Skip to main content

Incendi, Ispra: nel 2021 in Italia bruciati il triplo degli ettari del 2020

La Sicilia regione più bruciata, il maggior impatto in Calabria, l'incendio più vasto in Sardegna
 |  Enogastronomia moda turismo

Secondo quanto emerge dall’attività di osservazione ed elaborazione dati condotto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «In Italia il 40-50% del territorio colpito da incendio è costituito da foreste. Considerando che circa 1/3 del territorio nazionale è ricoperto da foreste (circa 8 milioni e mezzo di ettari), dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 risulta bruciata complessivamente una superfice pari allo 0,5% del territorio Italiano (corrispondente al Lago di Garda). Tra le coperture arboree, la categoria più colpita è quella delle latifoglie sempreverdi (macchia mediterranea) per il 56%, seguono le classi di latifoglie decidue (come le querce) 25% e le classi di aghifoglie sempreverdi, come i pini mediterranei, 19%».

Lo strumento di analisi dell’Ispra fornisce tempestivamente informazioni sugli effetti sugli ecosistemi naturali degli incendi avvenuti in un anno e contribuisce a programmare in futuro interventi attivi di contrasto agli incendi boschivi e a progettazione di ripristini ambientali.

L’Ispra evidenzia che «Il legame tra cambiamenti climatici ed incendi è complesso: non vanno considerati solo gli effetti diretti di siccità prolungata ed alte temperature, ma anche gli effetti del clima sugli insetti e sulle malattie delle piante, che le rendono più vulnerabili e quindi rendono le coperture arboree ancora più suscettibili ad incendio. Gli effetti e i danni agli ecosistemi forestali causati dagli incendi possono accelerare i processi di perdita di biodiversità, rilascio di anidride carbonica, aumento del rischio idrogeologico, erosione del suolo, inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici. Dal punto di vista ecologico, le foreste hanno una innata capacità di resilienza agli effetti degli incendi. Tuttavia, se abbastanza vasti e frequenti, gli incendi possono determinare danni di lungo periodo e una perdita permanente di superficie boschiva».

I satelliti, i cui dati sono elaborati dall'European Forest Fire Information System (EFFIS), sviluppato in ambito europeo nel contesto del programma Copernicus - Emergency Management Services. forniscono un contributo determinante per rendere efficace e tempestiva la sorveglianza dagli incendi, Ispra svolge un servizio di monitoraggio operativo basato su dati EFFIS e, nel caso di incendi a rilevanza nazionale, su proprie elaborazioni satellitari ad altissima risoluzione spaziale. L’agenzia ambientale italiana spiega che «In tali circostanze, le mappe con la determinazione delle aree bruciate e dei focolai attivi vengono fornite anche a supporto del Sistema di Protezione Civile Nazionale. Ispra inoltre produce una stima annuale, su scala nazionale, regionale e comunale degli effetti dagli incendi di grandi dimensioni sugli ecosistemi naturali.

Superficie bruciata a livello nazionale e regionale».

Gli incendi del 2021 si sono sviluppati soprattutto sulle aree del Mezzogiorno: «La Sicilia risulta essere la regione che ha registrato le maggiori porzioni di aree bruciate, circa il 3,5% della superficie complessiva regionale; sono stati interessati da incendi il 60% dei comuni siciliani (su un totale di 235 comuni). La seconda regione è la Calabria, per una superficie pari al 2,4%, con 240 comuni interessati. La regione che nel 2021 ha subìto, in termini di superficie forestale bruciata, il maggiore impatto per incendi è la Calabria. Nello specifico, la superficie totale di boschi interessata da incendi rispetto al totale delle aree andate bruciate è pari al 37%; di questi, 1/4 è costituita da boschi di conifere, prevalentemente piantagioni. La Sicilia è risultata la seconda regione per impatto sulle aree boschive (circa il 12%). Tra le coperture forestali maggiormente interessate, le latifoglie sempreverdi (leccete e boscaglie di macchia mediterranea) e le conifere (prevalentemente piantagioni artificiali)».

La Sardegna è la terza regione più colpita in termini di aree forestali bruciate e, anche se nel 2021 la è stata interessata da soli 40 eventi (rispetto, ad esempio, ai circa 500 della Sicilia), un unico incendi avvenuto a fine luglio nel complesso Forestale Montiferru-Planargia ha incenerito circa il 63% del totale del territorio interessato da incendi della Regione, «Risultando l’incendio più esteso in tutta Italia in termini di area bruciata e coinvolgendo 10 comuni del Montiferru, provocando ingenti danni economici e sociali e danneggiando un patrimonio colturale e ambientale di grande significato paesaggistico».

Tra i comuni maggiormente interessati da incendi per superficie colpita il triste recor tocca al comune di Sennariolo nell’oristanese, con il 94% della superficie complessiva comunale bruciata. Ispra evidenzia che «Di questi, quasi il 31% sono di boschi e boscaglie, il 35% di praterie e prati destinati al pascolo e il restante 34 % di altre coperture di suolo (agricolo, urbano). Il dato complessivo mostra come circa il 65% della superficie bruciata del comune abbia interessato ecosistemi naturali e/o semi-naturali (es. boschi e boscaglie di leccio, macchia mediterranea e aree a pascolo arborato)».

Altri Comuni che hanno visto interessate da incendi grandi porzioni di bosco sono Roccaforte del Greco (Calabria), con il 57% del territorio comunale bruciato (e di questo il 44% erano boschi) e Cuglieri (Sardegna) 39% del territorio comunale bruciato (oltre metà della superficie bruciata erano boschi).

Nei parchi nazionali e nelle aree protette gli effetti degli incendi del 2021 hanno interessato un’ampia porzione di ecosistemi forestali (32% dell’area totale bruciata). In dettaglio, «I parchi nazionali hanno contribuito ad una potenziale perdita di copertura arborea pari a circa il 57% di tutte le aree forestali bruciate nelle aree protette italiane (siti Rete Natura 2000, Riserve e parchi naturali regionali) durante il 2021».

Uno dei parchi più colpiti durante la stagione estiva del 2021 è stato il Parco Nazionale dell’Aspromonte, dove è andato in fumo circa il 10% del patrimonio boschivo del parco. Ispra fa notare che «Tuttavia, seppur trattandosi di una porzione superficiale relativamente piccola, l’evento è risultato di grande impatto ambientale visto che l’incendio ha attaccato due boschi vetusti: la Faggeta di Valle Infernale (patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco) e il Bosco di Acatti, entrambi custoditi all’interno dell’area protetta».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.