
L'Accordo di Parigi e la Cop22 di Marrakech: «Celebrazione e ritorno alla realtà»

L'umanità si ricorderà del 4 novembre 2016 come del giorno in cui i Paesi di tutto il mondo hanno fermato la marcia verso una catastrofe climatica che sembrava inevitabile e hanno aperto la via ad un avvenire sostenibile.
L'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, risultato dei negoziati climatici più complessi, completi e sensibili mai intrapresi, è entrato in vigore.
L’Accordo costituirà, senza alcun dubbio, una svolta nella stiria dello sforzo dell’umanità e materializza la volontà politica, economica e sociale di governi, città, regioni, cittadini, imprese e investitori a vincere sulla minaccia che un cambiamento climatico non governato rappresenta per la natura umana.
La sua entrata in vigore rapida è il segnale politico chiaro che le nazioni di tutto il mondo sono impregnate in un’azione mondiale decisive contro il cambiamento climatico.
La Conferenza dll’Onu che si tiene a Marrakech, rappresenta un nuovo inizio per la comunità internazionale. La prima riunione dell’organo direttivo dell’Accordo di Parigi (Cma) si terrà il 15 novembre.
E’ un momento di celebrazione- E’ soprattutto il momento di proiettarsi verso il futuro, senza compiacersi, ma con la volontà ferma di proseguire la nostra missione.
In un future prossimo, e certamente nei prossimi 15 anni, saranno necessari delle riduzioni ancora inedited delle emissioni di gas serra e degli sforzi inusuali per costruire delle società resilienti.
Il tempo stringe: a livello mondiale, le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico e dei syuoi impatti continuano ad aumentare; la Conferenza di Marrakech deve mettere questa priorità in testa alle sue preoccupazioni.
La World meteorological organization (Wmo) ha confermato che la concentrazione mondiale media nell’atmosfera del principale gas serra, il biossido di carbonio, ha raggiunto per la prima volta nel 2015 il limite simbolico delle 400 parti per milione e ha battuto dei nuovi record nel 2016.
Il mondo non è quindi ancora sulla strada che permetterà di raggiungere l’obiettivo essenziale dell’Accordo di Parigi che è quello di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2° C e di avviv cinarsi il più possibile all’obiettivo di 1,5° C, per evitare un pericoloso sconvolgimento climatico irreversibile.
Parigi ha ridato speranza al mondo intero. L’evento che celebriamo oggi si basa sulla certezza che le politiche, la tecnologie e le risorse finanziarie allocate possono raggiungere questi obiettivi non solamente esistenti, ma saranno oggetto di uno sviluppo senza precedenti.
L'Accordo di Parigi, ormai entrato in vigore, è accompagnato da un’ondata di azioni e impegni mai vista per costruire un’industria davvero globale delle energie rinnovabili, avere elettricità, metodi di produzione, di costruzione e agricoli puliti e ristrutturare le economie e le società perchè siano più resilienti agli impatti climatici già osservati.
La nostra capacità comune di avviare il cambiamento è evoluta in maniera irreversibile grazie all’Accordo di Parigi, principalmente per le seguenti ragioni:
À Parigi, I governi hanno preso l’impegno formale di condurre l’azione per la lotta contro il cambiamento climatico e hanno presentato un insieme di piani nazionali per un’azione immediata, promettendo di non indebolire mai i loro sforzi e di alzare sempre la barra delle loro ambizioni. Sono ormai responsabili della lotta contro il cambiamento climatico e hanno i mezzi per condurla ancora più velocemente grazie a delle politiche e delle iniziative adatte.
Nei prossimi anni, e idealmente al più tardi nel 2018, i governi e le Parti avranno definito gli ultimi dettagli delle regole che permetteranno di misurare, rendere conto e valutare l’azione climatica mondiale. Questo garantirà la trasparenza necessaria a tutte le Parti per accelerare l’azione climatica, assicurando allo stesso tempo che ciascuno sia impegnato in questo sforzo per fornire il migliore di sé stesso.
I governi si sono anche accordati per apportare le tecnologie adatte e il sostegno finanziario necessario ai Paesi in via di sviluppo perché costruiscano i loro avvenire sostenibile e pulito.
Infine, le Parti interessate non statali danno prova di un interesse e di impegni per ridurre le loro emissioni di carbonio e sostenere i governi e le Parti nella loro lotta contro gli impatti del cambiamento climatico.
Dalla Conferenza della Cop22 di Marrakech ci aspettiamo che acceleri l’elaborazione delle regole di trasparenza e che veda emergere una road map chiara dei Paesi sviluppati per la mobilitazione dei 100 miliardi di dollari annui entro il 2020, per sostenere l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo..
Sono necessarie delle massicce ricollocazioni di investimenti. Le stime dell’Onu dimostrano che la concretizzazione di uno sviluppo sostenibile necessiterà di tra 5 e 7.000 miliardi di dollari all’anno, une grande dei quali dovrebbe finanziare la transizione verso un’economia mondiale resiliente e low-carbon. Per rispondere a questi bisogni di investimenti, dobbiamo immaginare dei meccanismi di finanziamenti innovativi, lontani dalle ricette tradizionali e con degli impegni ambiziosi e accresciuti da parte dei settori pubblico e priva.
Questa dinamica è in Marcia, che, ma deve accelerare. I dati delle Nazioni Unite dimostrano che i flussi finanziari mondiali degli ultimi anni sono aumentati a tal punto che la soglia di un migliaio di miliardi di dollari all’anno potrebbe essere realizzabile prossimamente. Questo significa che i governi, le organizzazioni multilaterali e il settore privato si mobilitano e allocano decine di miliardi di dollari per investimenti a favore del clima.
Le fondamenta dell’Accordo di Parigi sono solide. N on possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia prima che il lavoro sia finite. A novembre, a Marrakech, faremo in modo che tutte le condizioni per il successo dell’Accordo di Parigi siano messe insieme.
di Patricia Espinosa* e Salaheddine Mezouar**
*Segretaria esecutiva dell’United Nations framework convention on climate change (Unfccc)*Presidente della Cop22 e ministro degli esteri e della cooperazione del Marocco
