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Green deal, 180 Ong e 60 imprese alla Commissione Ue: no passi indietro su clima e natura

Mentre a Bruxelles il Parlamento europeo avvia le audizioni dei nuovi commissari sulle loro proposte per i prossimi cinque anni, il Wwf Italia rilancia l’appello per «ristabilire l’equilibrio tra il bene pubblico e l’influenza dell’industria»
 |  Green economy

«L’orientamento politico della presidente von der Leyen e i primi dibattiti parlamentari rivelano una svolta preoccupante: la gestione delle crisi del clima, della biodiversità e dell'inquinamento sono stati messi in secondo piano a favore delle richieste dell’industria. Con l’avvicinarsi delle audizioni dei Commissari, le prossime settimane saranno cruciali per ristabilire l'equilibrio tra il bene pubblico e l'influenza delle imprese». È quanto si legge nelle prime righe di un appello inviato alla Commissione Ue e sottoscritto da 180 Ong (da Greenpeace a Kyoto club a Wwf Europa) affiancato tra l’altro da un altro appello, siglato da 60 aziende attive sui mercati internazionali (tra gli altri, compaiono i noti loghi di Ikea, Decathlon, H&M, Patagonia) in cui si legge: «Le aziende sottoscritte sostengono fermamente il Green deal europeo e la sua continuazione. In quanto leader nell'approvvigionamento e nella produzione sostenibile, sappiamo che gli standard dell'Ue in materia di natura, biodiversità e clima non sono il problema, ma una parte vitale della soluzione».

Così, mentre a Bruxelles il Parlamento europeo avvia le audizioni dei nuovi Commissari sulle loro proposte programmatiche per i prossimi cinque anni, con due appelli la società civile e il mondo imprenditoriale lanciano un chiaro messaggio alla nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen: su crisi climatica, perdita di biodiversità e inquinamento non sono più ammessi passi indietro.  

La posta in gioco è altissima, sottolinea Wwf Italia rilanciando l’appello. Nell’ultimo decennio gli eventi climatici estremi sono costati all’Europa 260 miliardi di euro con gravi ricadute per la sicurezza dei cittadini e la competitività di lungo periodo delle imprese europee. La perdita di biodiversità accelera in Europa e nel mondo a ritmi sempre più rapidi mettendo a rischio la capacità della natura di assorbire le emissioni di CO2 e di garantire benefici e servizi essenziali all’ambiente e alle persone. L’inquinamento atmosferico rimane il principale rischio ambientale per la salute umana con 253.000 decessi provocati in Europa nel 2021.  

 Nonostante questi dati allarmanti, denuncia il Panda, la tendenza della Commissione a guida von der Leyen di far retrocedere le politiche ambientali e climatiche nella scala di priorità dell’agenda europea si era già concretizzata nella precedente legislatura con l’ arretramento sulle condizionalità ambientali della Politica agricola comune (Pac) e sulla Strategia Farm to Fork, a cui si è aggiunta la recente proposta della Commissione di posticipare di 12 mesi la data di applicazione del Regolamento sulla deforestazione.   

Oggi, sottolinea il Wwf Italia dando risalto all’iniziativa, in occasione delle audizioni dei nuovi Commissari al Parlamento Europeo, 180 organizzazioni della società civile e 60 aziende chiedono un’attuazione efficace del Green deal ed esprimono preoccupazione rispetto al potenziale arretramento degli impegni ambientali. 

Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Wwf Italia, dichiara: «Negli ultimi cinque anni, il Green deal europeo ha avviato una transizione virtuosa e sostenibile delle nostre economie e dei nostri stili di vita, consentendo di adottare un quadro normativo trasparente e competitivo per pianificare investimenti pubblici e privati in linea con gli obiettivi di neutralità climatica, di ripristino degli ecosistemi degradati e di riduzione drastica della deforestazione. La deregolamentazione annunciata dalla Commissione europea va contro ogni logica ambientale e climatica, benché venga presentata come una semplificazione per le aziende, non fa altro che penalizzare pesantemente le numerose imprese italiane ed europee che hanno già investito risorse finanziarie nell’adeguamento dei loro piani produttivi agli obiettivi di decarbonizzazione e di tutela della biodiversità. Non a caso 60 aziende europee condividono le nostre stesse preoccupazioni e chiedono alla Commissione europea di mantenere elevati standard ambientali e di assicurare tempistiche chiare e finanziamenti consistenti per l’implementazione del Green deal europeo. Le audizioni dei Commissari che iniziano oggi al Parlamento europeo saranno un banco di prova importante per capire se la Commissione von der Leyen continuerà sul percorso tracciato dal Green deal o prenderà la strada dell’inazione climatica e ambientale. Un arretramento su queste sfide cruciali arrecherebbe solo danni irreparabili all’ambiente e non produrrebbe vantaggi per nessuno, se non per quei portatori di interesse che non hanno semplicemente voglia di rinunciare alle proprie rendite a discapito di clima, natura, salute e competitività di lungo periodo». 

Redazione Greenreport

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