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La cattura del carbonio delle torbiere settentrionali cresce con l'aumento delle temperature

Preservare le torbiere e ridurre le emissioni globali di CO2 restano la soluzione migliore per mitigare il peggioramento del cambiamento climatico
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo lo studio “Microbial photosynthesis mitigates carbon loss from northern peatlands under warming”, pubblicato su Nature Climate Change da un team internazionale di ricercatori, grazie alla loro attività fotosintetica , le microalghe presenti nelle torbiere potrebbero compensare fino al 14% delle future emissioni di CO2.

Un modello predittivo sviluppato daLL Centre de recherche sur la biodiversité et l'environnement (CRBE, CNRS/UT/IRD/Toulouse INP) è giunto a questa conclusione grazie alla sperimentazione in situ ed ai vari scenari predittivi stabiliti dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (Intergovernmental Panel on Climate Change) e al NNRS francese sottolineano che « Si tratta del primo modello che quantifica la potenziale compensazione delle future emissioni di CO2 da parte delle torbiere torbiere su scala globale. Questo risultato solleva il velo su un aspetto ancora poco compreso del ciclo del carbonio terrestre e delle sue alterazioni causate dai cambiamenti climatici antropogenici»..

Pur rappresentando solo il 3% della superficie terrestre, le torbiere contengono tuttavia più del 30% del carbonio trattenuto nel suolo4 sottoforma di materia organica fossilizzata in profondità. Si stima che questa riserva rappresenti tra 500 e 1000 gigatonnellate di carbonio, pari a una percentuale compresa tra il 56 e il 112% di tutto il carbonio presente nell'atmosfera terrestre. Mentre alcuni microrganismi presenti in questi terreni emettono CO2 attraverso la respirazione, le microalghe la assimilano, in particolare attraverso la fotosintesi.

La buona notizia che arriva dal nuovo studio è che l’aumento della temperatura stimola la fotosintesi microbica, che migliora il potenziale di cattura della CO2 delle torbiere. Le microalghe presenti nelle torbiere settentrionali assorbiranno più anidride carbonica man mano che il pianeta si riscalda, contribuendo a ridurre le emissioni.
Risultati che danno qualche speranza per l'impatto futuro delle torbiere. Infatti, il timore è che, in un mondo più caldo, le torbiere si decomporranno più velocemente, liberando nell'atmosfera le enormi quantità di carbonio che hanno immagazzinato. Ma il nuovo studio ha scoperto che le microalghe nelle torbiere assorbiranno una porzione significativa di quel carbonio.

Finora, gli esperti non hanno tenuto conto dell'effetto delle microalghe delle torbiere nelle proiezioni climatiche. Il nuovo studio rileva che se le emissioni rimangono elevate fino alla fine di questo secolo, le microalghe assorbiranno il 14% dell'anidride carbonica emessa dalle torbiere settentrionali.

I ricercatori concludono: «Spesso ignorati, questi meccanismi di cattura della CO2 da parte delle microalghe del suolo non sono stati finora integrati nelle varie proiezioni climatiche, a causa della mancanza di dati. Lungi dall'essere trascurabile, questa fissazione del carbonio tramite la fotosintesi potrebbe mitigare l'impatto del cambiamento climatico in futuro. Altri fenomeni di assimilazione del carbonio effettuati dai microrganismi presenti nelle torbiere sono ancora poco compresi. Sono quindi necessari ulteriori studi per quantificare appieno il potenziale di questi ecosistemi come pozzi di carbonio e migliorare l'accuratezza dei modelli climatici. Tuttavia, preservare le torbiere e ridurre le emissioni globali di CO2 restano la soluzione migliore per mitigare il peggioramento del cambiamento climatico».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.