In Ecuador sono le donne a gestire la produzione sostenibile di cacao
Continuano le storie dall’Ecuador e delle donne produttrici che partecipano al progetto Crea di Cospe. Oggi parliamo di Estela Guzman, coltivatrice di cacao della provincia Zamora Chinchipe.
Incontriamo Estela nella sua finca dove siamo giunti dopo aver camminato 20 minuti in mezzo alla sterpaglia ed aver guadato un piccolo fiume, percorso che Estela compie regolarmente anche con i sacchi di cacao caricati sulle spalle ogni volta che deve vendere il prodotto nel centro di raccolta dell’associazione Apeosae di cui è tra i membri fondatori.
La finca è circondata da tre fiumi: il Congüime, il Zamingüe e il Zamora. Ci sono piantagioni di cacao, yucca, banane, alberi da frutto come mandarini, guabas, arance, sapote, un’oasi in cui troviamo bestiame e porcellini d'India.
Estela ha tre figli ormai lontani, emigrati negli Stati Uniti in cerca di opportunità. Quasi settantenne, Estela porta avanti l’intero lavoro della finca da sola, si sveglia alle 4 del mattino per prendersi cura prima degli animali e poi della terra di cui dice: “Noi donne curiamo la terra come fosse nostra madre, la curiamo perché è l’eredità che ci hanno lasciato i nostri antenati”.
Carattere forte ed energia da vendere, in passato Estela oltre a crescere tre figli e lavorare nella finca, ha ricoperto vari ruoli istituzionali: è stata segretaria di Apeosae (associazione di produttori e produttrici di cacao) e tesoriera del centro agricolo e zootecnico di Gualaquiza, la città più vicina alla sua finca. Estela vive nella sua finca isolata in mezzo ai fiumi, in compagnia degli animali ma nel mezzo di questa fotografia rurale spunta una telecamera moderna attaccata al sottotetto del portico di casa. Sono i suoi figli ad averla voluta, mi spiega, per controllare che non le succeda nulla, immagino io. Quando le chiediamo quale sia il suo sogno ci risponde “riunirmi con tutti i miei figli” e dopo questa risposta mi rendo ancor più conto dell’importanza del gruppo delle donne che il progetto Crea sviluppa in ogni comunità.
Estela infatti racconta di come il progetto l’abbia strappata dalla solitudine: “ora sono più aperta, ho tante amiche, prima ero chiusa, ero sola. Partecipare alle riunioni e condividere esperienze con altre donne è stato molto importante perché siamo cambiate, ora sappiamo il nostro valore”. Il gruppo di donne si riunisce regolarmente una volta al mese ma le componenti ormai sono amiche e si organizzano per vedersi e fare attività insieme. La terza età porta in ogni parte del mondo solitudine ed è bello vedere come un progetto di empowerment femminile porti anche a stringere legami duraturi come l’amicizia tra Estela e le altre donne del gruppo.
a cura di Barbara Menin