Skip to main content

L’agenda ambientale di Trump la scrivono i fratelli Koch, le Big Oil e le utility del Texas (VIDEO)

La destra negazionista del Freedom Project Fueling prepara la transizione
 |  Crisi climatica e adattamento

Mentre il presidente Usa eletto Donald Trump e il suo team stanno cercando di  trovare il candidato ideale per demolire l'Environmental protection agency (Epa), emerge il quadro preoccupante  degli esperti di energia che lo consiglieranno. Shannon Fisk, responsabile del coal program di Earthjustice, ha detto a Think Progress che questo è «Il primo segnale è che Trump andrà avanti come un negazionista climatico e che sta iniziando a circondarsi di negazionisti climatici, e questa è solo la direzione sbagliata dove andare. La scienza è chiara su questo: Il cambiamento climatico sta avvenendo e l'attività umana lo sta causando. Nonostante il fatto che in giro ci sono molti repubblicani che non negano la scienza climatica, che sono impegnati per la realizzazione della promessa economica dell’energia pulita, la nascente amministrazione di Trump sembra strettamente legata a un gruppo di pressione dei combustibili fossili con base in Texas e che ha come organizzazione madre, la Texas Public Policy Foundation (Tppf) di estrema destra».

Il presidente del Fueling Freedom Project del Tppf,  Doug Domenech, è già a capo dello staff di transizione di Trump al Dipartimento degli interni e la sua senior fellow, Kathleen Hartnett Withe è candidata ad amministrare l’Epa. Sec così fosse, l’estrema destra anti-ambientalista Usa occuperebbe è il Dipartimento e l’Agenzia Usa più importanti per l’ambiente. Il Fueling Freedom Project  ha sollevato quello che chiama «il caso morale dimenticato di combustibili fossili» ed è contrario ad ogni regolamentazione delle emissioni di CO2 da parte dell’Epa. Il Fueling Freedom è esplicitamente anti-ambientalista e fa parte di una coalizione contraria al  Clean power plan di Obama e al regolamento Epa che limita le emissioni di gas serra della centrali elettriche. Nonostante goda di un forte sostegno tra l’opinione pubblica Usa, Trump ha detto più volte che avrebbe smantellato il Clean power plan e la Withe  nel suo libro Fueling Freedom: Exposing the Mad War on Energy dice addirittura che l’anidride carbonica ha numerosi effetti positivi sulla nostra atmosfera e, non contenta, lo conferma anche nel video del 2015 che pubblichiamo.

L’idea di fondo che muove questi uomini e donne che potrebbero determinare le politiche ambientali della più grande potenza del pianeta è che  il mondo è molto grande e che gli esseri umani non possano avere un’influenza sul clima su una scala così vasta. La Withe forse pensa semplicemente che tutto questo inquinamento sia una buona cosa e secondo lei la terra starebbe diventando più verde grazia «alla piccola quantità di anidride carbonica derivante dall'uso dei combustibili fossili».

Ma, al là delle opinioni della White, quel che impressiona è la fitta rete di sostenitori dei combustibili  fossili di cui si è circondato Trump.  L’elenco dei donatori del 2010 della Tppf, riportato dal Texas Observer, comprende l'industria del tabacco, le imprese carcerarie private e i super-ricchi che hanno fatto le loro fortune in combustibili fossili e tra questi svettano naturalmente i famigerati fratelli Charles e David Koch, le cui diverse organizzazioni hanno dato alla Tppf più di 220.000 dollari solo nel 2010. Il gruppo dell’estrema destra ecoscettica ha ricevuto contributi anche dalle multinazionali petrolifere e del gas, come ExxonMobil, Chevron e ConocoPhillips, così come da aziende di servizi pubblici locali.

Più di recente, il Conservative Transparency Project  ha stimato che il Donors Capital Fund e il Donors Trust, noti per i loro finanziamenti in nero,  forniscono oltre la metà dei fondi del Tppf. Nel solo 2014 Donors Trust avrebbe dato più di mezzo milione di dollari e Donors Capital Fund 226.000, dollari a un’organizzazione che, è bene ricordarlo, è costituita da solo 50 persone.

Anche diverse fondazioni della famiglia Koch, Exxon Mobil e altri donatori iperconservatori sono grandi sostenitori della Tppf  che sembra molto legata alla rete politica dei Koch, compresi l’American Legislative Exchange Council (Alec) e lo State Policy Network, che nel 2014 hanno finanziato la Tppf con 89.400 dollari.

La Tppf, insieme a Exxon Mobil e altri gruppi di destra, è stata un top sponsor al meeting annuale 2016 di Alec, uno dei più famigerati gruppi di pressione ecoscettici,  ed è anche un membro dello State Policy Network, finanziato dai Koch, del quale fanno parte 50 think tanks di destra degli Usa.

Se il 64% degli statunitensi sono preoccupati per i cambiamenti climatici e solo il 36% dicono che le attività antropiche non sono responsabili del riscaldamento globale, la destra negazionista  punta a ribaltare queste opinioni utilizzando l’amministrazione Trump per non divulgare i dati scientifici o l'influenza di personaggi pubblici.

Gente come la Withe e Domenech è disposta a tutto e secondo loro la vittoria di Trump è  la sconfitta degli estremisti ambientalisti che vogliono lasciare i combustibili fossili sotto terra. Tra questi ci sono sicuramente l’Onu e il Papa e la maggioranza degli americani che ha comunque votato per Hillary Clinton e per la candidata Verde. Ma, come fanno notare Samantha Page di Think Progress e Jenny Rowland, responsabile del Public Lands Project del Center for American Progress, Domenech ha ragione su una cosa: «Le elezioni  hanno delle conseguenze. Gruppi come Earthjustice e altri sostenitori ambientali si stanno preparando a quello che potrebbe arrivare dall’amministrazione Trump» Per esempio, quando era presidente della Texas Commission on environmental quality, la White ha dato il via libera a una centrale a carbone prima dei controlli sull'inquinamento perché non poteva  certamente aspettarli per cominciare a lavorare. Dieci anni dopo il carbone è entrato in crisi e l'utility che ha costruito quella centrale è in difficoltà finanziarie.

Guardando allo staff di Trump e a quel che potrebbe combinare, Page e Rowland temono che «Gli sforzi da parte dell'amministrazione per puntellare il carbone o la facilità di finanziamento per gli inquinatori potrebbero essere devastanti. Però, poche persone stanno parlando della necessità di sostenere la mossa di Obama per colmare i mancati pagamenti delle licenze de carbone che ogni anno costano ai contribuenti americani miliardi, o per ridurre la quantità dell’ammontare delle perdite per l’esplorazione delle compagnie petrolifere e del gas, come ad esempio i 7 miliardi spesi da Shell per l’inutile piano di trivellazione nell’Artico».

La Fisk conclude: «Siamo in grado di frenare il cambiamento climatico e siamo in grado di farlo in un modo che sarebbe effettivamente utile per la società nel suo complesso. Le persone che non vogliono farlo non sono persone che dovremmo nominare in posizioni di potere».

Ma è proprio quello che Donal Trump sta facendo.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.