Skip to main content

Wwf: «Occorre lavorare per definire a attuare la strategia di decarbonizzazione»

Il 4 novembre l’Accordo sul clima di Parigi diventerà legalmente vincolante

Greenpeace: «Ormai è ufficiale, l’Italia non è tra i Paesi che hanno reso possibile tutto ciò»
 |  Crisi climatica e adattamento

Con il deposito degli strumenti di ratifica da parte dell’Unione europea, di 7 suoi stati membri, della Nuova Zelanda e del Canada, sono oggi 74 i paesi che hanno ratificato l’Accordo di Parigi, ben oltre i 55 necessari, per un totale di emissioni del 58,82%, oltre il 55% richiesto.

«La velocità con cui l’Accordo di Parigi sta entrando in vigore è la dimostrazione che la Cop21 è stata solo l’inizio di un impegno di lungo termine a difesa del clima – commenta Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed energia di Greenpeace Italia – Ora che c’è un accordo legalmente vincolante, i governi dovranno andare ben oltre gli obiettivi nazionali che si sono dati. Infatti con gli impegni attuali di riduzione delle emissioni, l’obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro i 2°C è impossibile, e men che meno quello, ambizioso ma necessario, di restare sotto 1,5°C concordato lo scorso anno a Parigi».

Tra i 72 Paesi che hanno già ratificato l’accordo non c’è però l’Italia, che non ha ancora ufficializzato questa procedura. «Ormai è ufficiale, l’Accordo di Parigi è una realtà e l’Italia non è tra i Paesi che hanno reso possibile tutto ciò». L’Italia forse parlerà solo attraverso l’Unione Europea e siederà come osservatore, dal momento che il disegno di legge di ratifica, tardivamente approvato dal Consiglio dei ministri del 4 ottobre, non ha ancora iniziato l’iter alle Camere.

Il Wwf interviene appellandosi ai presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, perché l’iter abbia una corsia davvero veloce, consentendo all’Italia di sedere a pieno titolo alla riunione delle parti contraenti dell'accordo (Cma) in seno alla Cop22 di Marrakech - dal 7 al 18 novembre - in cui si decidono le questioni inerenti la procedura e l’attuazione del trattato.

«Sarebbe grave – sottolineano dal Panda – che una minaccia planetaria passasse in secondo piano rispetto agli appuntamenti politici italiani. Ovviamente, la ratifica è solo un passo, occorre lavorare per definire a attuare la strategia di “decarbonizzazione”. L’Italia soffre di alcuni passi molto contestati, per esempio la revisione a posteriori del Conto energia, che stanno provocando una drastica riduzione degli investimenti e gravi danni al settore industriale delle energie rinnovabili. Inoltre, la cosiddetta “neutralità tecnologica” si traduce nella costante difesa e promozione dei combustibili fossili. Il Wwf ritiene che occorra invertire questa tendenza suicida e mantenere finalmente le tante promesse fatte, dal Green Act alla Strategia di “decarbonizzazione”, dal Piano energetico nazionale a provvedimenti - non solo dichiarazioni - per eliminare il combustibile fossile di cui possiamo fare a meno da subito, il carbone».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.