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L'1 e 2 ottobre a Roma il Forum annuale

Appalti pubblici, in Italia solo il 9,3% degli acquisti è green

Secondo il Rapporto CompraVerde, il Gpp riguarda 11,5 miliardi di euro l’anno
 |  Green economy

Dagli appalti pubblici passano buona parte delle chance per una reale conversione ecologica dell’industria italiana; il Gpp – o Green public procurement – nasce infatti per assicurare uno sbocco di mercato adeguato a produzioni sostenibili e bisognose di conquistare economie di scala prima di poter competere liberamente. Si tratta di un’impalcatura fondamentale per la crescita delle green economy, ma è purtroppo un sostegno ancora troppo fragile.

Giovedì 1 e venerdì 2 ottobre all'Acquario romano – Casa dell'architettura di Roma partirà la nona edizione di CompraVerde-BuyGreen, il Forum internazionale degli acquisti verdi, che rappresenterà l’occasione per analizzare la diffusione delle pratiche green e il loro impatto: i primi dati del Rapporto CompraVerde vedono però un comparto dalle grandi potenzialità ancora inespresse. La diffusione degli acquisti verdi in Italia copre infatti circa il 9,3% dell’ammontare in valore degli appalti pubblici, pari a circa 11,5 miliardi di euro l’anno, concentrati soprattutto in sei regioni: Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, ovvero quelle in cui sono stati approvati i Piani d’azione per il Gpp.

Più del 90% degli appalti pubblici, dunque, è ancora oggi concretizzato senza tener conto della relativa sostenibilità. «L'adozione dei criteri ambientali – sottolineano dal Forum – è concentrata soprattutto nei settori dell’acquisto dei prodotti elettronici, del noleggio delle auto, dell’acquisto della carta e dei servizi di ristorazione collettiva, mentre l'arredo urbano e i servizi energetici per gli edifici stanno gradualmente aumentando la quota di appalti pubblici con criteri Gpp e i fondamentali settori dell’edilizia, della manutenzione urbana e della gestione dei rifiuti registrano invece un certo ritardo».

Eppure, l’effettiva implementazione degli acquisti pubblici verdi sarebbe un’occasione di sviluppo particolarmente ghiotta per il territorio di riferimento: «L’introduzione dei criteri ambientali – spiegano dal Forum – non favorisce, attualmente, soprattutto le imprese medio-grandi o globali: quando in un appalto si inseriscono i criteri Gpp il 53,2% delle imprese che si aggiudicano la gara è infatti “locale”».

Il nocciolo della questione, d’altronde, rimane sempre lo stesso: i Gpp sono previsti dalla normativa italiana ma sistematicamente ignorati dalle istituzioni stesse che dovrebbero dargli sostanza, e per chi sgarra il rischio di essere sanzionato è ridotto al minimo. A inizio luglio trapelò dal ministero dell’Ambiente l’ultimo sentore di riforma per l’ambito, ma il tutto si è nuovamente arenato. La speranza è che l’ormai prossimo ritorno sulla scena del Forum internazionale degli acquisti verdi possa tornare a dare nuova linfa al dibattito e – soprattutto – all’effettivo compimento di uno strumento concreto per lo sviluppo sostenibile.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.