Lo sciopero generale del 29 novembre anche per costruire un modello di sviluppo sostenibile
Dopo giorni di polemiche e di accuse della destra ai sindacati e di dichiarazioni “scherzose” di Giorgia Meloni, nesuno si aspettava che l'incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sulla manovra economica portasse a un accordo. E infatti i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, hanno confermato le ragioni alla base dello sciopero generale proclamato per il 29 novembre.
Il Consiglio dei ministri si è limita a darne notizia con una stringata nota: «Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi, a Palazzo Chigi, le sigle sindacali sul disegno di legge di bilancio».
Per Landini «Non si sono potuti fare passi avanti. il Governo ha riconfermato che la manovra è quella presentata in Parlamento. I margini sono quelli, gli spazi di modifica sono limitati. Se si condivide l'impianto bisogna stare dentro quella logica. Noi confermiamo il giudizio di una pessima legge di bilancio che non affronta e non dà un futuro al Paese. E' assolutamente riconfermata la ragione dello sciopero generale del 29 e la necessità di invertire questa tendenza non più accettabile».
Quindi CGIL e Uil (la CISL non aderisce) confermano la proclamazione di 8 ore di sciopero generale, con manifestazioni territoriali, per il 29 novembre, per cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici, investire nelle politiche industriali.
Nel manifesto che indice lo sciopero generale si legge che «Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità con: perdita del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati causata da un'inflazione da profitti; crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso; tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali; rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell'inflazione; taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef; politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori; nessun intervento sugli extraprofitti; peggioramento della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori; insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime; assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti; ritardi nell'attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno; attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza».
Per queste ragioni CGIL e UIL chiedono al sistema delle imprese e al governo: «Di prendere i soldi dove sono: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva; Un finanziamento straordinario per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca; Rinnovo dei CCNL pubblici e privati per aumentare il potere d'acquisto, con detassazione degli aumenti; Piena rivalutazione delle pensioni, rafforzare ed estendere la quattordicesima; Riforma delle pensioni che superi la Legge Monti/Fornero; Politica industriale per i settori manufatturieri e per i servizi con investimenti per difendere l'occupazione - anche con il blocco dei licenziamenti – creare nuovo lavoro e costruire un modello di sviluppo sostenibile; Tutela della salute e sicurezza e contrasto alla precarietà cambiando la legislazione sul lavoro: Ritiro del disegno di legge sicurezza e rispetto delle libertà costituzionali».