Skip to main content

Cnr: programmare strategie di mitigazione e adattamento al caldo

Le ondate di calore incendiano l'Europa: a Roma sono già raddoppiate

Una ricerca italiana ha analizzato i dati relativi alle capitali Ue a partire dal 1980: i cambiamenti climatici sono arrivati da tempo
 |  Crisi climatica e adattamento

Le ondate di calore stanno aumentando in frequenza, intensità e durata nelle città europee, come anche l’Italia si sta drammaticamente accorgendo, stretta com'è nella morsa di caldo e siccità. Non si tratta di un fenomeno destinato a lasciarci a breve: come spiega lo studio Increasing Heatwave Hazards in the Southeastern European Union Capitals pubblicato sulla rivista Atmosphere da quattro strutture di ricerca fiorentine – Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr), Centro di bioclimatologia dell’Università, Consorzio Lamma e Accademia dei Georgofili – il trend al rialzo prosegue ormai da anni, sulla spinta dei cambiamenti climatici.

La ricerca ha monitorato l’andamento delle ondate di calore nelle 28 capitali dell’Unione Europea, utilizzando i dati del periodo maggio-settembre dal 1980 al 2015, e il risultato – come spiega Marco Morabito dell’Ibimet-Cnr, coordinatore della ricerca – è che nel «sotto-periodo 1998-2015 sono stati osservati, in confronto al 1980-1997, aumenti di durata e intensità delle ondate in oltre il 60% delle capitali europee, in particolare di area centro e sud-orientale: da una frequenza dei giorni di ondata di calore del 7-8% dei giorni estivi al 12-14%».

Un'ondata di calore è un fenomeno complesso: in buona sostanza tratta di un periodo di tempo particolarmente caldo, con temperature diurne e notturne insolitamente elevate rispetto alle temperature medie tipiche del periodo e dell'area geografica, con una durata di almeno due-tre giorni e un potenziale impatto sull’uomo e sugli ecosistemi in generale. Per sintetizzarne i vari aspetti, i ricercatori italiani hanno calcolato un indicatore chiamato Heatwave Hazard Index (Hwhi), che permette di analizzare contemporaneamente tutte le specifiche dell’impatto dell’ondata di calore: il numero di giorni, il numero delle ondate di calore lunghe e intense e la data della prima.

Il risultato mette l’Italia al centro dell’aumento delle ondate di calore, ma in Europa c’è già chi sta peggio. «L’Hwhi è raddoppiato a Vienna, Budapest, Ljubiana e Nicosia, triplicato a Zagabria e Atene – dichiara Morabito – A Roma l’indice è raddoppiato nel 1998-2015 rispetto al periodo precedente e in particolare la frequenza dei giorni di ondata è passata dal 5 al 13%».

Che fare? Nell’immediato, dal Cnr sottolineano la necessità di programmare strategie di mitigazione e adattamento al caldo: «Sarebbe utile – conclude Morabito – limitare l’uso dei condizionatori e in generale dell’elettricità, ridurre i livelli di emissione di calore dagli autoveicoli, intensificare le aree verdi in ambiente urbano, riducendo l’impermeabilizzazione dei suoli, ricorrere all’uso dei green-roof (tetti con vegetazione) e dei cool-roof (tetti freddi), questi ultimi realizzati con materiali altamente riflettenti ed emissivi che riducono le temperature. Predisporre centri per il raffrescamento in città, come le fontane, aiuta infine a moderare le fluttuazioni di temperatura e a formare microclimi favorevoli».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.