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La prosperità per tutti è ancora raggiungibile, ma lo spazio sicuro e giusto si sta riducendo

Global Commons Alliance: un percorso di prosperità per il pianeta e le persone a condizione che le risorse critiche della Terra siano meglio condivise
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo il rapporto “A just world on a safe planet: a Lancet Planetary Health–Earth Commission report on Earth-system boundaries, translations, and transformations”, pubblicato su The Lancet Planetary Health «E’ ancora possibile per tutti gli esseri umani sfuggire alla povertà ed essere al sicuro dai danni causati dai cambiamenti del sistema Terra, ma la capacità del pianeta di garantire risorse e proteggere la vita umana si sta spingendo oltre i suoi limiti».  

Il rapporto è stato redatto da oltre 60 scienziati naturali e sociali di spicco della Earth Commission, una commissione scientifica internazionale ospitata da Future Earth e fulcro scientifico della Global Commons Alliance. Il team autore rapporto è guidato dai professori Joyeeta Gupta (Universiteit van Amsterdam e IHE-Delft Institute for Water Education), Xuemei Bai (Australian National University) e Diana Liverman (University of Arizona -  Tucson) e si basa sul rapporto “Safe and Just Earth System Boundaries”, pubblicato su Nature nel 2023, che ha rilevato che la maggior parte dei limiti vitali entro i quali le persone e il pianeta possono prosperare sono stati superati. 

Il nuovo rapporto dimostra che «In futuro il pianeta sarà in grado di fornire a tutti anche solo uno standard di vita di base se i sistemi economici e le tecnologie saranno radicalmente trasformati e le risorse critiche saranno utilizzate, gestite e condivise in modo più equo».

Il documento pubblicato su The Lancet Planetary Health identifica lo “spazio sicuro e giusto” - all'interno del quale i danni agli esseri umani e alla natura possono essere ridotti al minimo e tutti possono essere soddisfatti - e definisce i percorsi per raggiungere e rimanere in questo Spazio. 

I ricercatori ricordano che «I Limiti del Sistema Terra pubblicati lo scorso anno possono essere visti come il “tetto” per l'estrazione di risorse naturali e l'inquinamento da parte dell'uomo, entro il quale i sistemi terrestri possono rimanere stabili e resilienti e le persone possono essere al sicuro dai danni». Ora la Global Commons Alliance  ha aggiunto una “base”, mostrando quello di cui la popolazione globale ha bisogno dal sistema Terra per vivere una vita senza povertà e sottolinea che «E’ la prima volta che gli scienziati quantificano la sicurezza (un pianeta stabile) e la giustizia (protezione delle persone dai danni) nelle stesse unità - dimostrando che la giustizia è un prerequisito per la sicurezza del pianeta e delle persone. Il documento si basa sulle idee fondamentali dell'Earth System Justice, pubblicato su Nature Sustainability and Environmental Politics». 

Nel nuovo rapporto i ricercatori hanno fatto proiezioni fino al 2050 e hanno scoperto che «Lo “spazio sicuro e giusto” si ridurrà nel tempo, a meno che non vengano effettuate trasformazioni urgenti. In particolare, per quanto riguarda il clima, se non verranno apportati cambiamenti significativi ora, entro il 2050 non ci sarà più alcuno spazio sicuro e giusto. Ciò significa che anche se nel 2050 tutti gli abitanti del pianeta avessero accesso alle risorse necessarie per uno standard di vita di base, la Terra si troverebbe comunque al di fuori del limite climatico. I sistemi terrestri rischiano di attraversare pericolosi punti di svolta che causerebbero ulteriori danni significativi alle persone in tutto il mondo, a meno che non si trasformino urgentemente i sistemi energetici, alimentari e urbani».

Uno degli autori del rapporto, Johan Rockström, co-chair della Earth Commission e  direttore del Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung (PIK) sottolineato che «Per la prima volta, gli scienziati hanno quantificato la sicurezza e la giustizia utilizzando le stesse unità di misura, al fine di determinare il percorso da seguire per un futuro stabile e resiliente in cui tutti noi possiamo prosperare”. Questo documento dimostra che la giustizia è un prerequisito per la sicurezza del pianeta e delle persone. Esamina il rischio di un ulteriore declino del sistema Terra, i danni che le comunità stanno subendo di conseguenza, ma cerca anche di identificare come le risorse debbano essere equamente distribuite. Le comunità, povere e ricche, in tutto il mondo sono già vulnerabili e diventeranno ancora più esposte - ma abbiamo una finestra per agire ora e cambiare rotta».

I ricercatori hanno anche scoperto che «Le disuguaglianze e il consumo eccessivo di risorse limitate da parte di una minoranza sono i fattori chiave di questa contrazione. Fornire risorse minime a coloro che attualmente non ne hanno a sufficienza aggiungerebbe al sistema terrestre una pressione molto minore di quella attualmente causata dalla minoranza che utilizza risorse di gran lunga superiori».

 La ricerca ha anche analizzato i punti del pianeta in cui sono stati violati i confini dello spazio di sicurezza e giustiza e li ha sovrapposti alle persone che vivono in povertà e che sono esposte ai danni del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità, dell'inquinamento e della scarsità d'acqua. I risultati mostrano che «Le comunità già vulnerabili sono spesso le più colpite dai cambiamenti del sistema Terra che hanno un impatto sulla salute delle persone e degli ecosistemi, ma tutti, compresi i ricchi, sono a rischio».

Gupta, ex co-chair della Earth Commission, ha commentato: Stiamo iniziando a renderci conto dei danni che la disuguaglianza sta causando alla Terra. L'aumento dell'inquinamento e la cattiva gestione delle risorse naturali stanno causando danni significativi alle persone e alla natura. Più continuiamo ad allargare il divario tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza, più estreme saranno le conseguenze per tutti, poiché i sistemi di supporto che sono alla base del nostro stile di vita, dei nostri mercati e delle nostre economie inizieranno a crollare». 

Per Wendy Broadgate, direttrice esecutiva della Earth Commission  e direttore del Global Hub di Future Earth, «Affrontare il tema della giustizia deve essere al centro della nostra risposta alla crisi planetaria. Dobbiamo gestire le nostre economie e società in modo diverso per vivere all'interno dello spazio sicuro e giusto. Il lavoro della Earth Commission sottolinea che non è possibile vivere entro i confini sicuri del pianeta e incorporare la giustizia senza affrontare le disuguaglianze e garantire a tutti le risorse essenziali per una vita dignitosa”. Questo documento - sintetizzato da 65 scienziati naturali e sociali provenienti da oltre 20 Paesi - fornisce una base scientifica per lo spazio sicuro e giusto e le trasformazioni necessarie per raggiungerlo». 

Lo spazio sicuro e giusto è l'unico spazio rimasto ricco di opportunità, in cui le persone e il pianeta potranno continuare a prosperare. Per raggiungere questo spazio, il documento richiede un cambiamento in tre aree:  Primo, uno sforzo ben coordinato e intenzionale tra politici, imprese, società civile e comunità può spingere a cambiare il modo in cui gestiamo l'economia e a trovare nuove politiche e meccanismi di finanziamento che possano affrontare le disuguaglianze riducendo al contempo la pressione sulla natura e sul clima. Secondo, fondamentale per la trasformazione è una gestione, una condivisione e un utilizzo più efficienti ed efficaci delle risorse a tutti i livelli della società, anche affrontando l'eccesso di consumo di alcune comunità che limita l'accesso alle risorse di base per coloro che ne hanno più bisogno.  Terzo, gli investimenti in tecnologie sostenibili e accessibili sono essenziali per aiutarci a utilizzare meno risorse e a riaprire lo Spazio Sicuro e Giusto per tutti - in particolare dove lo spazio rimasto è poco o nullo. 

La Liverman, che fa parte dell’Earth Commission, della quale fino al 2023 è stata co-responsabile del gruppo di lavoro sulle trasformazioni, fa notare che «Si tratta di trasformazioni profonde delle nostre società, che richiedono una governance efficace dai livelli locali a quelli globali. Abbiamo le conoscenze e gli strumenti necessari. Questo lavoro illumina lo spazio in cui tutte le persone, le imprese e le economie possono prosperare su un pianeta sano. Qualsiasi sforzo per proteggere il pianeta deve tenere conto delle esigenze di milioni di persone che in questo momento non hanno nemmeno accesso ai beni di base. Ora i responsabili delle decisioni devono attuare politiche e attività in grado di affrontare le disuguaglianze riducendo al contempo la pressione sulla natura e sul clima».

Le imprese e le città in particolare hanno un ruolo di primo piano nel ridurre la pressione sul pianeta. Rendendo operativi i confini del sistema Terra e utilizzandoli come base per obiettivi basati sulla scienza possono diventare migliori amministratori delle risorse naturali della Terra.  

Bai, Earth Commission e professore emerito presso la Fenner School of Environment & Society, ha concluso: «Le aziende e le città hanno un enorme potenziale per fare la differenza, soprattutto se lavorano per lo stesso obiettivo: garantire che il pianeta possa provvedere a tutti a lungo termine. Sono più agili e flessibili degli Stati e possono ridurre la loro pressione sul pianeta fissando obiettivi basati sulla scienza in linea con i nostri risultati».

Redazione Greenreport

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