L'oceano sarà colpito da un'epidemia?
“Navigating the Future VI - Placing the Ocean within the wider Earth system” (NFVI) è il position paper dell’European Marine Board (EMB), un organismo consultivo non governativo indipendente che rappresenta oltre 10.000 scienziati marini in tutta Europa e che esplora il ruolo dell'oceano nel più ampio sistema terrestre e promuove la collaborazione tra discipline per affrontare questioni globali. Il documento punta a influenzare e guidare programmi di finanziamento della ricerca internazionali, europei e nazionali, sviluppo di politiche e ispirare la comunità scientifiche e si allinea e fornisce input a importanti iniziative come l’United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development la missione dell'Ue: Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque, mirando a migliorare la consapevolezza del ruolo essenziale dell'oceano nell'affrontare le crisi climatiche, dell’acqua dolce e della biodiversità, supportando al contempo la salute e il benessere umani.
Navigating the Future VI discute di come la crisi della biodiversità si sta svolgendo nell'oceano e fa notare che «Le specie oceaniche grandi e piccole sono molto meno descritte delle loro controparti terrestri, rendendo più difficile misurare i declini e i loro impatti». La pubblicazione fornisce a governi, decisori politici e finanziatori una consulenza scientifica solida e indipendente sui futuri mari e sulla ricerca oceanica. Con la 16esima Conferenza della parti della Convention on biological diversity (COP!& CBD) in svolgimento a Cali, in Colombia, è il momento di riflettere ulteriormente sulla necessità di comprendere meglio la nostra biodiversità oceanica.
Carlos Pereira Dopazo, autore principale del capitolo su Oceano e biodiversità, sottolinea che «Il cambiamento climatico sta causando il riscaldamento dell'oceano. Questocostringe le specie a spostarsi per trovare condizioni a cui sono adattate. Ma non comprendiamo appieno le implicazioni di questi spostamenti. Quando le specie si spostano in nuovi habitat, potrebbero diffondere microrganismi che potrebbero causare un'epidemia tra le specie autoctone o, al contrario, i nuovi arrivati potrebbero essere suscettibili di soffrire di un'epidemia a loro volta. Per evitare tali eventi epidemici, che potrebbero portare a estinzioni locali, dobbiamo capire molto di più sui microrganismi patogeni e dove vivono»,
Il gruppo di lavoro che ha realizzato il capitolo Ocean and Biodiversity del NFVI da ottobre 2022 a ottobre 2024comprende 33 esperti, provenienti da 16 Paesi europei, che coprono un'ampia gamma di background e livelli di carriera in scienze naturali e sociali marine e presenta le domande poste dalla ricerca scientifica in corso sulla biodiversità oceanica e la sua evoluzione, man mano che la Terra cambia, e raccomanda di concentrarsi sul come rispondere ad alcune: Quali combinazioni di metodi tassonomici tradizionali e nuovi metodi genomici possiamo utilizzare per accelerare l'identificazione delle specie e rendere più completo il monitoraggio della biodiversità? Dove si trovano i microrganismi marini patogeni e potrebbero rappresentare un rischio epidemico futuro per le specie marine? Dove si sposteranno le specie marine, come i pesci di importanza commerciale, man mano che il clima cambia e l'oceano si riscalda, e come possiamo evitare conflitti umani quando le specie si spostano in nuove aree? Quali nuove attività umane influenzeranno la biodiversità marina in futuro e come possiamo mitigare questi rischi? In che modo le specie invasive influenzeranno gli ecosistemi marini autoctoni? La conservazione e il ripristino delle specie oceaniche e degli ecosistemi sono costosi, ma qual è il costo economico e sociale finale dell'inazione?