Yemen: malnutrizione acuta nel sud e inondazioni mortali nel nord
Secondo l’IPC Acute Malnutrition Analysis dell’Unicef, nello Yemen «Entro la fine del 2024, si stima che 609.808 bambini saranno gravemente malnutriti, con 118.570 che soffriranno di grave malnutrizione acuta, un aumento del 34% rispetto ai livelli del 2023. Inoltre, si prevede che circa 222.918 donne incinte e che allattano saranno malnutrite. Queste proiezioni si basano su indagini nutrizionali SMART condotte tra novembre 2023 e febbraio 2024. La malnutrizione acuta è un importante problema di salute pubblica in diverse parti delle aree del Governo dello Yemen (GoY)«, cioè dalle aree sotto controllo della coalizione s<sunnita a guida Saudita ed emiratina che si estendono nel sud del Paese, con capitale provvisoria Aden, in cui governo è riconosciuto internazionalmente, mentre il nord del Paese è saldamente nelle mani dei ribelli Houthi sciiti alleati dell’Iran e di Hamas ed Hezbollah.
L’IPC Acute Malnutrition Analysis avverte che «Di particolare preoccupazione sono due distretti nella pianura meridionale di Hodeidah e uno nella pianura di Taiz (Makha) che sono classificati nella fase 5 dell'IPC AMN (estremamente critica) nel periodo attuale (da novembre 2023 a giugno 2024). Si prevede che questa classificazione si espanda a 4 distretti, Mawza e Al Makha nella pianura di Taiz e Hays e Al Khawkhah nella pianura di Hodeidah, nella fase 5 dell'IPC AMN durante il periodo di proiezione da luglio a ottobre 2024. Questi distretti richiedono un intervento immediato per prevenire l'aumento della morbilità e la potenziale mortalità tra i bambini di età inferiore ai 5 anni».
Il rapporto prevede che tutti i 117 distretti nelle aree controllate dal governo di Aden esaminati, tutti situati nel sud, »Sperimenteranno livelli “seri” di malnutrizione o peggiori durante la stagione magra da luglio a ottobre». Il rappresentante dell’Unicef in Yemen. Peter Hawkins, ha commentato: «Per proteggere le donne, le ragazze e i ragazzi più vulnerabili, è più che mai fondamentale investire e intensificare gli sforzi di prevenzione e cura».
Unicef, World Food Programme (WFP), Fao e Organizzazione Mondiale della Sanità (Om ), chiedono urgentemente «Sostegno e azioni per affrontare le cause profonde della malnutrizione acuta nello Yemen, rafforzando i sistemi esistenti di protezione sociale, sanitaria, alimentare, idrica, igienico-sanitaria e di igiene» e sottolineano che «Porre fine al conflitto durato quasi un decennio e ripristinare la pace sono fondamentali sia per affrontare le sfide sia per rafforzare la resilienza della popolazione yemenita, devastata dalla mancanza di servizi di base, dai ripetuti sfollamenti e dal collasso dei sistemi economici e sociali».
Il rappresentante della Fao nello Yemen, Hussein Gadain, ha ribadito l'impegno a sostenere «Il ripristino sostenibile e la diversificazione dei mezzi di sussistenza agricoli per aiutare a rispondere alle urgenti necessità». Il rappresentante e direttore nazionale del WFP, Pierre Honnorat, evidenzia che «Il WFP è attualmente costretto a fornire razioni più piccole nello Yemen e le conclusioni del rapporto dovrebbero essere un campanello d'allarme: ci sono vite in gioco. E’ fondamentale intensificare il sostegno ai più vulnerabili che potrebbero sprofondare ancora di più nell'insicurezza alimentare e nella malnutrizione se gli attuali bassi livelli di finanziamenti umanitari persisteranno».
Arturo Pesigan, rappresentante dell'OMS nello Yemen, aggiunge che «Il crescente livello di malnutrizione acuta tra i bambini sotto i 5 anni in Yemen indica anche che le malattie sono motivo di preoccupazione. Per affrontare le emergenze sanitarie e nutrizionali sono necessari servizi sanitari e nutrizionali integrati, compresa la gestione delle malattie infantil, oltre a garantire vaccinazioni aggiornate e pratiche alimentari appropriate. Questo si aggiunge alla garanzia di accesso a cibo nutriente sufficiente e acqua potabile sicura. Gli attori umanitari e la comunità internazionale devono agire immediatamente per salvaguardare il futuro dei bambini dello Yemen».
Dopo 9 anni di guerra seguiti alla presa del potere da parte degli Houthi di Ansar Allah e ai bombardamenti e all’invasione arabo-sunnita, anche se si continua a combattere l’intensità del conflitto sembra calare dopo la tregua del 2023, nel nome della comune guerra contro Israele delegata agli houti e, dopo il riavvicinamento tra Arabia saudita e Iran, resta la speranza che una soluzione pacifica del conflitto sia a portata di mano. Ma più di 18 milioni di persone, più della metà della popolazione yemenita, hanno bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere e gli impegni internazionali presi solennemente per aiutare lo Yemen sono poco più che promesse scarsamente mantenute, mentre si continuano a rifornire di armi i protagonisti di una guerra insensata.
E nel nord governato dagli Houthi non va meglio, soprattutto dopo le inondazioni catastrofiche delle settimane e dei giorni scorsi che hanno ulteriormente aggravato la sofferenza delle famiglie alle prese con gli impatti della povertà, della fame, l'UNFPA, il Fondo Onu per la popolazione e l'Unicef stanno fornendo aiuti alle persone più vulnerabili attraverso il Meccanismo di risposta rapida (RRM). Ma le piogge torrenziali sono previste fino a settembre e le due agenzie Onu avvertono che «Sono urgentemente necessari 4,9 milioni di dollari per ampliare la risposta di emergenza».
Infatti, piogge stagionali eccezionalmente intense, con inondazioni improvvise, hanno causato il caos e i governatorati di Al Hodeidah, Hajjah, Sa'ada e Taizz sono tra i più colpiti. «Case, rifugi e beni sono stati spazzati via – spiega l’Onu - Dall'inizio di agosto, più di 180.000 persone sono state colpite: oltre 50.000 persone sono state sfollate solo ad Al Hodeidah, una cifra che probabilmente aumenterà nei prossimi giorni».
Enshrah Ahmed, rappresentante dell'UNFPA in Yemen, conferma: «Le devastanti inondazioni hanno aumentato le necessità delle persone, che sono enormi. I nostri team RRM stanno lavorando 24 ore su 24 per fornire un soccorso immediato alle famiglie colpite, ma con le crescenti necessità e le gravi condizioni meteorologiche previste, le prossime settimane e mesi saranno fondamentali per garantire che le famiglie colpite possano rialzarsi e, come minimo, riprendersi la vita».
Nel 2024, si stima che l'82% persone supportate tramite l'RRM sia stato gravemente colpito o sfollato da shock legati al clima. A causa dei livelli di pioggia fuori stagione, il cluster RRM ha dovuto entrare in azione, sovraccaricando i team RRM e esaurendo le scorte e le risorse disponibili. Mentre le necessità continuano ad aumentare, i team RRM stanno lottando per raggiungere le famiglie colpite a causa di strade danneggiate, dell'erosione delle mine antiuomo e degli ordigni inesplosi dalla prima linea alle aree civili. Anche gli articoli inclusi nel pacchetto RRM scarseggiano.
Hawkins dell’Unicef aggiunge che «La situazione nelle aree inondate è devastante. L'Unicef e i partner sono sul campo per fornire supporto urgentemente necessario alle persone colpite. Il ruolo dei Rapid Response Team è fondamentale in tempi di difficoltà come questo».
Dall'inizio del 2024, la crescente violenza e gli eventi meteorologici estremi in Yemen hanno costretto oltre 75.000 persone d abbandonare – a volte nuovamente – le loro case. Mentre perdono i mezzi di sostentamento e l'accesso all'assistenza sanitaria di base, la fame estrema e la malnutrizione stanno aumentando vertiginosamente per milioni di persone.
L'UNFPA e i suoi partner hanno fornito immediatamente assistenza a più di 1.000 famiglie con una serie di forniture di emergenza: kit Dignity contenenti prodotti sanitari essenziali, razioni alimentari pronte al consumo dal WFP e kit igienici di base forniti dall'Unicef.
L'assistenza alle persone colpite da questa catastrofe è stata resa ancora più complessa dall’insicurezza endemica e dagli sfollamenti di massa dopo 9anni di guerra nello Yemen: attualmente più di 4,5 milioni di persone sono sfollate all'interno del Paese. Lo Yemen è anche al terzo posto a livello mondiale tra i paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, eppure è uno dei meno preparati per gli shock climatici crescenti. Molte comunità non sono attrezzate per prepararsi agli impatti, specialmente quelle nei rifugi temporanei che sono state le più colpite dalle alluvioni. Le ricerche dell'UNFPA dimostrano un chiaro legame tra i disastri climatici e l'impatto sproporzionato sulle donne, sulle ragazze e sui neonati, tra cui disturbi ipertensivi, parti prematuri e sottopeso e nati morti.