
Rinnovabili, Confindustria boccia lo spalma-incentivi e si affida al Movimento 5 Stelle

Anie Rinnovabili, costola di Confindustria nata recentemente per riunire quelle aziende che operano in varie declinazioni dell’energia rinnovabile – fotovoltaico, eolico, mini idraulico, biomasse e geotermia – si è fatta promotrice di un incontro tenutosi ieri a Milano presso la sede di Anie Confindustria per affrontare gli spinosi temi della strategia energetica italiana e del suo sviluppo sostenibile.
Durante il summit (dove il Comitato Ifi – Industrie fotovoltaiche italiane – ha manifestato tra l’altro volontà di aderire a Anie Rinnovabili) sono state molte le proposte illustrate che hanno trovato il favore anche di Confindustria e del mondo istituzionale. Il primo mondo era rappresentato in loco dal direttore Politiche industriali Andrea Bianchi e da Massimo Beccarello, mentre dall’altra parte del tavolo sedeva in particolare il senatore pentastellato Gianni Pietro Girotto (nella foto), membro della X Commissione Industria Senato, che – fanno sapere da Confindustria – si è «impegnato a portare le istanze di Anie presso le sedi di discussione competenti».
«Siamo molto soddisfatti di questo incontro – ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie Confindustria – nonché di aver trovato un interlocutore istituzionale competente, che possa farsi portavoce del sentiment del mondo industriale nei confronti di alcuni provvedimenti di estrema attualità. Innanzitutto sulla norma “taglia bollette”, conosciuta anche come “spalma incentivi”, Anie ritiene che non si debba procedere ad una rimodulazione ulteriore dei meccanismi incentivanti. Anie Confindustria è favorevole invece ad un meccanismo di emissione di bond che coinvolga il Gse e la Cassa depositi e prestiti. Una misura, di fatto, più efficace perché consente di incidere sulla componente A3 della bolletta, ovvero quella degli oneri di sistema che garantiscono dei risparmi molto più ingenti e immediati».
La ricetta di Anie Rinnovabili per lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili – sintetizzano da Confindustria – è molto semplice: «Innanzitutto, uno snellimento burocratico, realizzabile a costo zero, mediante una semplificazione delle procedure autorizzative, di connessione e di accesso alla rete che porterebbe a una diminuzione dei costi degli impianti FV fino al 15-20%. È necessario poi, così come più in generale nell’industria italiana, facilitare l’accesso al credito per le imprese, per esempio con l’introduzione di un fondo speciale (come il Fondo Rotativo di Kyoto) per garantire tassi agevolati. Costituirebbero inoltre una fonte di benessere per il comparto altre misure, quali l’estensione della detrazione Irpef al 50% anche ai soggetti giuridici e il supporto incentivante alla sostituzione dell’amianto».
