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L’analisi Jrc: gli aiuti di Stato simultanei alle industrie Net Zero sono più convenienti per Ue e singoli Paesi

Secondo lo studio del Centro comune di ricerca, un’azione comune porta guadagni aggiuntivi, contribuisce a rafforzare il mercato unico e migliora la posizione strategica dell’Europa nei settori manifatturieri cruciali per la transizione verde
 |  Green economy

Secondo un antico detto, chi fa da sé fa per tre. Ma economicamente, ecologicamente e anche socialmente parlando, sembra proprio che la realtà sia un’altra: se due o più soggetti si aiutano simultaneamente, ci guadagna l’intero gruppo e inoltre il vantaggio che ne consegue per ciascuno è superiore che non se ognuno di essi si attivasse in solitudine. Questa dinamica emerge da uno studio effettuato dal Joint research centre(Jrc), direzione generale della Commissione europea che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque Stati membri dell’Ue. L’analisi, in particolare, evidenzia che gli aiuti di Stato simultanei a sostegno delle industrie Net Zero da parte di più Paesi membri si traducono in un maggiore impatto economico positivo sia a livello di Unione europea che a livello nazionale dei soggetti coinvolti, rispetto alle azioni individuali di un singolo Stato membro. 

Nell’attuale fase storica, economica e commerciale in cui sono ormai evidenti gli effetti della crisi climatica, in cui si mettono dazi sulle auto elettriche cinesi in risposta agli aiuti di Stato di Pechino e in cui si registra un aumento dei prezzi dell’energia a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il dato che emerge dall’analisi del Centro comune di ricerca Ue fornisce un’importante indicazione sulla strada da seguire a livello comunitario. Già ora l’interruzione delle catene di approvvigionamento delle materie prime ha spinto i Paesi a muoversi in modo coordinato per attenuare le ripercussioni negative sulle imprese. Inoltre, sottolinea il Jrc, il rischio di una riduzione della competitività dell’Ue a causa delle pesanti sovvenzioni della Cina e degli Stati Uniti alle tecnologie a zero emissioni nette potrebbe indurre anche i singoli paesi dell’Unione a sostenere le loro industrie. Non a caso, viene evidenziato, «la legge sull'industria a zero emissioni nette, una normativa dell’Ue applicabile dal 29 giugno 2024, è stata concepita per stimolare gli investimenti e le capacità industriali per 19 categorie di tecnologie pulite al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi dell’Ue in materia di neutralità climatica». 

Ma a questo punto ci sono due possibili scenari che potrebbero determinarsi a livello comunitario. E il Centro comune di ricerca Ue ha valutato il potenziale impatto degli aiuti di Stato a sostegno delle industrie a zero emissioni nette nei due casi ipotetici: uno in cui le sovvenzioni sono introdotte individualmente da Germania, Italia e Francia e uno in cui i tre Stati membri agiscono contemporaneamente. 

Si legge nel testo diffuso dal Jrc: «L’analisi ha rivelato che gli aiuti di Stato simultanei a sostegno delle industrie a zero emissioni nette da parte di più Stati membri si traducono in un maggiore impatto economico positivo sia a livello di Ue che di paese su un periodo di dieci anni, rispetto alle azioni individuali di un singolo Stato membro. Nello scenario simultaneo, un importo totale di 18,2 miliardi di euro di aiuti di Stato è concesso alle industrie a zero emissioni nette selezionate nei tre paesi, portando l'impatto economico totale nell’Ue a 33,8 miliardi di euro dopo 10 anni. Dato che in un’economia globalizzata gli effetti della politica si estendono oltre i confini dei paesi sovvenzionatori, l’impatto totale degli aiuti di Stato sarebbe distribuito tra i paesi dell’Ue e i paesi terzi. L'analisi mostra che i benefici per l’Ue sarebbero triplicati rispetto all'impatto nel resto del mondo (11,0 miliardi di euro)».

Secondo il modello, gli Stati membri che concedono aiuti alle tecnologie a zero emissioni nette hanno guadagni aggiuntivi che vanno dallo 0,7% in Italia all’1,6% in Francia, nell’ambito di un’azione comune. Inoltre, gli aiuti di Stato simultanei contribuirebbero a rafforzare il mercato unico attraverso i suoi maggiori effetti positivi indiretti sul resto dell’Ue, in particolare nelle industrie non sovvenzionate (1,3 % rispetto all’1,1 % nel resto del mondo) e quindi a rafforzare la catena del valore dell’UE e l’autonomia strategica dell’Ue. 

Stando all’analisi del Jrc, l’azione simultanea di più Stati Ue «riduce inoltre il rischio di frammentazione del mercato unico nelle industrie verdi sovvenzionate, dove i vantaggi supplementari dell’azione congiunta sono più significativi per il resto dell’Ue (1,2 %) rispetto all’Ue nel suo complesso (0,5 %). La conclusione dello studio non lascia spazio a dubbi, circa la strada da seguire nei prossimi mesi: «In uno scenario ipotetico in cui tutti i 27 paesi dell’Ue introdurrebbero aiuti di Stato contemporaneamente, ci si aspetterebbe che l’elevata integrazione delle economie dei paesi dell’Ue nel mercato unico generi ricadute intra-Ue più significative, in linea con l’analisi effettuata per i tre paesi dell’Ue, e migliori la posizione strategica dell’Ue nei settori manifatturieri cruciali per la transizione verde».

Redazione Greenreport

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