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El Niño ha portato una siccità storica e la fame nello Zimbabwe

Agenzie Onu: necessario un sostegno urgente per evitare la morte di molte persone e riportare i bambini a scuola
 |  Crisi climatica e adattamento

Due mesi fa l’Onu aveva inserito lo Zimbabwe tra gli hot spot della fame, dove l’insicurezza alimentare acuta rischiava di peggiorare. Ad aprile, il presidente dello Zimbabwe Emmerson Dambudzo Mnangagwa ha dichiarato lo stato di calamità nazionale a causa della grave siccità causata da El Niño. A maggio, il governo di Harare ha lanciato un piano nazionale per affrontare l'impatto della siccità, sostenendo la distribuzione e le importazioni di cibo. Il Drought Flash Appeal for Zimbabwe, coordinato dall’Onu e che riunisce oltre 60 organizzazioni per integrare gli sforzi nazionali, richiede 429 milioni di dollari per assistere 3,1 milioni di persone quest'anno, ma è finanziato solo per circa il 20%.

Ora, un nuovo rapporto dell'United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) rivela che «I livelli di insicurezza alimentare in Zimbabwe stanno rapidamente peggiorando dopo che il paese è stato colpito da siccità storiche dovute al fenomeno meteorologico El Niño». La fame acuta sta minacciando 7,6 milioni di persone e più della metà dei raccolti dello Zimbabwe sono stati distrutti da una siccità storica.

L’OCHA spiega che «I cambiamenti nei modelli di precipitazioni e i lunghi periodi di siccità durante la stagione critica della semina hanno lasciato ampie zone della regione con precipitazioni insufficienti e temperature superiori alla media. La siccità ha avuto un impatto profondo sull'economia dello Zimbabwe, costringendo il governo a ridurre le proiezioni di crescita. Il Paese sta anche affrontando una grave carenza di acqua e oltre il 22% dei bambini in età scolare non va a  scuola a causa degli impatti economici e sociali della siccità».

L’Onu e i suoi partner stanno supportando gli sforzi del governo di Harare per assistere le comunità e le famiglie colpite e costruire una resilienza a lungo termine. L'OCHA sta sostenendo il coordinamento della risposta umanitaria.

Reena Ghelani, segretaria generale aggiunta dell’Onu e coordinatrice crisi climatica per El Niño - La Niña, e Valerie Guarnieri, direttrice esecutiva aggiunta del World Food Programme (WFP), hanno visitato per una settimana lo Zimbabwe insieme a Edward Kallon, coordinatore umanitario e residente delle Nazioni Unite per lo Zimbabwe per valutare gli impatti della siccità. La Guarnieri ha tracciato un quadro tragico della situazione: «Le famiglie non hanno raccolto nulla e le loro scorte alimentari sono esaurite. Le famiglie stanno ora prendendo decisioni di sopravvivenza mentre la situazione continua a peggiorare. durante il picco della stagione magra tra gennaio e marzo dell'anno prossimo e siamo in una corsa contro il tempo per fornire assistenza».

Durante la missione di una settimana, la delegazione Onu ha incontrato il vicepresidente dello Zimbabwe Constantino Chiwenga, il ministro degli enti locali e dei lavori pubblici Daniel Garwe, i funzionari governativi che partecipano alla National Drought Response, il Dipartimento della protezione civile, autorità locali, operatori umanitari  e soprattutto le comunità più colpite. I rappresentanti Onu hanno visitato il distretto di Matobo a Bulawayo e il distretto di Umguza nella provincia di Matebeleland, dove hanno assistito in prima persona all'impatto della siccità e agli sforzi compiuti per supportare un'agricoltura intelligente dal punto di vista climatico, fornire un reddito alternativo nelle aree urbane e prevenire la violenza di genere contro donne e ragazze.

La Ghelani ha sottolinea che «Le persone che abbiamo incontrato in Zimbabwe stanno affrontando una siccità storica e hanno bisogno di un supporto urgente ora. Inoltre, l'Africa meridionale potrebbe dover affrontare siccità estreme come questa ogni decennio: abbiamo bisogno di supporto a medio termine in modo che le comunità non siano vulnerabili a shock futurió.

Secondo le ultime stime, 5,9 milioni di persone nelle aree rurali e 1,7 milioni di persone nelle aree urbane potrebbero trovarsi ad affrontare una fame acuta durante il prossimo periodo di magra e fino al prossimo raccolto nell'aprile 2025.

I dati forniti dal governo dello Zimbabwe dimostrano che il 57% per cento delle persone che vive nelle zone rurali del Paese è destinato a soffrire di insicurezza alimentare tra gennaio e marzo 2025, un periodo in cui la fame raggiungerà il picco massimo. Altri rapporti Onu indicano che «I civili dovranno dipendere da fonti alternative di reddito, sostegno sociale e assistenza umanitaria per sopravvivere a questa stagione», mentre «Le esigenze di assistenza umanitaria rimarranno elevate in molte aree del paese fino al raccolto del 2025 a causa della scarsa capacità di acquisto derivante dalle limitate opportunità di guadagno e dagli elevati prezzi dei prodotti alimentari».

Le siccità di El Niño hanno colpito anche altri Paesi dell’Africa centrale e australe, tra cui la Repubblica Democratica del Congo, il Madagascar, il Malawi, MA anche lo Zambia e il Sudafrica. Dato che  i livelli di insicurezza alimentare sono aumentati in modo significativo a causa della siccità, quasi tutte queste nazioni hanno un forte bisogno di interventi umanitari.  

Kallon ha concluso: «Grazie ai finanziamenti tempestivi del Fondo centrale di risposta alle emergenze delle Nazioni Unite, dell'African Risk Capacity e di altri partner, l'Onu e i partner sono stati in grado di dare il via ad azioni preventive e attività di risposta tempestiva per mitigare gli impatti peggiori della siccità. Ora dobbiamo aumentare la risposta, per garantire che nessuno muoia di fame e che i bambini rimangano a scuola».

Redazione Greenreport

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