End the Cage Age, associazioni unite nel ricorso contro la Commissione Ue
Alcune fra le principali associazioni europee – che includono a livello internazionale The ECI Campaign, Eurogroup for Animals, Foodwatch International e Animal Equality, e, in Italia , LAV e LNDC Animal Protection – hanno chiesto di intervenire nello storico ricorso presentato alla Corte di Giustizia Ue contro la Commissione europea per End the Cage Age (EtCA), sostenendo di essere «Direttamente danneggiate dal mancato mantenimento da parte della Commissione Europea della promessa di proporre una legislazione per vietare l'allevamento in gabbia».
Se la Corte accetterà la loro richiesta di intervento, ogni associazione fornirà le proprie argomentazioni su come l’inadempienza della Commissione Ue nel presentare la proposta legislativa per il divieto dell’allevamento in gabbia entro la fine del 2023 abbia un impatto diretto sugli interessi che rappresenta.
End the Cage Age è stata la prima ICE a ottenere dalla Commissione Europea un chiaro impegno formale e le associazioni ricordano che «Nel 2021, la Commissione Ue aveva assunto l’impegno giuridicamente vincolante a presentare, entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Una decisione in risposta al successo dell’ICE End the Cage Age che – con il sostegno di una coalizione di 170 associazioni coordinate da Compassion in World Farming (CIWF), di cui 20 italiane – ha raccolto 1,4 milioni di firme certificate».
Presentato a marzo dal Comitato dei cittadini promotori dell’ICE End the Cage Age (Leopoldine Charbonneaux, Francia; Olga Kikou, Grecia; Malgorzata Szadkowska, Polonia; Romana Sonkova, Repubblica Ceca; Geert Laugs, Paesi Bassi; Annamaria Pisapia, Italia; e Mahi Klosterhalfen, Germania), il ricorso EtCA è il primo a chiamare la Commissione a rispondere della sua inazione in merito a una ICE. Se la Corte di Giustizia si esprimerà in favore del ricorso, la Commissione sarà obbligata a stabilire una tempistica chiara e ragionevole per la pubblicazione della propria proposta legislativa per eliminare l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti, e a dare accesso al proprio dossier sull’ICE ETCA.
Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia e portavoce del Comitato dei cittadini promotori dell’ICE EtCA, sottolinea che «La Commissione europea ha il dovere di tenere fede al proprio impegno giuridicamente vincolante di vietare l'allevamento in gabbia. La sua inadempienza non colpisce solo i circa 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare che soffrono ogni anno in gabbia, ma nuoce anche all’ambiente e si prende gioco dell’ICE come strumento democratico per i cittadini dell’UE, in particolare per gli 1,4 milioni di persone che l'hanno firmata. Siamo felici che queste associazioni abbiano deciso di sostenere il ricorso End the Cage Age per richiamare la Commissione europea alle proprie responsabilità. Ciò dimostra che il divieto di utilizzo delle gabbie sia importante da molti punti di vista. Non ci fermeremo finché la Commissione non manterrà la sua promessa e ogni gabbia sarà vuota».”
Uno schiacciante 89% dei cittadini dell'Ue ritiene che gli animali non debbano essere allevati in gabbie individuali e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) si è espressa a favore della graduale eliminazione delle gabbie per motivi di benessere animale per suini, vitelli, galline ovaiole, quaglie, oche e conigli. Nell’Unione europea, ogni anno circa 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare trascorrono gran parte o tutta la loro vita in gabbie o recinti individuali. Le galline e i conigli, per esempio, sono rinchiusi in spazi della grandezza di un foglio A4. Le scrofe sono costrette ad allattare i propri piccoli in gabbie così strette che non possono neanche girarsi su sé stesse. Anatre e oche sono tenute in gabbie dove vengono alimentate a forza per produrre il foie gras.
Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, ha commentato: «I cittadini dell’Ue che vogliono questi miliardi di animali fuori dalle gabbie si sono avvalsi dello strumento democratico a loro disposizione: la ICE. Mettere fine alla sofferenza degli animali non è in discussione. Eppure, il silenzio della Commissione sulla questione ci spinge a interrogarci sullo stesso fine democratico dell'ICE».
Per Carsten Berg, direttore di The ECI Campaign, «Non è solo il futuro degli animali a essere a rischio, ma anche il destino della ICE e, con esso, quello della democrazia dell'UE. Finora nessuno strumento partecipativo dell'UE ha mai portato a un cambiamento significativo della politica dell'Unione. La promessa della Commissione in risposta all'ICE End the Cage Age è un caso unico in tal senso. Dispiace molto constatare che sembra essere necessario l'intervento della Corte di Giustizia per far sì che la Commissione mantenga la sua promessa, ma se è questo ciò che serve, noi ci siamo».
Jörg Rohwedder, direttore di Foodwatch International, ha dichiarato: «La sofferenza di milioni di animali allevati rende evidente il fallimento della politica agricola dell'UE. Foodwatch ha sostenuto attivamente l'iniziativa End the Cage Age fin dall'inizio e, da associazione che vigila a nome dei consumatori, non ci arrenderemo fino alla fine. Ignorare 1,4 milioni di consumatori europei che chiedono il divieto delle gabbie e non rispettare la tempistica promessa è inaccettabile. I consumatori non vogliono acquistare prodotti provenienti da animali in gabbia! Le ICE come questa sono strumenti importanti per garantire un processo partecipativo e fare in modo che i consumatori siano ascoltati. Non lasceremo perdere».
Matteo Cupi, vice presidente per l’Europa di Animal Equality, ricorda che «Animal Equality ha documentato in tutto il mondo la sofferenza e il degrado estremi che gli animali allevati subiscono rinchiusi in gabbia. Per porre fine a questa pratica vergognosa nell'Unione Europea, ha contribuito a raccogliere migliaia di firme a sostegno dell'ICE End The Cage Age. Ora le istituzioni europee devono mantenere le loro promesse di un'Europa migliore per gli animali e agire. Pertanto, Animal Equality richiede formalmente alla Corte di Giustizia Europea di aderire al ricorso "End the Cage Age" contro la Commissione Europea».
Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection e Roberto Bennati, direttore generale di LAV concludono: «La questione affrontata dall’ICE End the Cage Age è urgente in quanto riguarda centinaia di milioni di animali nell’UE che sono confinati in gabbie e sopportano sofferenze estreme, e la Commissione Europea si era impegnata pubblicamente a vietare questa pratica crudele entro il 2027. Il divieto delle gabbie, fortemente sostenuto dai cittadini dell'UE, è strettamente legato all'urgente necessità di una trasformazione dell'intero sistema alimentare, che dovrebbe essere al centro del Green Deal dell'Ue e partire proprio dal miglioramento degli standard di protezione degli animali allevati. Ma la questione riguarda anche la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Pertanto, la mancata pianificazione della proposta di legge, nonché il diniego di accesso ai documenti, costituiscono a tutti gli effetti violazioni della fiducia dei cittadini dell’UE, dell’impegno dell’Ue per una migliore protezione degli animali allevati e dei principi del diritto ambientale dell’Ue da parte della Commissione europea».