
Pac europea, quali progressi nelle aree d'interesse ecologico?

La Commissione europea esamina i progressi compiuti nell’attuazione dell’obbligo relativo alle aree d'interesse ecologico (Efa - Ecological Focus Area), previsti dalla Politica agricola comune (Pac). Sulla base dei dati trasmessi finora da 19 Stati membri emerge che sono poche le variazioni dall’anno precedente in termini di modalità di gestione del sistema, tanto sul versante delle autorità nazionali che su quello degli agricoltori. Non vi sono state variazioni di rilievo nella percentuale dei terreni destinati alle Efa, né nelle superfici complessive che gli agricoltori hanno dichiarato come tali né nella quota dei diversi tipi di Efa per superficie. Ma sul fronte dei seminativi la percentuale è quasi raddoppiata rispetto al 5% previsto per azienda agricola. Questo è un risultato ottenuto soprattutto mediante le Efa produttive e potenzialmente produttive: colture che fissano l’azoto, colture intercalari e terreni lasciati a riposo. Altre Efa, compresi gli elementi caratteristici del paesaggio, hanno contribuito poco all’insieme delle Efa dichiarate.
La relazione fornirà un utile contributo per la valutazione e l’elaborazione della prossima fase di ammodernamento e semplificazione della Pac, per massimizzarne il contributo al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La riforma 2013 della Pac ha introdotto una componente ecologica nel regime dei pagamenti diretti (“inverdimento”), intesa a migliorare ulteriormente la gestione sostenibile delle risorse naturali collegate all’agricoltura sotto forma di pagamenti per pratiche benefiche per il clima e l’ambiente; oltre alla diversificazione delle colture e al mantenimento dei prati permanenti, l’inverdimento prescrive agli agricoltori di riservare il 5% dei seminativi per le Efa.
Così la relazione - che si riferisce agli anni 2015 e il 2016 - aggiorna e precisa alcuni aspetti del regime d’inverdimento ad un anno dall’attuazione. La Commissione ha analizzato l’impatto dell’inverdimento sul potenziale produttivo e la parità di condizioni, considerando altresì vari aspetti relativi alla semplificazione; ha in seguito presentato diverse modifiche alla normativa derivata sull’inverdimento, principalmente per quanto riguarda le Efa, nell’intento di semplificare e chiarire le disposizioni pertinenti, aumentandone nel contempo l’impatto ambientale.
Dall’analisi risulta che i vantaggi ambientali dei tipi di Efa non dipendono solo dalla quantità, ma anche dalla qualità, legata a condizioni e a criteri di gestione particolari, quali il tipo di copertura del suolo per i terreni lasciati a riposo, miscugli diversi per le colture intercalari e per i gruppi di colture che fissano l’azoto; i regimi di taglio, periodi di conservazione, uso di prodotti chimici; le diversità della struttura della vegetazione per gli elementi caratteristici del paesaggio, ubicazione e dimensioni per le fasce tampone.
Le modifiche alla normativa derivata sull’inverdimento attualmente perseguite dalla Commissione sono un passo importante verso il miglioramento delle pratiche di gestione, insieme però ad agli elementi. Come il divieto di usare prodotti fitosanitari su Efa (potenzialmente) produttive; la fissazione di periodi di conservazione precisi per alcuni tipi di Efa e la semplificazione dei requisiti che potrebbero aver impedito agli agricoltori di usare alcune tra le Efa più vantaggiose per l’ambiente, vale a dire gli elementi caratteristici del paesaggio e le fasce tampone.
