Sono in pericolo di vita i quattro eroi investiti dalle fiamme nell’ennesimo incendio di Roma
Si è svolto stamattina il sopralluogo di ricognizione nella Riserva naturale di Monte Mario e delle aree adiacenti al Parco, colpite da un tremendo incendio all’inizio di agosto: da domani inizieranno le operazioni di bonifica, ma nel mentre Roma è tornata a bruciare.
Nel pomeriggio di ieri, infatti, è scoppiato un vasto incendio di sterpaglie nell’area verde che si sviluppa tra i quartieri di Torre Spaccata e Cinecittà. Tutte le forze disponibili dei Vigili del fuoco e della Protezione civile sono intervenute nell’area con operatori e mezzi, ma si è sfiorata la tragedia.
Le fiamme alimentate dal forte vento hanno infatti provocato il ferimento di tre volontari della Protezione Civile e di un Vigile del fuoco, eroi già trasferiti all’ospedale Sant’Eugenio, e hanno anche avvolto e distrutto un mezzo della Protezione civile (il veicolo multifunzione 4x4 Graelion, nella foto Nova resa disponibile da Roma Capitale).
Giuseppe Spaltro, direttore del centro Grande ustionati del Sant'Eugenio, spiega ai microfoni dell’Ansa che tutti e quattro i pazienti sono in prognosi riservata e in pericolo di vita; tre saranno operati la prossima settimana, rimuovendo la parte necrotica delle ustioni e procedendo poi con innesti da donatori del banco della pelle di Cesena. Solo l’inizio di un percorso lungo e doloroso, l’ingiusto prezzo per aver svolto al meglio e con grande coraggio il proprio servizio verso la comunità.
Una tragedia che chiama a una profonda riflessione sulle cause che vedono sempre più incendi avvolgere le nostre città, alimentati doppiamente da mano umana, che si parli di incendiari o di crisi climatica.
È infatti necessario ricordare che da una parte è sempre più determinante l’aumento significativo delle temperature medie globali provocate dal cambiamento climatico – nei territori del Mediterraneo solo negli ultimi dieci anni il numero degli incendi estremi è aumentato di oltre dieci volte –, dall’altra gli incendi nel Mediterraneo hanno essenzialmente una componente umana: in media, l’uomo è responsabile del 96% degli incendi, che possono essere accidentali, causati da negligenza o generati intenzionalmente.
Occorre dunque mettere in campo una doppia prevenzione: da una parte costruire paesaggi più resilienti, vivi e meno infiammabili, dall’altra agire contro la crisi climatica abbandonando l’uso di combustibili fossili come gas e petrolio, in favore di fonti rinnovabili ed efficienza energetica.