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Sulla nuova Commissione Via-Vas è ancora notte fonda

Ancora nessun atto formale dal ministero dell’Ambiente dopo la scadenza dell’8 luglio, risultano nominati soltanto 30 membri a fonte dei 70 previsti
 |  Green economy

È noto da tempo che l’8 luglio sarebbe scaduto il periodo di prorogatio della Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente ma, com’era prevedibile, non è ancora pronta quella nuova. Tale incredibile assenza significa che non ci sono tecnici che si esprimono su ciò che, di grande e meno grande, deve essere realizzato in Italia, oltretutto in un momento particolarmente significativo per la realizzazione di opere strategiche che interessano il nostro Paese.

Dopo il regime di proroga di 45 giorni, concessa a fine maggio, quando la commissione nominata dall’ex ministro Sergio Costa ha terminato la sua attività ordinaria, entro pochi giorni ci si aspettava un atto ufficiale da parte del ministero dell’Ambiente; infatti, la Commissione ha operato in regime di prorogatio e sotto la guida pro tempore della presidente Paola Brambilla.

Tuttavia, nonostante diverse sollecitazione, anche da parte del mondo imprenditoriale, rivolte al Mase, sia sulla data di insediamento della nuova Commissione sia sulle criticità di tali nomine, non è giunta alcuna risposta formale.

Così ci si deve accontentare delle indiscrezioni, sintetizzate negli scorsi giorni da alcune testate nazionali, che hanno dato per certa la nuova presidenza, che sembra sarà affidata a Germana Panzironi: 61 anni, prima nota avvocata romana e ora magistrata amministrativa, ex presidente del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio e attualmente del Tar Abruzzo.

Occorre precisare che questa risulta essere una figura che è stata criticata dai movimenti ambientalisti per via di alcune sentenze giudicate troppo favorevoli alle imprese. Ma non è l’unica critica sulla nuova Commissione che abbiamo avuto modo di leggere, a partire dalle interrogazioni parlamentari presentate da alcuni partiti.

Ad ogni modo, resta intera l’urgenza di definire, al più presto possibile, i nuovi membri che, stando al vigente quadro normativo, dovrebbero essere 70 mentre, invece, ne risultano nominati soltanto 30: ciò comporterebbe il fatto che, anche in presenza del legittimo Presidente, la Commissione non potrebbe deliberare per mancanza del numero legale. Sappiamo bene che i progetti che valuta la Commissione investono larghissimi aspetti della vita economica dell’intero sistema italiano e ogni ritardo ricade, inevitabilmente, su tutta la società italiana.

Redazione Greenreport

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