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Il via libera di stanotte in commissione parlamentare mette a rischio 11mila lavoratori

Ddl Sicurezza, passa l’emendamento che equipara la cannabis light a uno stupefacente

Fiorentini (Forum droghe): «Dandone per scontata ormai l'approvazione, l'augurio è che possa intervenire l'Ue. Anche la Magistratura non potrà non valutare i rilievi di proporzionalità e irragionevolezza»
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L'approvazione notturna dell'emendamento al disegno di legge “Sicurezza” che vieta le infiorescenze di canapa in Italia è un atto insensato. Solo un Governo in preda alla furia ideologica poteva pensare di vietare dei fiori a prescindere che questi contengano o meno Thc, il principio attivo psicoattivo della cannabis.

Esso è presente in quantità irrilevanti nelle infiorescenze di cannabis light che invece spesso contengono altri principi attivi, come il Cbd, che non hanno effetti psicotropi e nessun effetto collaterale significativo, come riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità a seguito di una revisione scientifica durata 2 anni.

Per giustificarsi il Governo si è arrampicato sugli specchi, citando possibili “alterazioni dello stato psicofisico” che possono mettere “a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale”. Un insulto al buon senso, prima ancora che alla scienza.

Il Governo Meloni mette fuori legge oltre 11.000 lavoratori, migliaia di aziende, centinaia di negozi. E regala alle narcomafie nuovi clienti: la cannabis light, secondo gli studi disponibili, ha avuto in questi anni un forte effetto sostitutivo della cannabis illegale. Insomma, come al solito, l'intervento repressivo provocherà più danni di quelli che finge di prevenire. La destra ha voluto confermare di voler usare il diritto penale come strumento di propaganda.

Dandone per scontata ormai l'approvazione, l'augurio è che possa intervenire l'Unione europea, in virtù delle normative di libero scambio di prodotti esplicitamente coltivabili e vendibili all'interno del mercato unico. Ma anche la Magistratura che non potrà non valutare i rilievi di proporzionalità e irragionevolezza di una norma che rende punibile con pene sino a 6 anni di carcere la coltivazione e il possesso di prodotti senza alcuna capacità drogante. Le stesse sanzioni amministrative, pesanti e ancor più ingiustificate, come il ritiro della patente o del passaporto potrebbero essere comminate a consumatori di fiori paragonabili, dal punto di vista "stupefacente", alla cammomilla.

di Leonardo Fiorentini, segretario di Forum droghe

Redazione Greenreport

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