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G20, c’è la dichiarazione per «un pianeta sostenibile». Ma il Wwf: «Segnali deboli su finanza e clima»

Nel documento messo a punto nel corso del vertice di Rio de Janeiro manca un esplicito riferimento alla necessità di eliminare rapidamente i combustibili fossili per ridurre le emissioni di gas serra. E non compaiono riferimenti alla cifra del Nuovo obiettivo finanziario che si sta negoziando alla Cop29
 |  Crisi climatica e adattamento

«Noi, leader del G20, ci siamo riuniti a Rio de Janeiro il 18-19 novembre 2024 per affrontare le principali sfide e crisi globali e promuovere una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva. Ci riuniamo nel luogo di nascita dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile per riaffermare il nostro impegno a costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile, senza lasciare indietro nessuno». L’apertura del documento, al punto 1, è altisonante e carica il lettore di aspettative. Ma nei successivi 84 punti della dichiarazione messa a punto nel corso del G20, gli elementi di delusione rischiano di superare quelli di apprezzamento. 

Nel testo si fa riferimento ai necessari impegni per lo sviluppo sostenibile, l’inclusione sociale, la lotta alla fame e alla povertà (rafforzata tra l’altro dal battesimo di un’Alleanza globale su questo tema), per una transizione energetica che sia «giusta e inclusiva» e per un’azione contro i cambiamenti climatici in vista della Cop30 che si svolgerà nel novembre 2025 proprio in Brasile, a Belém, in Amazzonia. Ma poi, nello specifico, non sempre ai titoli seguono concreti e dettagliati elementi che impegnino effettivamente gli Stati. Per una citazione riguardante la necessità di lasciarci alle spalle i combustibili fossili bisogna aspettare di arrivare al punto 50, nel quale tra l’altro si legge una formula tutt’altro che puntuale: «Ribadiamo l'impegno assunto nella Dichiarazione dei leader di Nuova Delhi di intensificare gli sforzi per attuare l'impegno assunto nel 2009 a Pittsburgh di eliminare gradualmente e razionalizzare, nel medio termine, le inefficienti sovvenzioni ai combustibili fossili che incoraggiano gli sprechi, e ci impegniamo a raggiungere questo obiettivo, fornendo al contempo un sostegno mirato ai più poveri e ai più vulnerabili». 

Molto generici sono anche i passaggi dedicati alla crisi climatica, presenti a partire dal punto 35: «Sottolineiamo il ruolo dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni - economica, sociale e ambientale - come principio guida della cooperazione per le persone, il pianeta e la prosperità, con l'obiettivo finale di superare le nostre sfide collettive. Riaffermiamo i nostri rispettivi impegni a intensificare le azioni urgenti per affrontare le crisi e le sfide poste dal cambiamento climatico, dalla perdita di biodiversità, dalla desertificazione, dal degrado degli oceani e delle terre, dalla siccità e dall'inquinamento». E altrettanto generiche e prive di cifre o altre indicazioni sono anche le parti della dichiarazione riguardanti il Nuovo obiettivo di finanza climatica che si sta negoziando tra molte difficoltà alla Cop29 in corso a Baku. Anzi, la parte, al singolare. Che, tra l’altro, più che una dichiarazione d’intenti o un’indicazione da seguire è un pio desiderio: «Ci auguriamo che il Nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) abbia successo a Baku». Stop. Troppo poco, per le delegazioni che in Azerbaigian aspettavano un segnale da utilizzare per riprendere i negoziati che da giorni si sono incagliati su più punti. 

E la delusione per quanto uscito dal vertice di Rio de Janeiro non si fa sentire solo tra i delegati degli Stati presenti alla Cop29.

«Con i negoziati sulla finanza per il clima alla COP29 di Baku che procedono a rilento a causa delle persistenti divisioni, si sperava che un forte segnale politico da parte dei Paesi del G20 avrebbe contribuito a dare nuovo slancio ai colloqui. Tuttavia, la dichiarazione dei leader del G20 pubblicata oggi a Rio de Janeiro non fornisce i chiari segnali sperati». Eccolo infatti il giudizio che il Wwf dà della dichiarazione diffusa dai partecipanti al vertice in corso in Brasile. La dichiarazione, evidenzia l’associazione ambientalista, ha sì riaffermato l'impegno del G20 a incrementare i finanziamenti per il clima, ma non ha fornito indicazioni sulla cifra o su altre questioni relative al nuovo obiettivo finanziario che si sta negoziando alla COP29, noto appunto come Nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg).  

«È stato inoltre deludente non vedere un linguaggio più chiaro sui combustibili fossili», denuncia il Panda. «Sebbene i Paesi del G20 abbiano affermato il loro impegno a mettere in pratica le raccomandazioni dell'esito della Cop dello scorso anno - noto come Global Stocktake - e a realizzare piani climatici nazionali allineati all’obiettivo di 1,5°C, non hanno menzionato esplicitamente la necessità di eliminare i combustibili fossili per ridurre rapidamente le emissioni». 

Manuel Pulgar-Vidal, responsabile globale Clima ed energia del Wwf, dichiara: «Questo non è stato il chiaro segnale politico che cercavamo dal G20. In quanto raggruppamento dei Paesi con le maggiori emissioni e che detengono l’85% del Pil globale, il G20 ha la responsabilità di assumere un ruolo guida nell’affrontare la crisi climatica. Non inviando segnali più forti sul livello di finanziamenti per il clima necessari o sull'urgenza di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili, ha perso l'opportunità di dare slancio alla Cop29. Spetta ora ai negoziatori e ai ministri di Baku cercare il consenso sul rafforzamento dei finanziamenti per il clima e su un'azione più incisiva per garantire un risultato forte alla Cop29».  

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.