L’Asia meridionale colpita duramente da alluvioni e frane
Secondo l’”UNICEF Bangladesh Situation Report No. 1 (Flash Floods in Northern and Southeastern Regions)”, il 27 agosto in Bangladesh le Division di Chattogram e Sylhet stavano subendo inondazioni a causa dei monsoni attivi e delle forti piogge che hanno causato lo straripamento dei fiumi e peggiorato le già critiche condizioni in 11 distretti. I principali fiumi nel sud-est del Bangladesh, tra i quali Gomti, Muhuri e Halda, sono aumentati notevolmente, con alcuni ben oltre i livelli di pericolo, esacerbando le inondazioni dei giorni precedente.
L’Unicef evidenzia che «Circa 5 milioni di persone, tra cui 2 milioni di bambini, sono state colpite, molte delle quali sono rimaste bloccate senza cibo e aiuti. Sono stati segnalati 20 decessi e 284.888 persone hanno cercato riparo in 3.527 rifugi, con operazioni di soccorso in corso da parte di personale governativo e volontari, anche se alcune aree restano inaccessibili. 1.038 team medici stanno fornendo supporto alle persone colpite, ma sono state segnalate carenze di forniture essenziali come ORS e fluidi IV a causa dell'aumento dei casi di diarrea. Oltre 7.000 istituti scolastici sono chiusi e molte scuole vengono utilizzate come rifugi o sono sommerse, con un impatto sull'istruzione dei bambini. Sono stati segnalati danni significativi ai pozzi tubolari e alle latrine, con interruzioni dell'alimentazione elettrica e delle comunicazioni stradali in diverse aree».
I partner delle Nazioni Unite in alcune località hanno segnalato che non si prevede che i livelli delle acque diminuiscano prima di almeno una settimana, con il rischio di persistenti ristagni d'acqua e la conseguente minaccia di malattie trasmesse dall'acqua e da vettori.
Al 27 agosto, l’Unicef e i suoi partner hanno raggiunto 338.436 persone (172.602 donne) attraverso interventi multisettoriali di risposta alle inondazioni nei settori WASH, protezione dell'infanzia, nutrizione, istruzione, HCT, SBC e salute. Sono stati sottoposti a screening per la malnutrizione fino a 4.960 bambini sotto i cinque anni e ne sono stati identificati 61 affetti da malnutrizione acuta grave. 45 sono stati indirizzati al trattamento, mentre 36 sono stati ricoverati in centri specializzati nella malnutrizione acuta grave.
Attualmente sono in corso di distribuzione in diversi distretti 2.400 kit per le famiglie e 3.100 kit per la dignità, a beneficio di 12.700 persone, tra cui 7.947 donne.
L'UNICEF collabora con BBC Media Action per assistere i membri del gruppo di lavoro Accountability to Affected Populations (AAP) e dell'Inter-Cluster Coordination Group (ICCG) nella diffusione di messaggi sul comportamento da tenere e le norme igieniche alle popolazioni colpite.
L'Unicef ha chiesto 15,5 milioni di dollari per interventi multisettoriali urgenti e salvavita per bambini, donne incinte e in allattamento colpiti dalle inondazioni improvvise nel Bangladesh settentrionale e sudorientale.
Una decina di giorni fa era toccato allo Stato del Tripura, nell’India orientale di subire oltre 72 ore di piogge torrenziali che hanno provocato le più gravi inondazioni dal 1983 e che hanno provocato oltre 2.000 frane. Un disastro che ha colpito 1,7 milioni di persone, di cui circa 117.000 sfollate nei campi di soccorso allestiti dalle autorità distrettuali.
Secondo l’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), che cita fonti ufficiali, Nel Tripura le vittime sono state 26 e, dopo che si sono ritirate le acque il governo sta valutando i danni e soccorrendo le popolazioni colpite.
Da fine luglio erano state segnalate numerose frane anche nello Stato settentrionale Indiano dell'Himanchal Pradesh, che hanno causato ugualmente diverse vittime.
La stagione dei monsoni ha causato danni anche in Nepal, uno dei Paesi del mondo più colpiti dal cambiamento climatico, dove i ghiacciai si sono rapidamente riscaldati, provocando gravi inondazioni improvvise e frane. Un'inondazione provocata da un lago glaciale (GLOF) nella regione dell'Everest ha spazzato via il villaggio di Thame, a circa 3.800 metri di altezza e molto apprezzato dagli escursionisti. Non ci sarebbero stati morti o feriti gravi, ma oltre una dozzina di case e piccoli alberghi, una scuola e una clinica sono stati distrutti.
In Nepal la stagione dei monsoni del 2024 ha causato più di 200 decessi, anche nella capitale Kathmandu, e a luglio 65 persone sono morte quando due autobus sono stati spinti in un fiume in piena. Finora sono stati recuperati solo 3 corpi dei passeggeri.
In Pakistan, da luglio, i disastri climatici hanno causato la morte di 243 persone, circa la metà delle quali bambin. Le inondazioni hanno inoltre provocato danni ingenti ai mezzi di sussistenza e alle infrastrutture vitali, tra cui scuole e ponti. Le valutazioni dei danni e la risposta umanitaria continuano, ma agenzie Onu, ONG e autorità locali segnalano che cibo, acqua pulita, forniture mediche e kit per l'igiene sono tra le necessità principali.