a Baku per aiutare i governi a stabilire e raggiungere obiettivi che adottino un approccio che coinvolga l'intera economia.
Al CDP sottolineano che «In un'accelerazione della disponibilità di dati ambientali standardizzati per guidare i governi, il numero di imprese che segnalano dati ambientali tramite CDP è cresciuto fino a oltre 24.800 imprese (+7%) nel 2024. Questo include le compagnie che rappresentano la stragrande maggioranza della capitalizzazione di mercato europea (80%) e oltre il 66 % del valore totale del mercato azionario globale».
Nigar Arpadarai, United Nations Climate Change High-Level Champion, conclude: È molto incoraggiante vedere che più di 12.500 piccole e medie imprese (PMI) hanno segnalato tramite il nuovo questionario per le PMI del CDP in questo primo anno. La divulgazione è un primo passo cruciale per l'azione e sarà essenziale per proteggere le PMI e le catene di fornitura nei mercati principali ed emergenti. Il CDP è stato un grande partner nella mia campagna per consentire a migliaia di piccole imprese di prosperare nella transizione verde, aiutando le PMI a far emergere informazioni che renderanno più facile capire dove concentrare la loro attenzione, creare capacità e agire».