Da oggi i lavoratori dei servizi ambientali hanno un contratto collettivo nazionale unico
Dallo spazzamento e raccolta dei rifiuti sino al trattamento e al riciclo, oggi il percorso di unificazione contrattuale del contratto collettivo nazionale (Ccnl) dei servizi ambientali può dirsi concluso.
La formale “fusione” dei due Ccnl del settore dei servizi ambientali, già in parte realizzata il 18 maggio 2022 con una storica negoziazione unificata del rinnovo del Ccnl Utilitalia 10 luglio 2016 – sottoscritto nel 2018 anche da Confindustria-Cisambiente, Lega coop Produzione e Servizi, Confcooperative e Agci – e del Ccnl Assoambiente 6 dicembre 2016, che ha visto Utilitalia come capofila, si perfeziona con la stesura unificata oggi siglata a Roma da tutte le Associazioni datoriali coi sindacati di categoria Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fiadel, che suggella il Ccnl 18 maggio 2022 come contratto collettivo unico di settore.
Il Ccnl può quindi oggi a pieno titolo qualificarsi come il contratto di riferimento in cui tutti gli operatori rappresentativi del settore si possono riconoscere; il passo successivo è quello di avviare la richiesta di un codice unico all’archivio dei contratti Cnel, in luogo dei preesistenti due codici K541 e K531.
«La stesura unificata del Ccnl, che fa nascere il Ccnl unico di settore – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – rappresenta un risultato contrattuale importantissimo, per il quale desidero ringraziare le altre parti datoriali e le organizzazioni sindacali, che tutte hanno contribuito alla positiva conclusione. Utilitalia ha ricoperto un ruolo decisivo nel processo di aggregazione e di armonizzazione delle norme che ha richiesto un lavoro lungo più di due anni e che Utilitalia ha portato avanti con la responsabilità e la consapevolezza di essere associazione altamente rappresentativa del settore ambientale».
Le imprese associate a Utilitalia, in qualità di organizzazione datoriale, occupano infatti oltre il 50% degli oltre 100.000 lavoratori del settore (senza contare l’indotto) e servono oltre il 55% della popolazione italiana.
«Piena soddisfazione per il risultato raggiunto dopo un lungo e laborioso negoziato. Il contratto unificato porterà maggior equilibrio in un settore delicato e in un sistema degli appalti molto complesso e pieno di criticità», aggiunge Chicco Testa in qualità di presidente Assoambiente, l’associazione che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese private che svolgono servizi ambientali, gestiscono rifiuti e sono attive nell’economia circolare.