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Clima, l’Ue predica bene e razzola male. Wwf: obiettivi «troppo deboli»

La proposta arrivata dalla Commissione Ue per il 2030 «non allineata con gli impegni climatici internazionali»
 |  Crisi climatica e adattamento

Le proposte avanzate dalla Commissione europea in fatto di clima in merito all’Effort-sharing decision (Esd), ovvero la suddivisione – con target 2030 – degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti per tutti i settori non compresi nello schema di scambio (Ets), non riflettono adeguatamente l’impegno internazionale assunto dall’Europa a Parigi di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, e di continuare gli sforzi per limitare l’aumento di 1.5°C. È netta la posizione del Wwf in merito alla proposta arrivata ieri da Bruxelles e che, molto concretamente, riguarda il 60% delle emissioni Ue.

La Commissione europea è «sorprendentemente non allineata con gli impegni climatici internazionali – sottolineano dal Panda – e ha incluso nella sua proposta anche delle ‘scappatoie’ che permetteranno ai Paesi di barare sulle azioni reali per il clima. Questo nonostante il Commissario europeo al Clima, Arais Can᷈ete, fosse stato tra coloro che a Parigi avevano pubblicamente indicato quello di 1,5°C  come limite del riscaldamento globale cui mirare».

Così dunque, non va. Vanno chiuse  le scappatoie e va introdotta una revisione quinquennale degli obiettivi, in modo da aumentare l’ambizione complessiva, in linea con l’accordo di Parigi. D’altronde, ricordano dal Wwf, già nell’ottobre 2014 i capi di Stato dell’Ue «hanno deciso di ridurre le emissioni “almeno” del 40% entro il 2030 così da raggiungere una riduzione del 90-95% entro il 2050». Il Wwf, insieme alle altre associazioni ambientaliste, ha criticato questi obbiettivi in quanto «troppo deboli e insufficienti per vincere la battaglia contro il cambiamento climatico». Due anni dopo, nonostante la firma dell’Accordo di Parigi, non sembra ancora sia cambiato molto.

Redazione Greenreport

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