
Il Wwf sullo “Stato europeo del clima”: «Ora agire in fretta, l’Italia sta sbagliando e l’Ue dia l’esempio»

«Per convincere il mondo ad agire in fretta, dobbiamo dare il buon esempio. Per questo occorre mantenere gli impegni presi e seguire un percorso conseguente: su questo l’Unione europea dovrà decidere presto, varando il proprio contributo all’obiettivo dell’Accordo di Parigi dopo il 2030 che, nel sistema europeo, vuol dire anche fissare un target di riduzione delle emissioni al 2040 congruo e senza scappatoie. Dobbiamo anche pensare alle conseguenze del riscaldamento globale già in atto: i piani di adattamento, oggi dipendenti dalla buona volontà dei singoli attori, specie di quelli non statali, devono vedere un forte coordinamento e adeguati finanziamenti da parte degli Stati». A parlare è Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia, e lo spunto da cui prende le mosse è il rapporto sullo “Stato europeo del clima” appena divulgato dal Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus e dell’Organizzazione metereologica mondiale, da cui emerge che l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente, addirittura a velocità doppia rispetto alla media mondiale. In tal senso, aggiunge Midulla, «l’Italia non è un buon esempio» per il mondo in cui bisogna far fronte a questa drammatica situazione. Per più motivi. In primi, il nostro Paese ancora non ha varato né l’Osservatorio né il coordinamento operativo né tantomeno ha iniziato l’attuazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici introdotto alla fine del 2023.
Da più parti e a più riprese è stato denunciato che l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici è in ritardo di svariati mesi e però dal ministero dell’Ambiente tutto tace. Il Pnacc giace chiuso in un cassetto e nonostante sia evidente come l’Italia sia particolarmente vulnerabile rispetto alla crisi climatica e all’intensificarsi di eventi meteo estremi, i fondi da destinare a questa voce ancora non si vedono all’orizzonte.
Il Wwf ha chiesto in passato di cambiare rotta e di nuovo oggi, sulla scia delle notizie che arrivano da Copernicus e Wmo, sottolinea che «abbattere le emissioni climalteranti è un dovere per l’Europa, tra i continenti che hanno contribuito maggiormente alle emissioni cumulative (storiche) di CO2, dopo il Nord America (in particolare, gli Stati Uniti)» e che l’Italia deve essere in prima linea in questa battaglia, contrariamente a quel che sta invece avvenendo con l’attuale governo.
L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ora sembra peggiorare anche le cose, sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici. Osserva il Wwf per bocca di Midulla: «Le riviste scientifiche notano che negli Usa sono diminuite le informazioni sul cambiamento climatico sui media, quasi a voler risolvere il problema omettendolo. Anche in Italia, a fronte di eventi estremi ormai settimanali, se non addirittura quotidiani, assistiamo a un fenomeno simile. E proprio in questi giorni aziende e politici paiono dimenticare i danni causati alla salute di migliaia di cittadini dalle centrali a carbone, proponendo di rinviare la loro chiusura». La conclusione del Panda: «Per i danni al clima e alla salute, saranno i cittadini a chiamarli alle proprie responsabilità».
