Green deal, lascia o raddoppia? Gli ambientalisti toscani fanno il punto a Scandicci Fiera
L'Europa e l'Italia sono ad un bivio. La Cina è scattata avanti, sull'auto elettrica ad esempio, toccando ad agosto quota un milione di unità vendute nel mese. Che fare? Proteggersi con i dazi e continuare col motore endotermico, aspettando che la "moda green" passi, e sperando che il cambiamento climatico non sia poi così grave?
O scegliere di stare nella partita dell'elettrificazione, che la scienza indica come via maestra? E quindi non abbassare le ambizioni, ma investire per aprire miniere di minerali critici in Europa, accelerare sul riciclo delle batterie e le infrastrutture di ricarica, sostenere consumatori e lavoratori? Il Governo aveva scelto la prima via, ma ha trovato poche sponde in Ue.
Un altro grande tema è la casa. L'Italia ha votato contro la direttiva Case green, ma dovrà applicarla. Sicuramente migliorare energeticamente le nostre case le rende più salubri e ne rivaluta il valore. Ma le spese iniziali spaventano. È il momento decisivo per il Green deal: lasciare o raddoppiare gli sforzi per la transizione ecologica.
Ne parleranno nel talk in programma domani nella Green Area di Scandicci Fiera, con la media partnership di greenreport, l’associazione ambientalista Ecolobby – col presidente Mauro Romanelli, tra i promotori dell’appello sulle aree idonee alle rinnovabili rivolto nei giorni scorsi dalle principali associazioni ambientaliste toscane alla Regione – insieme a Elisa Meloni (economista ecologista ed esperta di politiche comunitarie) e Ugo Bardi (divulgatore esperto di mobilità elettrica).