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Direttive rifiuti, la Commissione Ue apre due nuove procedure d’infrazione contro l’Italia

Errato il recepimento di molteplici disposizioni, ancora troppo basso l’avvio a riciclo dei rifiuti urbani così come la raccolta differenziata dei Raee
 |  Green economy

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia (INFR(2024)2097) per non aver recepito correttamente la direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) come modificata dalla direttiva (UE) 2018/851.

La direttiva, incentrata sulla gestione sostenibile dei rifiuti urbani e sull’efficienza nell’uso delle risorse, recepita dal Governo italiano nell’agosto 2020, ma la Commissione «ha riscontrato che l'Italia – spiegano da Bruxelles – non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle sulla responsabilità estesa del produttore, sulla garanzia di un riciclaggio di alta qualità, sulla raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e sull'attuazione di un sistema di tracciabilità elettronica».

Da qui l’invio di una lettera di messa in mora all'Italia, che ora ha due mesi per rispondere e risolvere le carenze sollevate; in assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato, procedendo nell’iter dalla procedura d’infrazione.

Ma questa è solo la prima delle due lettere di costituzione in mora inviate oggi da Bruxelles a Roma. La seconda (INFR(2024)2142) è ancora sul fronte dell’economia circolare, per non aver raggiunto più obiettivi di raccolta e riciclo dei rifiuti.

In primo luogo, all’Italia viene contestato il non aver raggiunto entro il 2020 l'obiettivo del 50% di preparazione al riuso e al riciclaggio dei rifiuti urbani (nel 2022 ancora fermo al 49,2%, mentre continua ad allargarsi la forbice tra raccolta differenziata e riciclo).

Al contempo, la Commissione Ue ha verificato anche il mancato rispetto della direttiva sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), ovvero la 2012/19/UE come modificata dalla direttiva (UE) 2024/884, che richiede un tasso di raccolta differenziata di almeno il 65% mentre l’Italia nel 2023 non è arrivata neanche alla metà del target (30,24%, in continuo calo).

Anche in questo caso, l’Italia ha due mesi per rispondere alla Commissione prima che possa arrivare un nuovo parere motivato anche su questo fronte; un problema che comunque non riguarda certo solo il nostro Paese, perché questa seconda lettera di costituzione in mora è stata inviata dalla Commissione ai 27 Stati membri, tutti carenti.

«A tale riguardo – chiosano da Bruxelles – gli Stati membri potrebbero fare affidamento sulle raccomandazioni specifiche per paese identificate nel Waste Early Warning Report del 2023. Ciò aiuterà anche gli Stati membri a soddisfare i prossimi obiettivi del 2025, 2030 e 2035, stabiliti dalle recenti modifiche della legislazione Ue sui rifiuti».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.