Skip to main content

Scienziati, leader politici, attivisti: «Cop non adatta a limitare il riscaldamento, l’Onu cambi»

A chiedere con una lettera aperta una revisione urgente della strategia per il clima delle Nazioni unite ci sono l’ex segretario generale Ban Ki-moon, Dixson-Declève di Earth4All, l’ex presidente irlandese Mary Robinson: «Si passi dai negoziati all’attuazione delle misure necessarie»
 |  Crisi climatica e adattamento
Photo-COP29-Media-Hub-3-scaled

Il processo di politica climatica globale non è più adatto allo scopo e richiede una revisione completa per garantire la stabilità del pianeta e un futuro vivibile per l'umanità. Questo è il messaggio urgente di una lettera aperta agli Stati membri dell'Onu e al Segretario esecutivo del Segretariato Unfccc Simon Stiell, firmata da un gruppo di scienziati, attivisti e leader politici di spicco, mentre capi di governo e ambasciatori si riuniscono a Baku per la Cop29.    

Tra i firmatari figurano Sandrine Dixson-Declève, presidente esecutivo di Earth4All e ambasciatore globale del Club di Roma, Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Action Research, Ban Ki-moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite, Christiana Figueres, ex segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e Mary Robinson, ex presidente dell'Irlanda.

Il processo della Cop ha registrato progressi significativi – riconoscono i firmatari nel testo appena diffuso – tra cui lo storico Accordo di Parigi e gli accordi per porre fine alla deforestazione. Tuttavia, la lettera evidenzia i limiti del quadro esistente per attuare i rapidi cambiamenti su larga scala ora urgentemente necessari per limitare il riscaldamento alla soglia di 1,5°C. «È ormai chiaro che la Cop non è più adatta allo scopo», si legge nella lettera.  «Abbiamo bisogno di passare dai negoziati all'attuazione».  

La lettera fa seguito alle dichiarazioni del presidente del Paese ospitante della Cop29, secondo il quale il petrolio e il gas sono un «dono di Dio», e alla notizia che un funzionario della presidenza della Cop dell'Azerbaigian ha utilizzato l'evento per promuovere accordi commerciali sui combustibili fossili. Sandrine Dixson-Declève, presidente esecutivo di Earth4All e ambasciatore globale del Club di Roma, ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di una Cop che offra risultati, non ritardi. Chiediamo che le Cop siano piattaforme per l'ambizione dei governi e delle parti interessate, non per favorire i contratti per l'energia fossile e l'aumento delle emissioni di gas serra. Dopo 28 Cop, il tempo è scaduto per i negoziati che non favoriscono l'azione e l'attuazione. La stabilità planetaria dipende dall'uguaglianza, dalla giustizia e dalla riduzione della povertà per affrontare la più grande sfida esistenziale del nostro tempo». 

I firmatari avvertono che non possiamo più escludere la possibilità di superare i 2,9°C di riscaldamento entro il 2100. Johan Rockström ha dichiarato: «Il pianeta Terra è in condizioni critiche. Abbiamo già superato sei confini planetari. C'è ancora una finestra di opportunità per un atterraggio sicuro per l'umanità, ma questo richiede un processo di politica climatica globale in grado di produrre cambiamenti a velocità e scala esponenziali».

Christiana Figueres commenta: «All'ultima Cop, i lobbisti dei combustibili fossili hanno superato i rappresentanti delle istituzioni scientifiche, delle comunità indigene e delle nazioni vulnerabili. Non possiamo sperare di ottenere una transizione giusta senza riforme significative del processo della Cop che garantiscano un'equa rappresentanza di coloro che sono più colpiti».

I firmatari propongono sette riforme chiave per garantire una Cop in grado di rispettare gli impegni concordati in materia di clima e di assicurare l'urgente transizione energetica e l'eliminazione graduale dei combustibili fossili. La prima consiste nel migliorare il processo di selezione delle presidenze della Cop: «Abbiamo bisogno di criteri di ammissibilità rigorosi per escludere i Paesi che non sostengono l'eliminazione graduale/la transizione dall'energia fossile. I Paesi ospitanti devono dimostrare il loro alto livello di ambizione nel sostenere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi». La seconda riforme riforma proposta consiste nel razionalizzare per ottenere velocità e scala: Le riunioni della Cop devono essere trasformate in riunioni più piccole, più frequenti e orientate alla ricerca di soluzioni per accelerare l'azione e consentire aggiustamenti tempestivi in base alle scoperte scientifiche emergenti e alle mutate circostanze globali. Per i firmatari è necessario inoltre migliorare l'attuazione e la responsabilità degli Stati: il processo della Cop deve essere rafforzato con meccanismi che rendano i Paesi responsabili dei loro obiettivi e impegni climatici. Serve poi una tracciabilità robusta dei finanziamenti per il clima: poiché i finanziamenti per il clima vengono erogati sempre più spesso sotto forma di prestiti con interessi, è necessario definire in modo standardizzato ciò che si qualifica come finanziamento per il clima, insieme a meccanismi di rendicontazione e monitoraggio. E, ancora, è necessario amplificare la voce di una scienza autorevole: i firmatari condividono le crescenti preoccupazioni che le Cop sul clima non integrino sufficientemente le più recenti evidenze scientifiche e chiedono che un organo consultivo scientifico permanente sia formalmente integrato nella struttura delle Cop. Serve poi riconoscere i legami tra povertà, disuguaglianza e instabilità planetaria: nuove ricerche della Commissione per la Terra e di Earth4All affermano infatti gli importanti legami tra i processi di cambiamento ecologico e sociale. La lettera chiede che venga nominato un inviato per le politiche sul clima e la povertà, per garantire che questi legami critici siano ancorati nei negoziati e nelle azioni di attuazione.   E, infine, è necessario migliorare la rappresentanza equa: poiché i lobbisti dei combustibili fossili hanno superato i rappresentanti del mondo scientifico, delle popolazioni indigene e delle nazioni vulnerabili dal punto di vista climatico alle passate Cop, è necessario rafforzare le regole di trasparenza e divulgazione e definire linee guida chiare che richiedano alle aziende di dimostrare l'allineamento tra i loro impegni climatici, il loro modello di business e le loro attività di lobbying.  

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.