Argentina: l’iper-liberismo degli incendi. Il governo Milei sta a guardare mentre le foreste bruciano
Noemí Cruz, coordinatrice campaña de bosques di Greenpeace Argentina, sottolinea che «Gli incendi boschivi scatenatesi in gran parte dell'Amazzonia, del Paraguay e della Bolivia colpiscono l'ambiente, la salute delle persone, la biodiversità e le attività della popolazione . In particolare il nostro Paese è colpito dal fumo che avanza da nord verso il centro del Paese . Gli incendi hanno già devastato più volte vaste aree della foresta amazzonica e ora cominciano a colpire anche il Gran Chaco».
Gli incendi stanno consumando 3 dei biomi emblematici del Brasile: l'Amazzonia, il Pantanal e il Cerrado . E lo fanno a un ritmo vorace. In Bolivia sono stati bruciati quasi 4 milioni di ettari nei dipartimenti di Pando, Beni, Santa Cruz e La Paz. Il Paraguay ha già avuto 70.000 ettari consumati dal fuoco. La siccità accelera la diffusione degli incendi , minacciando questi importanti biomi, come l’Amazzonia e il Gran Chaco, considerati i polmoni del pianeta.
A fine agosto, i dati mostrano un aumento drammatico e preoccupante dei focolai rispetto allo stesso periodo del 2023.
Di solito la stagione con il maggior rischio di incendi nel Pantanal inizia a luglio, ma quest’anno già a giugno erano in corso giganteschi incendi in quella che è la più grande zona umida tropicale del mondo e uno dei più grandi hotspot della biodiversità.
Meri Castro di Greenpeace Argentina fa notare che «Un quadro del genere prefigurava uno scenario che poi si è avverato: il Pantanal ha avuto un aumento degli incendi del 3,910% rispetto ad agosto dello scorso anno. Manca ancora settembre e, con la gravità della situazione, potrebbe essere superata la soglia dell'anno peggiore (il 2020), quando gli incendi raggiunsero quota 5.935».
Sebbene le cause siano sconosciute, nel 95% dei casi gli incendi sono dovuti a negligenza, incidenti o dolo. In Argentina, a Córdoba, da settimane c'è un rischio da molto alto a estremo di incendi boschivi e rurali. Inoltre, ci sono incendi sulle Islas di Entre Ríos. Ma, a differenza degli altri Paesi, la cosa non sembra preoccupare più di tanto il governo iper-liberista del presidente argentino Javier Gerardo Milei, forse troppo impegnato a manganellare le manifestazioni dei pensionati che protestano perchè ormai sono ridotti aalla fame.
La Cruz denuncia queste politiche di estrema destra che si saldano con un antiambientalismo che nega l'evidenza: «Le previsioni sulla siccità ipotizzano un'estensione del rischio incendi, senza alcuna possibilità di contenerlo, vista la precarietà e la mancanza di finanziamenti esistenti. Il degrado del Ministero dell’Ambiente, la mancanza di politica ambientale e il negazionismo non possono che portare alla rovina le nostre foreste native e con esse aggravare la nostra esistenza. Anche a Salta, sui cerros de las Yungas, vengono soffocati dal fumo, si osserva che gli uccelli, già dal primo mattino, scendono in luoghi più respirabili. Oggi siamo colpiti dal fumo, a ricordare ciò che può accadere nel nostro Paese, dove migliaia di ettari di foreste e praterie bruciano anno dopo anno. Per questo motivo la prevenzione è una priorità, così come l’aumento dei budget, dei vigili del fuoco e delle infrastrutture per combattere rapidamente gli incendi e che si stabilisca che il disboscamento e gli incendi sono reati penali».