
Liquidice: al via il progetto sui ghiacciai di Alpi, Norvegia, Himalaya, isole Svalbard e Groenlandia

Gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai verranno studiati da 17 enti di ricerca di Europa e India nel corso di quattro anni e in cinque regioni chiave: Alpi, Norvegia, Himalaya, isole Svalbard e la calotta glaciale della Groenlandia. «Il futuro del nostro pianeta si sta sciogliendo davanti ai nostri occhi?» Questa è la domanda da cui partono gli scienziati con il progetto Liquidice. L’indagine mira a capire come neve, ghiacciai e permafrost influenzano il clima su scala globale e dunque anche il futuro delle risorse idriche. Partito il primo febbraio scorso, il progetto è finanziato dall’Unione Europea e, per l’Italia, partecipa anche il Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam di Trieste. Tra le aree che saranno monitorate rientra infatti anche il Monte Rosa, una fonte cruciale di energia idroelettrica e turismo invernale, ma che sta subendo una pesante minaccia a causa della riduzione della copertura nevosa. Per non parlare del fatto, altro elemento che sottolinea l’importanza di questo progetto di ricerca, che lo scioglimento del ghiaccio non riguarda solo il restringimento dei ghiacciai, ma anche l’innalzamento del livello del mare, i cicli idrici interrotti e le conseguenze per la vita di milioni di persone.
Grazie alla collaborazione delle istituzioni scientifiche europee e indiane, Liquidice impiega tecnologie all’avanguardia, dalle osservazioni satellitari ai modelli climatici avanzati, per prevedere come i cambiamenti climatici influenzeranno tutti questi fattori. Le indagini, che avranno anche un impatto sulle misure per la gestione delle acque, l’energia, il turismo e le strategie di adattamento, saranno coordinate dagli scienziati dell’Istituto di geofisica dell’Accademia delle scienze polacca. L’obiettivo è non solo migliorare la comprensione dei processi climatici fondamentali ma anche mettere a disposizione dei governi e della società informazioni vitali per migliorare le nostre strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
«L’Ictp fornirà proiezioni climatiche ad alta risoluzione utilizzando il modello climatico regionale RegCM, abbinato a un modello di ghiacciaio, per valutare l'impatto del riscaldamento globale sui ghiacciai alpini e il bilancio idrico nei bacini idrografici alpini», spiega rika Coppola, ricercatrice del Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam di Trieste.
Liquidice, oltre al sistema glaciale del Monte Rosa in Italia, analizzerà i processi in Norvegia del ghiacciaio Jostedalsbreen, che fornisce fino al 15 per cento dell’energia idroelettrica del Paese ed è una componente chiave della sicurezza energetica. In Groenlandia, verranno monitorati i bacini idrografici di Ilulissat e Kangerlussuaq, che rivelano le conseguenze dello scioglimento della calotta glaciale, con effetti sulle risorse idriche e sui livelli del mare. Sotto i riflettori anche le Svalbard, che stanno affrontando il degrado del permafrost, destabilizzando le infrastrutture e alterando le condizioni idrologiche. L’afflusso di acqua dolce proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai ha un impatto significativo sugli ecosistemi dei fiordi. E nell’Himalaya lo scioglimento dei ghiacciai e il cambiamento dei modelli di precipitazione nei bacini fluviali potrebbero presto minacciare l’accesso all'acqua potabile per 240 milioni di persone nella regione e fino a 1,65 miliardi che vivono a valle.
